IL PAPA VISITA SRI LANKA E FILIPPINE A GENNAIO – Una settimana tra le Chiese dell’Oriente più lontano. La Sala Stampa della Santa Sede ha reso note le date del viaggio apostolico che Papa Francesco compirà nel gennaio 2015 in Sri Lanka e Filippine.
Nell’ex Isola di Ceylon, Papa Francesco si tratterrà dal 12 al 15 gennaio, quindi dal 15 al 19 si sposterà nelle Filippine, uno dei pochi Stati asiatici a maggioranza cattolica.
Il programma del viaggio, precisa la Sala Stampa Vaticana, “sarà pubblicato prossimamente”.
Nella foto: Il card. Tagle ed il nunzio Pinto annunciano la visita del Papa nelle Filippine e in Sri Lanka (fonte: Radio Vaticana)
FILIPPINE, PAESE CATTOLICO CHE SOPRAVVIVE AL TERRIBILE TIFONE
Ad otto mesii mesi dal tifone Hayian (o Yolanda), che ha colpito le Filippine orientali – soprattutto la provincia di Leyte – l’8 novembre 2013, circa due milioni di sopravvissuti sono ancora senza tetto, ha reso qualche tempo fa l’ufficio Onu per gli Affari umanitari (OCHA). “La solidarietà c’è ma è un processo lento. La gente ancora lotta per la sopravvivenza, per il cibo e la casa. Devono ripartire da zero ed è molto difficile”, racconta all’Agenzia Fides p. Socrates Mesiona, Direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie (POM) nelle Filippine.
Il sacerdote appartiene a una delle diocesi devastate dal tifone, quella di Tagbilaran, sull’isola di Bohol. “La Chiesa sta collaborando con il governo e altre Ong nel sostegno alle vittime. E’ importante garantire un meccanismo di trasparenza negli aiuti, a tutti i livelli. A volte i politici locali cercano di strumentalizzare gli aiuti umanitari e trarne vantaggi”, spiega il Direttore delle POM.
Dopo quello che l’Onu ha definito come il tifone più violento e distruttivo della storia del paese, (6.000 morti, oltre 1.000 dispersi e 14 milioni di persone colpite), i dati ufficiali dicono che più di 100.000 persone continuano a vivere nelle tende. Su oltre un milione di abitazioni colpite, 519mila sono state completamente distrutte e 494mila fortemente danneggiate, con scuole, strade, centri sanitari e altre infrastrutture inagibili. Secondo una valutazione effettuata dalla Federazione Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa in otto province, i cui risultati sono stati diffusi nei giorni scorsi, solo il 15% delle famiglie ha potuto riparare o ricostruire la propria casa. La maggior parte delle famiglie avrebbe bisogno di un sostegno supplementare. Ad oggi, gli aiuti del governo e delle Ong hanno raggiunto 130.000 famiglie, tuttavia i bisogni rimangono enormi per altre 370.000 persone e i finanziamenti non sono sufficienti a coprire i bisogni della gente.
La Chiesa è sempre impegnata a continuare nella sensibilizzazione: suor Benedettina Erlinda Eslopor ha guidato una delegazione del gruppo “Alleanza popolare per i sopravvissuti a Yolanda” che ha incontrato di recente il Card. Luis Tagle a Manila per presentare la “situazione reale”, cioè la continua lotta dei superstiti che, in molti luoghi, sono tuttora senza alcun aiuto da parte del governo.