La chiesa locale, e i fedeli soprattutto, attendono il giudizio del Vaticano e del Papa sul caso Medjugorje. Francesco riconoscerà o no le apparizioni dei sei veggenti che da 34 anni dichiarano di vedere ogni giorno la Madonna?
Proprio oggi, 24 giugno, ricorre l’anniversario delle apparizioni mariane e nello stesso giorno si tiene in Vaticano la Plenaria della Congregazione per la Dottrina della Fede che dovrà emettere il decreto che sarà poi trasmesso al Pontefice per una sua ratifica. Occorrerà attendere ancora qualche giorno, ma gli orientamenti – a quanto si apprende – sembrerebbero questi:
– Medjugorje viene riconosciuto come luogo di preghiera e di riconciliazione che attira milioni di fedeli ogni anno.
– verranno fornite delle linee indicative per sacerdoti e vescovi su come organizzare i pellegrinaggi nel santuario mariano.
– verrà consigliato ai fedeli di non partecipare ai momenti in cui i veggenti dicono di ricevere le apparizioni.
– verrà dichiarato che le apparizioni non rappresentano rivelazioni soprannaturali.
In pratica il Vaticano rispetta quanto previsto dal codice di diritto canonico, secondo cui il riconoscimento delle apparizioni non può avvenire fin quando queste non siano terminate.
Sull’affaire Medjugorje abbiamo intervistato Roberto Bignoli, cantautore di ispirazione cristiana che ha riscoperto la fede attraverso un vero e proprio percorso di conversione. Rocker cristiano apprezzato e vincitore di premi prestigiosi anche negli Stati Uniti, in Europa e in Italia, autore della canzone sigla di Radio Maria nel Mondo “Ballata per Maria”, Bignoli ha incontrato quattro volte Papa Giovanni Paolo II e una volta Papa Francesco, a cui ha consegnato un libro da lui scritto proprio su Medjugorje.
“Andai a Medjugorje la prima volta nel 1984, un viaggio alla scoperta di un luogo che mi affascinava più per curiosità che per un credo effettivo. Quando sono arrivato sono rimasto colpito dalla povertà del luogo, dalla grande chiesa e dai colli intorno; mi sembrava di vivere una situazione di povertà che ricordava la mia infanzia, un’infanzia anche sofferta, senza il calore della famiglia. In quel luogo così povero e spoglio ho sentito una grande pace, una chiamata: mi sono sentito avvolgere da un calore familiare, da una sensazione che ha toccato il cuore e mi ha aperto una porta interiore. Volevo cambiare il mio cuore duro di pietra con un cuore che pulsasse di pace e amore, capace di perdonare e ricominciare. E’ questo ciò che è avvenuto in quel luogo che ancora oggi visito regolarmente perché desidero cogliere, ogni volta, quello Spirito cristiano che ha mosso i miei passi verso la chiesa e che per ragioni ancora ignote, ma allo stesso tempo chiare, ha cambiato il mio pensiero e la mia vita. Ho avuto modo di conoscere anche i veggenti, con cui sono in buoni rapporti. Tuttavia non vado a Medjugorje per loro, non mi è mai interessato andare a cercarli, ho sempre fatto le cose con equilibrio e non amo quelle situazioni che a volte si verificano nel dare più importanza al superfluo, dimenticando la sostanza. Questo non vuole essere un giudizio, ma un modo di affrontare un luogo particolare con attenzione, discernimento e una certa obbedienza, verso la chiesa del luogo e di rispetto della fede propria e altrui. Molte volte ho fatto incontri con la presenza anche dei veggenti, ma poiché lo Spirito con il quale desidero viverli è uno Spirito di preghiera, ma anche di obbedienza, non ho mai partecipato ad incontri non autorizzati dalle autorità ecclesiastiche e non vado di certo in giro a fare propaganda. Non posso però raccontare la mia storia senza dire che quel pellegrinaggio di tanti anni fa ha messo un seme che ha portato frutto nel mio cammino”.
Cosa ti aspetti dal Papa?
“Non mi aspetto grandi cose. Forse un aiuto a vivere questi pellegrinaggi con un certo criterio e attenzione verso l’importanza dell’essere chiesa e una indicazione pastorale per chi si reca sul posto e per la stessa chiesa di Medjugorje. Mi aspetto anche una certa durezza, perché comunque la storia ci ha insegnato attraverso la vita di grandi santi, che non si arriva facilmente agli onori degli altari. Ma lasciamo la parola a loro e a noi la preghiera affinché si compia la volontà di Dio. E la speranza che l’albero porti i suoi frutti e, lasciatemelo dire, personalmente i frutti di Medjugorje sono buoni”.
Roberto Bignoli ha scritto un libro, “Il mio cuore canta – Medjugorje e la musica di Dio” (edito da Piemme) in cui racconta il suo percorso di fede.
Scrive: “Non sono un convertito, sono soltanto un uomo che, ad un certo punto della vita, ha preso coscienza di una realtà nuova e ha intrapreso un cammino di svolta e di speranza. Conversione per me significa trovare l’occasione e l’opportunità di mettermi continuamente in discussione, per arricchire quel grande dono di grazia che ho ricevuto da Dio. Sono convinto che la gente non nasca atea, agnostica o credente: il germe della fede è in ognuno di noi, ma con gli anni viene soffocato, sommerso dai problemi quotidiani. Può accadere che ad un certo punto della nostra esistenza si verifichi una sorpresa inaspettata, come una specie di risveglio: guardando dentro noi stessi rivediamo tutte le nostre esperienze, e le consideriamo da un altro punto di vista. Come cantautore di ispirazione cristiana, sono convinto che ogni parola che pronuncio debba nascere dal profondo del cuore e attingere al mio percorso e alla mia storia”.
Articolo di Serena Sartini per il blog ‘All’Ombra del Cupolone’ sul quotidiano ‘Il Giornale’
Link all’articolo originale
http://blog.ilgiornale.it/sartini/2015/06/23/medjugorje-il-verdetto-del-papa/
Mi sembra che ci sia poco da commentare dopo il pronunciamento della Congregazione per la Dottrina della Fede nei confronti dei presunti veggenti.Certo che se ci trovassimo veramente di fronte a una menzogna non capisco perchè si diffonda oggi questo articolo così edulcorato. A vergogna e disorientamento si dovrebbe aggiungere un penoso tentativo di salvare la faccia consolando con un linguaggio simile ai falsi messaggi di Maria tante persone semplici che sono state raggirate.
ad ora non ci sono pronunciamenti ufficiali, aspettiamo
Buongiorno, mi sono imbattutto in questo vostro articolo per così dire “apologetico” di un fenomeno molto controverso. Vorrei invitarvi, nel dare delle notizie, ad essere un po’ più obiettivi e precisi, al fine di non confondere i lettori (e nel nostro caso, di credenti, è facile confondere le coscienze). Vado per punti (non esaustivi)
– passi il luogo di preghiera (ma ogni chiesetta o cappella lo è), ma la chiesa di San Giacomo in Medjugorje NON è un santuario mariano (e attualmente non ci sono le condizioni perchè lo diventi, cfr. dichiarazione di Zara)
– sareste in grado di citare e indicare DOVE il Codice di Diritto Canonico dice che “il riconoscimento delle apparizioni non può avvenire fin quando queste non siano terminate”? Questa è tecnicamente una “bufala”, assai diffusa negli ambienti medjugoriani (se vi documentate, scoprirete che il vecchio Codice era “repressivo” nei confronti delle “rivelazioni private”, e il nuovo neanche prende in considerazione, cosa che qualcuno legge come “apertura”)
– Esistono delle norme per discernere in materia di rivelazioni private, che potete consultare sul sito del Vaticano, nelle pagine della Congregazione per la Dottrina della Fede: vi inviterei a consultarle.
– Attualmente, ogni prelato (e magari anche ogni fedele) dovrebbe attenersi alla Dichiarazione di Zara, ultimo pronunciamento negativo (anche se sospensivo) dei Vescovi dell’allora Conferenza Episcopale Jugoslava, seguito a quello, anch’esse negativo, dell’Ordinario del luogo. Bisognerebbe essere un po’ più prudenti…e, a guardarsi in giro e ad ascoltare una certa radio, pare che la prudenza non sia una virtù molto praticata.
– Quanto al fenomeno, vi invito a consultare la documentazione raccolta dal prof. Corvaglia sul suo sito (buona parte della quale proviene dagli archivi della parrocchia di s.Giacomo e della Curia di Mostar) http://www.marcocorvaglia.com.
Anche se l’esito pare scontato (e il pronunciamento di Papa Francesco non sarà positivo a riguardo), quale che sia la personale convinzione di ognuno su un argomento che NON aggiunge nulla alla Rivelazione (l’ultima Parola del Padre si chiama Gesù, come ha precisato il Santo Padre), bisogna comunque attendere, senza anticipare proclami come certa stampa e certa comunicazione fa quotidianamente (generando tanta confusione tra i fedeli).
Vi auguro una Santa Giornata,
pace e bene
basilio