21 giugno 1963, 55 anni fa l’elezione di Paolo VI
Sarà canonizzato tra poche settimane da Papa Francesco, ed oggi ricorre il 55/mo anniversario della sua elezione a Romano Pontefice. Parliamo di Paolo VI. Era infatti il 21 giugno 1963 quando i cardinali chiusi in conclave eleggevano a successore di Giovanni XXIII il Cardinale Giovanni Battista Montini, Arcivescovo di Milano.
Il conclave ebbe inizio il 19 giugno e due giorni dopo, alla sesta votazione, gli 80 cardinali chiusi nella Cappella Sistina – assenti solo l’Arcivescovo di Quito Carlos María Javier de la Torre, per motivi di salute, e l’Arcivescovo di Esztergom e Primate di Ungheria József Mindszenty, per motivi politici – procedevano alla fumata bianca. L’annuncio ai fedeli venne dato dal Cardinale Alfredo Ottaviani, segretario della Congregazione del Sant’Uffizio e uno dei leader della cosiddetta corrente conservatrice del Concilio Vaticano II.
L’elezione di Paolo VI avviene dunque nel pieno del Concilio, convocato e aperto da Papa Giovanni XXIII. Il nuovo Papa ha il compito di proseguire a guidarlo e di portarlo in porta, cosa che Papa Montini farà l’8 dicembre 1965.
Il papato montiniano è durato ben 15 anni. Nel corso di questi anni Paolo VI è stato il primo Papa a salire su un aereo per recarsi all’estero. Tra il 1964 e il 1970 si è recato in Terra Santa, India, New York, Fatima, Turchia, Colombia, Ginevra, Uganda, Iran, Pakistan, Filippine, Isole Samoa, Australia, Indonesia, Hong Kong e Sri Lanka.
Nel corso del pontificato ha scritto 7 encicliche, l’ultima delle quali è l’Humanae Vitae di cui quest’anno ricorre il 50/mo anniversario della stesura.
Da ricordare inoltre che Papa Paolo VI ha creato cardinali di Santa Romana tre suoi successori: il Cardinale Patriarca di Venezia Albino Luciani nel 1973; il Cardinale Arcivescovo di Cracovia Karol Wojtyla nel 1967 e il Cardinale Arcivescovo di Monaco e Frisinga Joseph Ratzinger nel 1977.
.
Vogliamo ricordare Paolo VI con questo suo grandioso e storico discorso.
Il 30 Giugno del 1963 Paolo VI, viene consacrato papa ed è il 261° successore di Pietro, 262° vescovo di Roma e papa italiano (il suo Pontificato è iniziato il giorno 21 giugno 1963 ed è durato fino al giorno della morte)
Lo vogliamo ricordare con questa sua grande e bellissima riflessione.
Paolo VI tiene un discorso incredibilmente ‘alto’. Su Gesù Cristo. Quel Cristo che Paolo VI, grande credente e grande poeta, ha cantato innumerevoli volte, nelle forme più entusiaste ed elevate. In questo meraviglioso discorso-preghiera tenuto a Manila il 29 novembre 1970, Paolo VI confessava: “Io non finirei mai di parlare di Lui”.
Ma Paolo VI ci insegna soprattutto a “parlare a Lui”: di noi, della Chiesa, del mondo.
Noi predichiamo Cristo a tutta la terra
«Guai a me se non predicassi il Vangelo!» (1 Cor 9, 16). Io sono mandato da lui, da Cristo stesso per questo. Io sono apostolo, io sono testimone. Quanto più è lontana la meta, quanto più difficile è la mia missione, tanto più urgente è l\’amore che a ciò mi spinge. Io devo confessare il suo nome: Gesù è il Cristo, Figlio di Dio vivo (cfr. Mt 16, 16). Egli è il rivelatore di Dio invisibile, è il primogenito d\’ogni creatura (cfr. Col 1, 15). È il fondamento d\’ogni cosa (cfr. Col 1, 12). Egli è il Maestro dell\’umanità, e il Redentore. Egli è nato, è morto, è risorto per noi. Egli è il centro della storia e del mondo. Egli è colui che ci conosce e che ci ama.
Egli è il compagno e l\’amico della nostra vita. Egli è l\’uomo del dolore e della speranza. È colui che deve venire e che deve un giorno essere il nostro giudice e, come noi speriamo, la pienezza eterna della nostra esistenza, la nostra felicità. Io non finirei più di parlare di lui. Egli è la luce, è la verità, anzi egli è «la via, la verità, la vita» (Gv 14, 6). Egli è il pane, la fonte d\’acqua viva per la nostra fame e per la nostra sete, egli è il pastore, la nostra guida, il nostro esempio, il nostro conforto, il nostro fratello. Come noi, e più di noi, egli è stato piccolo, povero, umiliato, lavoratore e paziente nella sofferenza. Per noi egli ha parlato, ha compiuto miracoli, ha fondato un regno nuovo, dove i poveri sono beati, dove la pace è principio di convivenza, dove i puri di cuore e i piangenti sono esaltati e consolati, dove quelli che aspirano alla giustizia sono rivendicati, dove i peccatori possono essere perdonati, dove tutti sono fratelli.
.
.
Gesù Cristo: voi ne avete sentito parlare, anzi voi, la maggior parte certamente, siete già suoi, siete cristiani. Ebbene, a voi cristiani io ripeto il suo nome, a tutti io lo annunzio: Gesù Cristo è il principio e la fine; l\’alfa e l\’omega. Egli è il re del nuovo mondo. Egli è il segreto della storia.
.
.
Egli è la chiave dei nostri destini. Egli è il mediatore, il ponte fra la terra e il cielo; egli è per antonomasia il Figlio dell\’uomo, perché egli è il Figlio di Dio, eterno, infinito; è il Figlio di Maria, la benedetta fra tutte le donne, sua madre nella carne, madre nostra nella partecipazione allo Spirito del Corpo mistico. Gesù Cristo! Ricordate: questo è il nostro perenne annunzio, è la voce che noi facciamo risuonare per tutta la terra, e per tutti i secoli dei secoli. di Paolo VI