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Partenza di Papa Francesco: prima Sri Lanka e poi Filippine nel VII° viaggio internazionale

papa-valigia-VIAGGIPapa Francesco inizia il viaggio alla volta di Colombo (Sri Lanka) dall’aeroporto di Fiumicino (partenza puntualissima 19.00) e ritorno a Roma – da Manila – la sera del 19 gennaio.

E’ il VII° Viaggio internazionale: il velivolo papale – escludendo l’Italia, Sri Lanka e Filippine – sorvolerà lo spazio aereo di 21 Nazioni e in alcuni casi, come per esempio Cina e Russia, lo farà per la seconda volta.

IL PERCORSO AEREO DI QUESTA SETTIMANA, TAPPA DOPO TAPPA

Italia – Sri Lanka Il velivolo papale sorvolerà lo spazio aereo di 7 Nazioni.

(1) Albania, (2) Grecia, (3) Turchia, (4) Iran, (5) Emirati Arabi Uniti, (6) Oman, (7) India.

Sri Lanka – Filippine

Nel caso della seconda tappa, il Papa partirà da Colombo (Sri Lanka) alle 9 del mattino di giovedì 15 (04. 30 in Italia) verso Manila (Filippine), dove arriverà alle 17.45 (le 10.45 a Roma). Il volo di una durata di 6 ore e 15 minuti circa, coprirà 4.567 km.
Il velivolo sorvolerà gli spazi aerei di 5 Nazioni: (8) India, (9) Myanmar, (10) Thailandia, (11) Cambogia, (12) Vietnam.

Filippine – Roma (Italia)
Il Papa rientrerà in Italia lunedì 19 gennaio (Manila-Ciampino). Partirà dalla capitale filippina alle 9.45 (ora locale), quando in Italia saranno le 02.45. Il volo di una durata di 14 ore 40 minuti circa, coprirà 10.397 km.
Il velivolo sorvolerà gli spazi aerei di 9 Paesi: (13) Cina, (14) Mongolia, (15) Russia, (16) Bielorussia, (17) Polonia, (18) Repubblica Ceca, (19) Slovacchia, (20) Austria, (21) Slovenia.

Se si includono gli spazi aerei di Italia, Sri Lanka e Filippine, il velivolo papale, nel corso del viaggio, sorvolerà 24 Paesi.

La Mappa realizzata dalla Redazione del blog ‘Il Sismografo’

 

Papa_SriLanka_Filippine_Sismografo

 

Nel momento di lasciare il territorio italiano alla volta dello Sri Lanka, il Santo Padre Francesco ha fatto pervenire al Presidente della Repubblica Italiana, On. Giorgio Napolitano, il seguente messaggio telegrafico:
A SUA ECCELLENZA
ON. GIORGIO NAPOLITANO
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA
BOLLETTINO N. 0024 – 12.01.2015 2
PALAZZO DEL QUIRINALE
00187 ROMA
NEL LASCIARE ROMA, PER INTRAPRENDERE IL VIAGGIO APOSTOLICO IN SRI LANKA E FILIPPINE, MI È CARO RIVOLGERE A LEI, SIGNOR PRESIDENTE, IL MIO DEFERENTE SALUTO, ACCOMPAGNATO DA SINCERI AUSPICI DI SERENITÀ, DI UNITÀ E DI BENESSERE SPIRITUALE E SOCIALE DEL POPOLO ITALIANO, CUI INVIO CON AFFETTO LA BENEDIZIONE APOSTOLICA
FRANCISCUS PP.

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Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inviato a Sua Santità Francesco il seguente messaggio:

“Desidero farle pervenire il mio ringraziamento per il messaggio che ha voluto cortesemente indirizzarmi al momento della sua partenza per il viaggio apostolico in Sri Lanka e nelle Filippine.

Questa sua visita richiama ancora una volta l’attenzione di noi tutti verso paesi che affrontano oggi sfide delicate e complesse: lo Sri Lanka attraverso un impegnativo sforzo di ricostruzione dopo una guerra civile e le Filippine coinvolte dall’ennesima e drammatica calamità naturale. Sono certo che la sua presenza sarà di conforto per le popolazioni di entrambi i Paesi e servirà da sprone per affrontare le impegnative sfide che li attendono con spirito di rinnovata solidarietà.
Sono altrettanto sicuro che le popolazioni che si accinge a incontrare sapranno accoglierla con il calore e la vivacità propri di un continente capace – malgrado le difficoltà che lo affliggono – di guardare al futuro con operoso ottimismo.

Con questo auspicio, Santità, mi è gradita l’occasione per rinnovarle i sensi della mia profonda stima e considerazione”.

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La “prua” del Pontificato vira a est, esattamente cinque mesi dopo. Era l’estate italiana, quando Francesco si imbarcava per la Corea del Sud. Dal 38.mo parallelo questa volta la rotta del settimo viaggio apostolico punta nel Sudest asiatico, appena sopra l’equatore. Prima destinazione, lo Sri Lanka, fino al 1972 e per secoli conosciuta come Ceylon, mitica terra dei pescatori di perle.

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Religioni in armonia
Il Papa viene come 45 anni fa Paolo VI e 20 anni fa Giovanni Paolo II in un Paese di minoranza per la Chiesa – 7% di cattolici, altrettanto di musulmani, stragrande maggioranza di buddisti – ma casa di pacifica convivenza per le varie fedi che vi hanno messo radici, vale a dire una tessera di valore esemplare nell’immenso mosaico umano dell’Asia, non poche volte ostile al Vangelo. Una eccezione recente a questo quadro è purtroppo rappresentata dalla nascita di alcuni gruppi estremisti di religione buddista che hanno portato attacchi in particolare contro la comunità islamica. E la solidità di questa convivenza verrà apprezzata già nel pomeriggio del primo giorno, quando Papa Francesco si intratterrà coi leader religiosi, a Colombo, incontro preceduto in mattinata da un altro a porte chiuse coi 20 vescovi locali e dalla visita protocollare alle autorità di una nazione che ha appena scelto il suo nuovo presidente, Sirisena, ma che per una norma prevista dalla Costituzione vedrà per due anni ancora a capo dello Stato lo sconfitto Rajapaksa.

Ai piedi della Madonna di Madhu
Francesco verrà a parlare anche di riconciliazione alle due etnie che compongono lo Sri Lanka, la maggioranza cingalese e la minoranza secessionista tamil, divise per un trentennio fino al 2009 da una terribile guerra interna, con i cingalesi vittoriosi alle armi e i tamil, raggruppati al nord, costretti a piegare la testa. Su quella che fino a pochi anni fa era una linea del fronte, sorge il Santuario mariano “Our Lady of Madhu”: qui il Papa si inginocchierà per pregare per la pace, seminata nell’isola già dai primi missionari, così come narra la storia del Beato Giuseppe Vaz, che Papa Francesco canonizzerà il 14 gennaio.

Misericordia e compassione
Giovedì 15 gennaio, sei ore abbondanti di volo porteranno il Papa da Colombo a Manila. E di fatto comincerà un nuovo viaggio apostolico perché praticamente opposto allo Sri Lanka è lo scenario delle Filippine, Paese asiatico a maggioranza cattolica. I riflettori dei media saranno accesi in particolare sulla giornata di sabato, quella in cui Francesco prenderà l’aereo per raggiungere Tacloban e camminare tra le rovine ancora evidenti lasciate dal passaggio del tifone “Hayan”, che sul posto hanno ribattezzato “Yolanda”, tra i più spaventosi mai registrati: 6.200 morti, 30 mila feriti, mezzo milione di case sbriciolate. Il Papa celebrerà la Messa con la gente del posto, pranzerà con una trentina di superstiti, benedirà il Centro costruito con il contributo di “Cor Unum”, ma soprattutto farà sentire vicino il calore di un padre che vive a Roma ma ha il cuore sempre vicino a chi soffre, è solo, colpito da miseria.

A Manila incontro a Rizal Park
Tre giorni durerà il soggiorno di Papa Francesco nelle Filippine e ci sarà spazio per stare con i giovani, con le famiglie, con il clero del Paese, con le autorità. Soprattutto, ci sarà spazio e tempo per concludere là dove Giovanni Paolo II mise il sigillo alla sua Gmg del ’95, presiedendo quella che è passata alla storia come la più grande Messa mai partecipata, quattro milioni di persone disseminate sui 60 ettari di Rizal Park di Manila e delle zone limitrofe. Un modo per riascoltare e rinnovare il polso e il cuore di una grande Chiesa di frontiera, che sulla carta sembra un piccolo atollo – piccolo atollo cristiano – piantato tra due immensità, il Pacifico a est la Cina a ovest.

di Stefano Santi per Redazione Papaboys (Fonti: Il Sismografo Blog/RadioVaticana)

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