Il 4 ottobre è la festa di San Francesco, Patrono d’Italia. Questo articolo vuole essere un po’ un modo per ricordare il Poverello d’Assisi, ma anche di fare gli auguri a Papa Francesco. Sai quante volte Papa Francesco ha parlato di San Francesco nel corso del suo Pontificato? Qui abbiamo raccolto tutte le citazioni:
Tutte le volte che Papa Francesco, dall’inizio del suo pontificato, ha citato San Francesco:
Papa Francesco e San Francesco d’Assisi, due nomi, due uomini, un Santo e un Santo Padre, indissolubilmente legati tra di loro. Sono moltissime le volte in cui Papa Francesco ha parlato pubblicamente di San Francesco d’Assisi. Per Papaboys 3.0 io ho cercato di ripercorrere le tappe di questo cammino, evidenziando i momenti più importanti nei quali Papa Francesco ha citato il poverello d’Assisi e li voglio condividere con voi. Mentre buttavo giù i primi appunti e questo articolo iniziava a prendere forma, ho avuto netta la sensazione di stare snocciolando il Rosario. Proprio come le perle di un Rosario cercherò di presentarvi i seguenti episodi:
1) Papa Francesco ci ha raccontato così la sua scelta di chiamarsi “Francesco”
E così è venuto il nome, nel mio cuore: Francesco d’Assisi
Pochissimi giorni dopo la sua elezione al Soglio Pontificio, il 16 marzo 2013, durante l’incontro con la stampa in Aula Paolo VI, Papa Francesco è tornato a parlare di San Francesco d’Assisi e di come il ricordo del Santo patrono d’Italia l’abbia ispirato nella scelta del nome.
Alcuni non sapevano perché il Vescovo di Roma ha voluto chiamarsi Francesco. Alcuni pensavano a Francesco Saverio, a Francesco di Sales, anche a Francesco d’Assisi. Io vi racconterò la storia:
Nell’elezione, io avevo accanto a me l’arcivescovo emerito di San Paolo e anche prefetto emerito della Congregazione per il Clero, il cardinale Claudio Hummes: un grande amico, un grande amico! Quando la cosa diveniva un po’ pericolosa, lui mi confortava. E quando i voti sono saliti a due terzi, viene l’applauso consueto, perché è stato eletto il Papa. E lui mi abbracciò, mi baciò e mi disse: “Non dimenticarti dei poveri!”. E quella parola è entrata qui: i poveri, i poveri. Poi, subito, in relazione ai poveri ho pensato a Francesco d’Assisi. Poi, ho pensato alle guerre, mentre lo scrutinio proseguiva, fino a tutti i voti. E Francesco è l’uomo della pace. E così, è venuto il nome, nel mio cuore: Francesco d’Assisi.
E’ per me l’uomo della povertà, l’uomo della pace, l’uomo che ama e custodisce il creato; in questo momento anche noi abbiamo con il creato una relazione non tanto buona, no? E’ l’uomo che ci dà questo spirito di pace, l’uomo povero. Ah, come vorrei una Chiesa povera e per i poveri! Dopo, alcuni hanno fatto diverse battute. “Ma, tu dovresti chiamarti Adriano, perché Adriano VI è stato il riformatore, bisogna riformare “. E un altro mi ha detto: “No, no: il tuo nome dovrebbe essere Clemente”. “Ma perché?”. “Clemente XV: così ti vendichi di Clemente XIV che ha soppresso la Compagnia di Gesù!”. Sono battute. Vi voglio tanto bene, vi ringrazio per tutto quello che avete fatto.
“Custodiamo Cristo nella nostra vita, per custodire gli altri, per custodire il creato! La vocazione del custodire, però, non riguarda solamente noi cristiani, ha una dimensione che precede e che è semplicemente umana, riguarda tutti. E’ il custodire l’intero creato, la bellezza del creato, come ci viene detto nel Libro della Genesi e come ci ha mostrato San Francesco d’Assisi: è l’avere rispetto per ogni creatura di Dio e per l’ambiente in cui viviamo.”
Pochissimi giorni dopo, nel videomessaggio in occasione dell’Ostensione straordinaria della Sacra Sindone di Torino, Papa Francesco ci ha invitati a pregare proprio con le parole di San Francesco:
“Per questo, contemplando l’Uomo della Sindone, faccio mia, in questo momento, la preghiera che san Francesco d’Assisi pronunciò davanti al Crocifisso:
Altissimo e glorioso Dio,
illumina le tenebre del cuore mio.
E dammi fede retta, speranza certa, carità perfetta,
senno e conoscimento, Signore,
che faccia il tuo santo e verace comandamento. Amen.”
4) La preghiera inviata con il tablet: O Francesco d’Assisi, intercedi per la pace dei nostri cuori
San Francesco e Papa Francesco, legati tra di loro anche attraverso internet.
Il 2 maggio 2013, Papa Francesco, collegato con il suo tablet al sito web che trasmette in streaming le immagini della tomba di San Francesco, ha inviato questa preghiera:
“O Francesco d’Assisi, intercedi per la pace dei nostri cuori“.
5) Papa Francesco e la benedizione a Frate Leone
Il 26 maggio 2013, al termine della prima visita di Papa Francesco ad una parrocchia romana (Santi Elisabetta e Zaccaria a Valle Muricana) un gruppo di bambini ha cantato per il Papa la benedizione che San Francesco aveva scritto di suo pugno per Frate Leone: “Benedicat tibi Dominus et custodiat te; ostendat faciem suam tibi et misereatur tui. Convertat vultum suum ad te et det tibi pacem. Dominus benedicat te.” (“Il Signore ti benedica e ti custodisca, mostri a te il suo volto e abbia misericordia di te. Rivolga verso di te il suo sguardo e ti dia pace. Il Signore benedica te, frate Leone.”). Papa Francesco ha accolto la preghiera con il capo chino e subito dopo si è fermato con i bambini, offrendo loro una piccola catechesi sulla benedizione: “Ogni cristiano può benedire. Cosa vuol dire benedire? Dire bene!”
6) Papa Francesco alla GMG di Rio: in visita all’ ospedale Sao Francisco de Assis na providencia
Papa Francesco ha ripetutamente citato San Francesco d’Assisi anche durante la GMG di Rio. Il 24 luglio 2013, in visita all’ospedale Sao Francisco de Assis na providencia, ha pronunciato queste parole:
“Dio ha voluto che i miei passi, dopo il Santuario di Nostra Signora di Aparecida, si incamminassero verso un particolare santuario della sofferenza umana qual è l’Ospedale San Francesco di Assisi. E’ ben nota la conversione del vostro Santo Patrono: il giovane Francesco abbandona ricchezze e comodità per farsi povero tra i poveri, capisce che non sono le cose, l’avere, gli idoli del mondo ad essere la vera ricchezza e a dare la vera gioia, ma è il seguire Cristo e il servire gli altri; ma forse è meno conosciuto il momento in cui tutto questo è diventato concreto nella sua vita: è quando ha abbracciato un lebbroso. Quel fratello sofferente è stato «mediatore di luce […] per San Francesco d’Assisi» (Lett. enc. Lumen fidei, 57), perché in ogni fratello e sorella in difficoltà noi abbracciamo la carne sofferente di Cristo. Oggi, in questo luogo di lotta contro la dipendenza chimica, vorrei abbracciare ciascuno e ciascuna di voi, voi che siete la carne di Cristo, e chiedere che Dio riempia di senso e di ferma speranza il vostro cammino, e anche il mio.”
7) Mi viene in mente la storia di san Francesco d’Assisi
Sempre alla GMG di Rio, il 27 luglio 2013 durante la veglia di preghiera con i giovani sul Lungomare di Copacabana a Rio de Janeiro, Papa Francesco ha ricordato San Francesco d’Assisi proprio all’inizio del suo discorso ufficiale:
“Carissimi giovani,
Guardando voi oggi qui presenti, mi viene in mente la storia di san Francesco d’Assisi. Davanti al Crocifisso sente la voce di Gesù che gli dice: “Francesco, va’ e ripara la mia casa”. E il giovane Francesco risponde con prontezza e generosità a questa chiamata del Signore: riparare la sua casa. Ma quale casa? Piano piano, si rende conto che non si trattava di fare il muratore e riparare un edificio fatto di pietre, ma di dare il suo contributo per la vita della Chiesa; si trattava di mettersi a servizio della Chiesa, amandola e lavorando perché in essa si riflettesse sempre più il Volto di Cristo.”
8) Papa Francesco ai catechisti: ‘Siate Creativi’ e ricorda le parole di San Francesco
Un altro riferimento a San Francesco lo troviamo nel discorso pronunciato il 27 settembre 2013, durante l’Udienza ai partecipanti al Congresso internazionale sulla Catechesi:
“San Francesco di Assisi diceva ai suoi frati: Predicate sempre il Vangelo e se fosse necessario anche con le parole. Ma prima viene la testimonianza: che la gente veda nella nostra vita il Vangelo, possa leggere il Vangelo. Ed ‘essere’ catechisti chiede amore, amore sempre più forte a Cristo, amore al suo popolo santo. E questo amore non si compra nei negozi; non si compra qui a Roma, neppure. Questo amore viene da Cristo! E’ un regalo di Cristo!”
9) Non sono certo San Francesco d’Assisi
Nell’intervista di Scalfari a Papa Francesco pubblicata su Repubblica il 1 ottobre 2013 leggiamo:
“Non sono certo Francesco d’Assisi e non ho la sua forza e la sua santità. Ma sono il Vescovo di Roma e il Papa della cattolicità. Ho deciso come prima cosa di nominare un gruppo di otto cardinali che siano il mio consiglio. Non cortigiani ma persone sagge e animate dai miei stessi sentimenti. Questo è l’inizio di quella Chiesa con un’organizzazione non soltanto verticistica ma anche orizzontale.“
10) Papa Francesco visita Assisi e cita ripetutamente San Francesco
Il forte legame tra Papa Francesco e San Francesco d’Assisi permea anche tutto il viaggio del Papa nella città del poverello. Il 4 ottobre 2013, nel discorso ai poveri assistiti dalla Caritas nella Sala della Spogliazione del Vescovado, Papa Francesco ha pronunciato queste parole:
“Quando Francesco, qui, ha fatto quel gesto di spogliarsi era un ragazzo giovane, non aveva forza per questo. È stata la forza di Dio che lo ha spinto a fare questo, la forza di Dio che voleva ricordarci quello che Gesù ci diceva sullo spirito del mondo, quello che Gesù ha pregato al Padre, perché il Padre ci salvasse dallo spirito del mondo. Oggi, qui, chiediamo la grazia per tutti i cristiani. Che il Signore dia a tutti noi il coraggio di spogliarci, ma non di 20 lire, spogliarci dello spirito del mondo, che è la lebbra, è il cancro della società! È il cancro della rivelazione di Dio! Lo spirito del mondo è il nemico di Gesù! Chiedo al Signore che, a tutti noi, dia questa grazia di spogliarci. Grazie!”
Durante l’omelia pronunciata nella Piazza San Francesco d’Assisi: “Oggi anch’io, come tanti pellegrini, sono venuto per rendere lode al Padre di tutto ciò che ha voluto rivelare a uno di questi “piccoli” di cui ci parla il Vangelo: Francesco, figlio di un ricco commerciante di Assisi. L’incontro con Gesù lo portò a spogliarsi di una vita agiata e spensierata, per sposare “Madonna Povertà” e vivere da vero figlio del Padre che è nei cieli. Questa scelta, da parte di san Francesco, rappresentava un modo radicale di imitare Cristo, di rivestirsi di Colui che, da ricco che era, si è fatto povero per arricchire noi per mezzo della sua povertà (cfr 2 Cor 8,9). In tutta la vita di Francesco l’amore per i poveri e l’imitazione di Cristo povero sono due elementi uniti in modo inscindibile, le due facce di una stessa medaglia.“
Più tardi alle Clarisse: “Oggi nella Messa, parlando del Crocifisso, dicevo che Francesco lo aveva contemplato con gli occhi aperti, con le ferite aperte, con il sangue che veniva giù. E questa è la vostra contemplazione: la realtà. La realtà di Gesù Cristo. Non idee astratte, non idee astratte, perché seccano la testa. La contemplazione delle piaghe di Gesù Cristo! E le ha portate in Cielo, e le ha! È la strada dell’umanità di Gesù Cristo: sempre con Gesù, Dio-uomo.“
Come dimenticare poi le parole pronunciate al Duomo di San Rufino con l’invito a ricordare la data del proprio battesimo?: “Qui si conserva il fonte battesimale dove san Francesco e santa Chiara furono battezzati, che in quel tempo si trovava nella Chiesa di Santa Maria. La memoria del Battesimo è importante! Il Battesimo è la nostra nascita come figli della Madre Chiesa. Io vorrei farvi una domanda: chi di voi sa il giorno del suo Battesimo? Pochi! Pochi… Adesso, compiti a casa! Mamma, papà, dimmi: quando sono stato battezzato? Ma, è importante, perché è il giorno della nascita come figlio di Dio.“
Infine a Santa Maria degli Angeli: “Ma qui ad Assisi non c’è bisogno di parole! C’è Francesco, c’è Chiara, parlano loro! Il loro carisma continua a parlare a tanti giovani nel mondo intero: ragazzi e ragazze che lasciano tutto per seguire Gesù sulla via del Vangelo.“
11) Papa Francesco al Quirinale: ad Assisi ho toccato con mano le ferite che affliggono oggi tanta gente
Anche durante la sua prima visita al Quirinale, il 14 novembre 2013, Papa Francesco ha ricordato San Francesco d’Assisi: “[…] Ricordo poi la visita a Cagliari, per pregare davanti alla Madonna di Bonaria; e quella ad Assisi, per venerare il Santo che dell’Italia è patrono e di cui ho preso il nome. Anche in questi luoghi ho toccato con mano le ferite che affliggono oggi tanta gente.“
12) Evangelii Gaudium
Anche nell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium troviamo citato San Francesco d’Assisi. Al numero 183: “Chi oserebbe rinchiudere in un tempio e far tacere il messaggio di san Francesco di Assisi e della beata Teresa di Calcutta?” e poco più avanti “Piccoli ma forti nell’amore di Dio, come san Francesco d’Assisi, tutti i cristiani siamo chiamati a prenderci cura della fragilità del popolo e del mondo in cui viviamo. “
13) Messaggio per la XXIX Giornata Mondiale della Gioventù
“San Francesco d’Assisi ha compreso molto bene il segreto della Beatitudine dei poveri in spirito. Infatti, quando Gesù gli parlò nella persona del lebbroso e nel Crocifisso, egli riconobbe la grandezza di Dio e la propria condizione di umiltà. Nella sua preghiera il Poverello passava ore a domandare al Signore: «Chi sei tu? Chi sono io?». Si spogliò di una vita agiata e spensierata per sposare “Madonna Povertà”, per imitare Gesù e seguire il Vangelo alla lettera. Francesco ha vissuto l’imitazione di Cristo povero e l’amore per i poveri in modo inscindibile, come le due facce di una stessa medaglia.”
14) Intervista al Corriere della Sera: Vi Racconto il mio Primo Anno da Papa
Come già accaduto nell’intervista a Repubblica, anche in quella pubblicata il 5 marzo 2014 sul Corriere della Sera, Papa Francesco ha fatto dei riferimenti a San Francesco: “Il Vangelo condanna il culto del benessere. Il pauperismo è una delle interpretazioni critiche. Nel Medioevo c’erano molte correnti pauperistiche. San Francesco ha avuto la genialità di collocare il tema della povertà nel cammino evangelico. Gesù dice che non si possono servire due signori, Dio e la Ricchezza.”
15) Se distruggiamo il creato la natura ci distruggerà
Anche nel corso dell’Udienza Generale del 21 maggio 2014, durante il ciclo di catechesi dedicata ai Doni dello Spirito Santo, Papa Francesco ha fatto numerosi riferimenti al creato ed ha citato San Francesco: “Tutto questo è motivo di serenità e di pace e fa del cristiano un testimone gioioso di Dio, sulla scia di san Francesco d’Assisi e di tanti santi che hanno saputo lodare e cantare il suo amore attraverso la contemplazione del creato.“
16) Preghiera Semplice di San Francesco per l’incontro con Abu Mazen e Peres
La Preghiera Semplice di San Francesco è stata anche la protagonista dell’incontro di Preghiera per la Pace in Terra Santa, dello scorso 8 giugno 2014 in Vaticano. I leader israeliano e palestinese sono stati ospiti del pontefice in Vaticano insieme al patriarca ecumenico di Costantinopoli. Un momento storico nei giardini della Santa Sede: tutti insieme a pregare per la pace in Terra Santa.
“O Signore, fa’ di me uno strumento della tua Pace: Dove e’ odio, fa’ ch’io porti l’Amore, Dove e’ offesa, ch’io porti il Perdono. Dove e’ discordia, ch’io porti l’Unione. Dove e’ dubbio, ch’io porti la Fede. Dove e’ errore, ch’io porti la Verita’. Dove e’ disperazione, ch’io porti la Speranza. Dove e’ tristezza, ch’io porti la Gioia. Dove sono le tenebre, ch’io porti la Luce. O Maestro, fa’ che io non cerchi tanto l’essere consolato, quanto il consolare. L’essere compreso, quanto il comprendere. L’essere amato, quanto l’amare. Poiche’ e’ dando, che si riceve; Perdonando, che si e’ perdonati; Morendo, che si risuscita a Vita Eterna“.
17) Angelus 29 luglio 2014: Il Vangelo ti fa conoscere Gesù
Papa Francesco ha citato San Francesco d’Assisi anche durante l’Angelus dello scorso 29 luglio 2014:
“Pensiamo a san Francesco di Assisi: lui era già un cristiano, ma un cristiano “all’acqua di rose”. Quando lesse il Vangelo, in un momento decisivo della sua giovinezza, incontrò Gesù e scoprì il Regno di Dio, e allora tutti i suoi sogni di gloria terrena svanirono. Il Vangelo ti fa conoscere Gesù vero, ti fa conoscere Gesù vivo; ti parla al cuore e ti cambia la vita. E allora sì, lasci tutto.”
Al termine dell’Angelus, domenica 24 agosto, Papa Francesco ha salutato i 600 pellegrini bergamaschi che sono arrivati in piazza San Pietro a piedi da Assisi insieme al vescovo Mons. Beschi:
Saluto i seicento giovani di Bergamo, che a piedi, insieme al loro Vescovo, sono giunti a Roma da Assisi, cioè “da Francesco a Francesco”, come è scritto lì. Ma siete bravi voi bergamaschi! Ieri sera il vostro Vescovo, assieme a uno dei sacerdoti che vi accompagna, mi ha raccontato come avete vissuto questi giorni di pellegrinaggio: complimenti! Cari giovani, tornate a casa con il desiderio di testimoniare a tutti la bellezza della fede cristiana.
Papa Francesco è tornato a parlare dello “spirito di Assisi” anche nel messaggio letto in occasione della XXVIII edizione dell’Incontro Internazionale Uomini e Religiosi promosso dalla Comunità di Sant’Egidio ad Anversa, in Belgio:
È in questo senso che le nostre varie tradizioni religiose possono, nello “spirito di Assisi” dare un contributo alla pace. Lo possiamo fare con la forza della preghiera. Tutti noi ci siamo resi conto che la preghiera e il dialogo sono profondamente correlati e si arricchiscono a vicenda. Io spero che questi giorni di preghiera e di dialogo servano a ricordare che la ricerca della pace e della comprensione attraverso la preghiera possono creare legami durevoli di unità e prevalere sulle passioni di guerra. La guerra non è mai necessaria, né inevitabile. Si può sempre trovare un’alternativa: è la via del dialogo, dell’incontro e della sincera ricerca della verità.
20) 4 ottobre 2014: Veglia di preghiera in preparazione al Sinodo sulla famiglia
Papa Francesco ha citato San Francesco anche durante la veglia di apertura del Sinodo sulla Famiglia:A quel punto le tre cose: il nostro ascolto e il nostro confronto sulla famiglia, amata con lo sguardo di Cristo, diventeranno un’occasione provvidenziale con cui rinnovare – sull’esempio di San Francesco – la Chiesa e la società. Con la gioia del Vangelo ritroveremo il passo di una Chiesa riconciliata e misericordiosa, povera e amica dei poveri; una Chiesa in grado di “vincere con pazienza e amore le afflizioni e le difficoltà che le vengono sia da dentro che da fuori”.
Durante l’incontro con i Movimenti Popolari, ricevuti nell’Aula Vecchia del Sinodo in Vaticano, Papa Francesco ha ricordato la definizione “sorella madre terra” coniata da San Francesco d’Assisi:
In questo incontro avete parlato anche di Pace ed Ecologia. È logico: non ci può essere terra, non ci può essere casa, non ci può essere lavoro se non abbiamo pace e se distruggiamo il pianeta. Sono temi così importanti che i popoli e le loro organizzazioni di base non possono non affrontare. Non possono restare solo nelle mani dei dirigenti politici. Tutti i popoli della terra, tutti gli uomini e le donne di buona volontà, tutti dobbiamo alzare la voce in difesa di questi due preziosi doni: la pace e la natura. La sorella madre terra, come la chiamava san Francesco d’Assisi. Poco fa ho detto, e lo ripeto, che stiamo vivendo la terza guerra mondiale, ma a pezzi. Ci sono sistemi economici che per sopravvivere devono fare la guerra. Allora si fabbricano e si vendono armi e così i bilanci delle economie che sacrificano l’uomo ai piedi dell’idolo del denaro ovviamente vengono sanati. E non si pensa ai bambini affamati nei campi profughi, non si pensa ai dislocamenti forzati, non si pensa alle case distrutte, non si pensa neppure a tante vite spezzate. Quanta sofferenza, quanta distruzione, quanto dolore!
«Prima che arrivasse Francesco d’Assisi c’erano i “pauperisti”, nel Medio Evo ci sono state molte correnti pauperistiche. Il pauperismo è una caricatura del Vangelo e della stessa povertà. Invece san Francesco ci ha aiutato a scoprire il legame profondo tra la povertà e il cammino evangelico. Gesù afferma che non si possono servire due padroni, Dio e la ricchezza. È pauperismo? Gesù ci dice qual è il “protocollo” sulla base del quale noi saremo giudicati, è quello che leggiamo nel capitolo 25 del Vangelo di Matteo: ho avuto fame, ho avuto sete, sono stato in carcere, ero malato, ero nudo e mi avete aiutato, vestito, visitato, vi siete presi cura di me. Ogni volta che facciamo questo a un nostro fratello, lo facciamo a Gesù. Avere cura del nostro prossimo: di chi è povero, di chi soffre nel corpo nello spirito, di chi è nel bisogno.
24) 18 gennaio 2015: Incontro con i giovani al campo sportivo dell’Università Santo Tomas di Manila
Anche durante il Viaggio Apostolico nelle Filppine, nel corso dell’incontro con i giovani all’Università Santo Tomas di Manila, Papa Francesco ha citato San Francesco come esempio:
Lasciati sorprendere dall’amore di Dio! Non abbiate paura delle sorprese, che ti scuotono, ti mettono in crisi, ma ci mettono in cammino. Il vero amore ti spinge a spendere la vita anche a costo di rimanere a mani vuote. Pensiamo a san Francesco: lasciò tutto, morì con le mani vuote ma con il cuore pieno.
25) 31 gennaio 2015: la terra è madre. Udienza di Papa Francesco ai membri della Coldiretti
C’è terra e terra. C’è la terra-merce, da cui risucchiare brutalmente ogni linfa per ingrassare gli utili per poi abbandonarla “perché non serve a niente”. E c’è quella coltivata con rispetto, perché la terra è una “madre”. Così si è rivolto Papa Francesco ai membri della Coldiretti ricevuti in Udienza sabato 31 gennaio 2015:
“Vorrei rivolgere un invito e una proposta. L’invito è quello di ritrovare l’amore per la terra come “madre” – direbbe san Francesco – dalla quale siamo tratti e a cui siamo chiamati a tornare costantemente. E da qui viene anche la proposta: custodire la terra, facendo alleanza con essa, affinché possa continuare ad essere, come Dio la vuole, fonte di vita per l’intera famiglia umana”.
26) 15 febbraio 2015: Papa Francesco ai nuovi cardinali: ricordiamo sempre San Francesco, che non ha avuto paura di abbracciare il lebbroso
“Ricordiamo sempre l’immagine di San Francesco che non ha avuto paura di abbracciare il lebbroso e di accogliere coloro che soffrono qualsiasi genere di emarginazione. In realtà, cari fratelli, sul vangelo degli emarginati, si gioca e si scopre e si rivela la nostra credibilità!”. Nell’omelia della Messa con i 20 nuovi membri del Collegio cardinalizio, papa Francesco indica il terreno di prova di una vita cristiana autentica e mostra con decisione la strada della sua Chiesa accogliente e in uscita: il vangelo degli emarginati, vissuto dal Santo d’Assisi, e la scelta della logica dell’amore contro le tentazioni della paura, della chiusura e dell’autolimitazione.
27) 22 marzo 2015: Giornata dell’acqua,
il Papa cita San Francesco d’Assisi: ‘Laudato si’, mi’ Signore, per sora aqua’
Appello del Papa, al termine dell’Angelus in piazza San Pietro, affinchè l’acqua sia considerata un bene comune e nessuno sia discriminato nell’accesso e nell’uso. “Oggi – ha detto il Santo Padre – ricorre la Giornata mondiale dell’acqua, promossa dalle Nazioni unite. L’acqua è l’elemento più essenziale per la vita, e dalla nostra capacita di custodirlo e di condividerlo dipende il futuro dell’umanità. Incoraggio pertanto la comunità internazionale a vigilare affinchè le acque del pianeta siano adeguatamente protette e nessuno sia escluso o discriminato nell’uso di questo bene, che è un bene comune per eccellenza”. Papa Bergoglio ha poi citato San Francesco d’Assisi: “Laudato si’, mì Signore, per sora aqua, / la quale è molto utile et humile et pretiosa et casta”.
28) Bozza Enciclica “Laudato si'”: Papa Francesco cita San Francesco per 12 volte« Laudato si’, mi’ Signore », cantava san Francesco d’Assisi. In questo bel cantico ci ricordava che la nostra casa comune è anche come una sorella, con la quale condividiamo l’esistenza, e come una madre bella che ci accoglie tra le sue braccia: « Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba »”Non voglio procedere in questa Enciclica senza ricorrere a un esempio bello e motivante. Ho preso il suo nome come guida e come ispirazione nel momento della mia elezione a Vescovo di Roma. Credo che Francesco sia l’esempio per eccellenza della cura per ciò che è debole e di una ecologia integrale, vissuta con gioia e autenticità.””Così come succede quando ci innamoriamo di una persona, ogni volta che Francesco guardava il sole, la luna, gli animali più piccoli, la sua reazione era cantare, coinvolgendo nella sua lode tutte le altre creature. “”La povertà e l’austerità di San Francesco non erano un ascetismo solamente esteriore, ma qualcosa di più radicale: una rinuncia a fare della realtà un mero oggetto di uso e di dominio.””D’altra parte, San Francesco, fedele alla Scrittura, ci propone di riconoscere la natura come uno splendido libro nel quale Dio ci parla e ci trasmette qualcosa della sua bellezza e della sua bontà: « Difatti dalla grandezza e bellezza delle creature per analogia si contempla il loro autore » (Sap 13,5) e « la sua eterna potenza e divinità vengono contemplate e comprese dalla creazione del mondo attraverso le opere da lui compiute » (Rm 1,20).””Per questo è significativo che l’armonia che San Francesco d’Assisi viveva con tutte le creature sia stata interpretata come una guarigione di tale rottura. “”San Bonaventura disse che attraverso la riconciliazione universale con tutte le creature in qualche modo Francesco era riportato allo stato di innocenza originaria.””Quando ci si rende conto del riflesso di Dio in tutto ciò che esiste, il cuore sperimenta il desiderio di adorare il Signore per tutte le sue creature e insieme ad esse, come appare nel bellissimo cantico di san Francesco d’Assisi:
« Laudato sie, mi’ Signore,
cum tucte le tue creature,
spetialmente messor lo frate sole,
lo qual è iorno, et allumini noi per lui.
Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore:
de te, Altissimo, porta significatione.
Laudato si’, mi’ Signore, per sora luna e le stelle:
in celu l’ài formate clarite et pretiose et belle.»
“Ciò mette a rischio il senso della lotta per l’ambiente. Non è un caso che, nel cantico in cui loda Dio per le creature, san Francesco aggiunga: « Laudato si’, mi’ Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore ». Tutto è collegato. Per questo si richiede una preoccupazione per l’ambiente unita al sincero amore per gli esseri umani e un costante impegno riguardo ai problemi della società.”
“La spiritualità cristiana, insieme con lo stupore contemplativo per le creature che troviamo in San Francesco d’Assisi, ha sviluppato anche una ricca e sana comprensione del lavoro, come possiamo riscontrare, per esempio, nella vita del beato Charles de Foucauld e dei suoi discepoli.”
“Ricordiamo il modello di San Francesco d’Assisi, per proporre una sana relazione col creato come una dimensione della conversione integrale della persona. Questo esige anche di riconoscere i propri errori, peccati, vizi o negligenze, e pentirsi di cuore, cambiare dal di dentro.”
“Invito tutti i cristiani a esplicitare questa dimensione della propria conversione, permettendo che la forza e la luce della grazia ricevuta si estendano anche alla relazione con le altre creature e con il mondo che li circonda, e susciti quella sublime fratellanza con tutto il creato che San Francesco d’Assisi visse in maniera così luminosa.”
29) Omelia della Santa Messa nella Solennità dei Santi Pietro e Paolo, 29 giugno 2015:
Non c’è testimonianza senza vita coerente
“La Chiesa – ha rilevato il Papa – vi vuole uomini di fede, maestri di fede: che insegnino ai fedeli a non aver paura dei tanti Erode che affliggono con persecuzioni, con croci di ogni genere. Nessun Erode è in grado di spegnere la luce della speranza, della fede e della carità di colui che crede in Cristo! La Chiesa vi vuole uomini di testimonianza. Diceva san Francesco ai suoi frati:predicate sempre il Vangelo e, se fosse necessario, anche con le parole! (cfr Fonti Francescane, 43). Non c’è testimonianza senza una vita coerente!”.