LA GRAZIA ABITA IL SILENZIO – Dove è Dio oggi? In queste ore di guerra e bambini ammazzati, disgrazie a ripetizione causate da uomini feroci ed armati da tasche di altri uomini feroci altrettanto. Perché Dio non interviene? Come puo’ permettere tutto ciò? Molte volte, specialmente incontrando giovani che non hanno il dono della fede, sento risuonare questa domanda. L’ultimo a porre questo quesito è stato proprio questa sera Joel, un ragazzo di 23 anni, di Gerusalemme ed ebreo, a Roma per studiare, che non condivide le bombe che stanno massacrando i suoi coetanei a Gaza. Ed anche lui, pur conoscendo le modalità di questa guerra in corso, mi chiede: ma perchè Dio sta in silenzio?
” Di sei devoti, cinque invocano Dio a gran voce, chiamandolo Amato. Soltanto uno prega silenziosamente nella profonda quiete della propria anima. Dice un saggio Indiano: -Quest‘ultimo sarà il solo a cui verrà affidata la perla preziosa della Grazia Divina. La sua lingua prega in silenzio, mentre il suo cuore è immerso nella gloria di Dio-” (Kabir Das – Mistico Indiano)
Il silenzio è il primo passo verso l’incontro con Dio.
La necessità di un silenzio delle parole è predicata da Santi e maestri spirituali, poiché la lingua è spesso occasione di peccato, di dispersione inutile, di distrazione. Tacere e moderare le parole, ma non solo: cercare l’allontanamento dalla civiltà del rumore e dall’attivismo sfrenato. Il silenzio esteriore restituisce al corpo, alla mente e allo spirito quella calma necessaria per recuperare il silenzio interiore.
Il silenzio del cuore è ciò che ci permette di essere lucidi, vigilanti ed accoglienti verso noi stessi, verso gli altri e verso Dio. Per tutti i mistici il silenzio interiore è il luogo in cui incontriamo Dio e, con Dio e in Dio, il nostro prossimo.
L’uomo contemporaneo ha paura del silenzio perchè, più o meno inconsciamente, ha eliminato la fonte del proprio silenzio, cioè Dio.
C’è un silenzio vuoto e un silenzio pieno.
Il silenzio vuoto è freddo e incute paura, perchè in esso facciamo i conti con le nostre povertà. Il silenzio pieno è il silenzio abitato da Dio; è quello spazio di fiducia e di intimità in cui lasciamo entrare l’Amato e allora il vuoto si riempie di calore e di vita.
I contemplativi sanno che solo attraverso la dura disciplina del silenzio si può giungere a percepire la Presenza di Dio. Talvolta, tuttavia, Dio tarda a farsi sentire.
E’ la prova del silenzio di Dio, che porta con sé aridità e sofferenza. Quando tutto tace, quando nella solitudine e nell’abbandono del silenzio più totale non si sente la Voce di Dio, si vive nell’attesa di un segno.
La consolazione sarà comprendere che se Dio tace, tace per amore, e se parla, parla per amore. Dopo il tempo della prova, ecco che il silenzio, improvvisamente ed inaspettatamente, diventa una chiara eco del Verbo.
Silenzio è il nuovo nome di Dio.
Egli penetra, crea, conserva e sostiene tutto. E nessuno se ne accorge. Se non avessimo la sua Parola e le evidenti quotidiane esperienze del suo amore, diremmo che Dio è enigma. Ma non è esattamente così: Dio è silenzio.
Da sempre e per sempre. Opera silenziosamente nelle profondità delle anime. Il nostro Dio è sconcertante proprio perchè è essenzialmente gratuità. Tutto proviene da Lui: la grazia, la gloria, il merito e il premio. Noi non meritiamo nulla, riceviamo tutto.
Egli ci ha amati per primo: nessun essere umano può chiedergli conto delle sue decisioni, nessuno può ergersi di fronte a Lui, reclamando, esigendo o contestando.
Tutto è grazia.
Perciò le sue vie sono sconcertanti e spesso ci confondono.
Talvolta abbiamo l’impressione che il Padre ci abbandoni; invece, all’angolo della strada, ci invade repentinamente con una visita inebriante.
Nel suo operare non c’è logica umana.
I suoi pensieri e criteri sono diversi dai nostri.
La cosa più difficile è aver pazienza col nostro Dio ed è ugualmente difficile, nel nostro cammino verso di Lui, accettare nella pace tale gratuità essenziale, sopportare con pazienza i suoi tempi, accettare in silenzio le realtà volute o permesse da Lui.
La sua grazia opera in silenzio, si inserisce tacitamente nella complessa indole della natura umana.
E il peccato?
E’ il supremo mistero del silenzio.
Chi lo può pesare?
La fedeltà è un duello tra la grazia e la libertà.
Chi la può misurare?
In quale grado fa pressione la grazia e in quale misura resiste la libertà?
Tutto rimane avvolto nel silenzio, senza risposta.
Tutto è coperto da un velo.
Tutto è silenzio.
Ciò che è definitivo porta il marchio del silenzio.
Quanti contemporanei percepirono almeno un bagliore della presenza del Dio Eterno, che abitava nel misterioso Nazareno di nome Gesù?
Chi avrebbe mai pensato che questo fanciullo, nato in un oscuro angolo del mondo, avrebbe lasciato un’impronta profonda nella storia?
Con quali occhi Filippo, Pietro e Andrea contemplarono Gesù?
Che pensarono veramente di lui Nicodemo e Caifa?
La traversata del Figlio di Dio, attraverso le profonde acque umane, avvenne in un completo silenzio.
Chi contempla questo fatto rimane ammutolito.
La meteora percorre il firmamento in silenzio, ma per lo meno brilla.
Dio, nel suo passaggio attraverso l’esperienza umana, non brillò neppure: fu solo eclissi e silenzio.
Quanti vennero a conoscenza del fatto che quell’umile donna di Nazaret, che trasportava acqua e legna, che non s’impicciava dei fatti dl vicinato, ma che aiutava tutti in ogni necessità, quanti, seppero che era
“piena di grazia”, privilegiata dal Signore, eccelsa tra tutte le donne della terra?
Che pensavano di lei i suoi parenti di Cana e i suoi familiari?
Tutto il mistero di Maria fu sepolto tra le pieghe del silenzio, lungo il corso della sua vita.
Molti dei suoi privilegi, Immacolata, Assunzione…., passarono sotto il silenzio per secoli, persino nella Chiesa.
Torniamo alla medesima conclusione: tutto ciò che è definitivo è silenzioso!