La strada è un susseguirsi di massi e crateri, le ferite lasciate dal terremoto che, con le sue scosse più forti, ha ridotto all’isolamento il paese di Castelluccio di Norcia e tutto l’altopiano che lo circonda. Attualmente, a presidio della Perla dei Sibillini restano quattro alpini e una settantina di cavalli lasciati allo stato brado dagli allevatori.
Unico mezzo: i quad cingolati A raggiungere il paese, nei giorni scorsi, i tecnici del Soccorso alpino e speleologico dell’Umbria e il videoreporter Matteo Berlenga, che ha documentato il viaggio effettuato solo in parte con i fuoristrada: per scavalcare gli ostacoli e le montagne di neve accumulate dal vento sono stati necessari i quad cingolati. Lungo la strada anche la carcassa di una mucca e i lupi, che si aggirano nel Pian Grande alla ricerca di cibo.
Strada sconquassata ma iniziati i rilievi «Sicuramente nei prossimi giorni arriveranno nuove nevicate per cui volevamo fare una verifica», dice Mauro Guiducci, presidente del Soccorso alpino. La strada è quella che da Norcia risale fino al Pian Grande, per intenderci quella che tutti i visitatori percorrevano tranquillamente fino all’estate scorsa per andare a Castelluccio. Ora è disastrata e percorribile solo con grande fatica e cautela da parte dei mezzi di soccorso. Sono, però, iniziati i rilevamenti da parte dei tecnici della Provincia di Perugia che poi faranno scattare i lavori appena il meteo lo permetterà. «Certo il ghiaccio continuerà a danneggiare l’asfalto – aggiunge Guiducci – ma è inevitabile, solo con il disgelo si potrà iniziare a lavorare». L’obiettivo dichiarato è riaprire la strada per la prossima estate, affinché si torni a Castelluccio per la fiorita.
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I quattro alpini non si muovono A presidiare Castelluccio, al momento, ci sono quattro alpini del quinto reggimento. «Siamo qui per vigilare sul paese di Castelluccio – spiega il caporal maggiore Daniel Langerame – e per impedire l’accesso alle zone rosse contro eventuali sciacalli». La vita è dura, in un paese completamente isolato, battuto dalle tormente di neve e alloggiando dentro un container. «Grazie alle peculiarità del nostro corpo, noi siamo preparati ad affrontare le intemperie e la neve, che non ci ferma durante i nostri servizi». Per un cambio turno, nei giorni scorsi, i militari hanno affrontato anche 5 ore di ciaspolata dalla strada di Visso, ora parzialmente liberata ma comunque da percorrere con mezzi cingolati. «In questi giorni il paese è vuoto – sottolinea Guiducci – e se continuerà a nevicare sarà ancora così, ma se migliorerà si comincerà a vedere qualche escursionista e curioso per cui il presidio dei soldati è importante e necessario».
I 70 cavalli liberi Oltre agli alpini, ai lupi e alle volpi, il Pian Grande è abitato anche da una settantina di cavalli lasciati allo stato brado. «Un allevatore mi ha detto che sopravvivono senza problema tutto l’anno da soli quassù – riferisce il presidente del Soccorso alpino dell’Umbria -, sono abituati al freddo e mangiano l’erba che trovano. Vivono nella libertà più assoluta». Per loro, dunque, non è altro che un inverno come un altro.
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Fonte www.umbria24.it/Ivano Porfiri