Appena ritornati presso la folla, si avvicinò a Gesù un uomo che gli si gettò in ginocchio e disse: «Signore, abbi pietà di mio figlio! È epilettico e soffre molto; cade spesso nel fuoco e sovente nell’acqua. L’ho portato dai tuoi discepoli, ma non sono riusciti a guarirlo». E Gesù rispose: «O generazione incredula e perversa! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo qui da me». Gesù lo minacciò e il demonio uscì da lui, e da quel momento il ragazzo fu guarito. Allora i discepoli si avvicinarono a Gesù, in disparte, e gli chiesero: «Perché noi non siamo riusciti a scacciarlo?». Ed egli rispose loro: «Per la vostra poca fede. In verità io vi dico: se avrete fede pari a un granello di senape, direte a questo monte: “Spòstati da qui a là”, ed esso si sposterà, e nulla vi sarà impossibile» (Mt 17,14-21).
Il miracolo
Usare Cristo, strumentalizzarlo, è realtà che si verifica ogni giorno. Tutti vanno da Lui per le cose del corpo. Pochi lo cercano per le cose dell’anima. Ci cerca Gesù per le cose dell’anima è la donna peccatrice.
Mai Gesù si è tirato indietro dinanzi ad un miracolo da compiere, ha però sempre manifestato che l’uomo non è solo corpo. Esso è anche anima. È spirito. Ha bisogno di Luce, Sapienza, Parola vera. Necessita di conoscere la vera via della salvezza. Guarire un corpo che poi precipiterà nella perdizione eterna a nulla serve. Guarire invece spirito e anima che condurranno il corpo nella gloria di Dio nei Cieli per l’eternità, questo sì che serve.
Gesù vuole liberare l’uomo dalla sua miopia spirituale. Anche la Chiesa dovrebbe prestare molta attenzione a non lasciarsi strumentalizzare, usare esclusivamente per le cose di questo mondo. Essa, in ogni suo figlio, in ogni sua opera, deve imitare Gesù Signore. Deve indicare ad ogni uomo la via della vita, sia esso sano, ricco, povero, ammalato, uomo, donna, santo, peccatore. A che serve nutrire un corpo, se poi si perdono nell’inferno corpo ed anima? A che serve cercare l’amicizia umana con i grandi della terra, se poi costoro per nostra colpa si perdono nella dannazione? Certo. Possiamo gloriarci di essere stati loro amici ed essi di essere stati nostri amici. Non li abbiamo però salvati e della loro perdizione siamo responsabili dinanzi a Dio.
Gesù non vuole essere responsabile dinanzi al Padre suo di nessuna anima che si perde perché Lui non ha parlato. Lui parla e lo afferma con chiarezza. Il miracolo deve essere frutto della vera fede, dell’accoglienza della pienezza della sua verità nel cuore. Non può essere un evento fuori contesto di salvezza. Di cose fuori contesto di salvezza noi ne facciamo tante. Anzi spesso sono solo queste le cose che facciamo. Per poter operare ogni cosa secondo la volontà di Dio occorre una perenne comunione con lo Spirito Santo. Gesù era sempre immerso nello Spirito e da Lui guidato sapeva sempre cosa fare, cosa dire, come dialogare, come rispondere, quali argomenti trattare, quali miracoli operare.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, quando ci perdiamo nei nostri pensieri, quando serviamo l‘uomo in modo errato, quando lo amiamo secondo vie umane e non divine, vieni in nostro soccorso. Mettici in comunione con lo Spirito del Signore, in modo che il nostro amore sia puro, santo, perfetto come il tuo.
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Don Francesco Cristofaro
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