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Il sangue versato da Gesù per la salvezza dell’umanità è oggetto di culto sin dai primi secoli dell’era cristiana. La devozione è cresciuta a partire dall’XI secolo. Specialmente in relazione alla diffusione della leggenda del Graal.
Secondo la tradizione, il soldato san Longino trafisse con la Sacra Lancia il costato di Gesù crocifisso per constatare fosse morto o meno. Dalla ferita il sangue sgorgò e cadde a terra. Longino, convertitosi, lo avrebbe raccolto in un vaso, fuggendo in Italia. Si sarebbe fermato a Mantova nel 37 d.C.. Sotterrando la preziosissima reliquia in una piccola cassetta di piombo, con sopra la scritta “Jesu Christi Sanguis”. In questo luogo, fu edificata la Basilica di Sant’Andrea.
Nell’anno 804, fu riportata alla luce la cassettina accanto alla sua tomba, e la reliquia fu ufficialmente riconosciuta dalla Chiesa Cattolica ed approvata per il culto da san Leone III. Particole del Preziossimo Sangue furono traslate nella Sainte-Chapelle di Parigi, di Santa Croce a Gustalla, San Giovanni in Laterano a Roma, Abbazia di Weingarten (associata alla confraternita del Preziosissimo Sangue in S. Andrea di Mantova).
Il culto del Preziosissimo Sangue, richiamandosi alla mutazione del vino nel sangue di Cristo durante la messa, è strettamente legato alla devozione eucaristica. La tradizione ritiene essere presenti reliquie del sangue di Cristo nelle chiese di Fécamp, basilica di Bruges, Neuvy, Sant’Andrea a Mantova, Santa Maria Assunta a Sarzana, San Giacomo a Clauzetto, che furono frequentate mete di pellegrinaggio.
La festa del Preziosissimo Sangue iniziò a essere celebrata in diverse località e venne introdotta a Roma nel 1849. Papa Pio X fissò per tale festa la data del 1º luglio. Nel 1970, con la riforma del calendario liturgico dopo il Concilio Vaticano II, la festa è stata unita alla celebrazione del Corpus Domini. Nella forma straordinaria del rito romano, che non accoglie le modifiche al calendario dopo il 1962, si celebra il 1º luglio come festa di I classe.
Il Magistero della Chiesa Cattolica insegna che, al termine della consacrazione eucaristica, il sacerdote In persona Christi opere la transustanziazione delle due specie eucaristiche (il pane e il vino) rispettivamente nel Corpo di Cristo e nel Sangue di Cristo.
In entrambi i casi, è sempre comunione al Corpo e al Sangue di Cristo, e il Sacramento dona egualmente la grazia di Dio. Nella singola specie è interamente presente Gesù Cristo Dio, in Corpo, Anima e Spirito: si intende quindi l’identità fra la singola specie eucaristica e Gesù resuscitato tre giorni dopo la morte di croce e asceso al cielo.
Lo storico della Chiesa Gaetano Moroni riferisce della comunione col solo sangue in uso al tempo di papa gelasio I, nel 492, ultimo Pontefice originario del continente africano. Anche il predicatore francese Jacques Bénigne Bossuet (1627-1704) riferì della disciplina sacramentale che prevedeva la comunione al solo calice degli infanti, secondo le indicazioni di [San Cipriano , vescovo di Cartagine e martire, trasmesse fino al tempo di Sant’Agostino (354-430). Fonte wikipedia.it
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