Una delle mie amiche è solita boicottare i miei progetti ogni volta che le propongo di fare qualcosa con i nostri figli. “Portiamo i bambini al parco”, dico, e subito risponde: “E se cadono dai giochi e si rompono qualcosa?”, “E se qualcuno li rapisce mentre siamo distratte?”, “E se una macchina perde il controllo ed entra nel parco e li investe?”, “E se mangiano un fiore velenoso e muoiono?”… Andare al parco inizia a sembrare un’avventura terribile e pericolosissima.
Esistono moltissime persone che come la mia amica hanno incorporato nel loro modo di pensare una distorsione che non permette loro di vivere in pace e le riempie di timore e ansia: il pensiero catastrofico.
Questa galleria ci spiega un aspetto interessante della questione e ci offre alcuni consigli per potersi conoscere e per poter aiutare con amore e carità i nostri amici ad avere uno sguardo più realista, sicuro e speranzoso nei confronti della realtà, e a confidare di più in Dio e in noi stessi.
1. Il pensiero catastrofico ci toglie la libertà. Imparare a non permettere che ci impedisca di agire
Pensare in questo modo toglie libertà, riempie la persona di angoscia e la fa sprofondare in una situazione di stress e ansia che in casi estremi può rendere la vita insopportabile. Tutto rappresenta una minaccia e un pericolo imminente per colui che si ritiene incapace di fuggire.
Se gli fa male la testa, è sicuramente a causa di un tumore maligno e presto morirà. Se squilla il telefono, la cosa più probabile è che si tratti solo di cattive notizie. Se il marito ha un ritardo di mezz’ora e non ha avvisato, è certamente con un’altra donna e il matrimonio è ormai finito…
La preoccupazione e la paura di vivere sono una costante. Si tratta di pensare in modo oggettivo e di agire anche se i nostri pensieri ci dicono il contrario.
2. Mantenere la calma. Non avere ansie di controllo
Come poter avere una sfera di cristallo che ci dica esattamente tutto ciò che accadrà nel futuro? In questo modo saremmo preparati ad affrontare tutti i pericoli e le delusioni che si possono presentare.
Il desiderio più grande di un pensatore catastrofico è avere il controllo totale di ogni evento che presenta la vita. Questo pensiero può essere appreso, può essere influenzato dalle informazioni alle quali siamo esposti ed è alimentato da una mancanza di fiducia e di fede. In questo senso, bisogna lasciar andare un po’ le cose e permettere che sia la realtà a insegnarci.
3. Cercare prove reali del pericolo che crediamo ci affligga
Ogni volta che ci vengono in mente pensieri catastrofici, bisogna confrontarli con la realtà. Ad esempio: è realistico che al parco esistano fiori velenosi e che i tuoi figli possano mangiarli? Se ti trovi bene con tuo marito, è realistico che per mezz’ora di ritardo il tuo matrimonio sia finito? Confrontarsi con la realtà è un buon esercizio.
4. L’assenza di Dio nella nostra vita, il vero timore
Nel suo libro Terapia de las enfermedades espirituales en los Padres de la Iglesia (Terapia delle malattie spirituali nei Padri della Chiesa), Fernando Robas Rebaque ci dice che la paura ha due facce, la prima delle quali è il timore-virtù che è collegato alla nostra sopravvivenza e rifiuta tutto ciò che va contro la vita, soprattutto la morte.
Questo timore si esprime attraverso il timore di Dio, e non è un timore che ha a che vedere con il castigo, ma la paura di essere separati da Dio. Essere separati da Dio significa essere separati dalla vita. Mi viene in mente la paura che prova un bambino separandosi dalla madre e vedendosi senza protezione, privato del suo amore e di tutto ciò che questo significa.
L’altra faccia del timore è il timore-passione, che a differenza del precedente ci allontana da Dio e mette al suo posto delle preoccupazioni. Considera le cose che si posseggono, i beni, come degli dèi. In fondo mettiamo noi stessi al centro, come se fossimo gli unici ad avere il controllo della vita, vivendo in una realtà deformata senza Dio. Senza di Lui, la persona immagina sempre il peggio. La malvagità è del resto codarda, e condanna se stessa. Immagina sempre il peggio. La paura non è altro che l’abbandono del sostegno prestato dalla riflessione.
5. Sovrapporsi al timore nello spirito
La fiducia in Dio è il primo passo per combattere questi pensieri. La crescita spirituale, la preghiera, l’amicizia con Dio. Non usciremo da tutti questi pensieri se non accettiamo che è Dio, che ci ama, a venirci incontro in tutte le situazioni della nostra vita. Pregare spesso e chiedere a Dio di aumentare la nostra fede è una pratica eccellente. La fede è una virtù che ci concede Dio, e bisogna chiederla sempre.
6. Non permettere che i nostri pensieri ci controllino. È importante cambiare questo modo di pensare
È importante prendere il controllo dei pensieri. Ogni volta che ci scopriamo ad aspettarci il peggio dalla vita è fondamentale riflettere un momento e valutare onestamente la situazione, misurare oggettivamente il rischio. Qual è la possibilità che una macchina perda il controllo e vada a sbattere proprio nel posto in cui giocano i tuoi figli?
È bene misurare queste probabilità con percentuali, analizzare le reali possibilità che si verifichino catastrofi e cercare prove nella realtà. Mettere a fuoco le emozioni semplifica la vita.
7. Usare il nostro corpo per far riposare la mente
Occupare la giornata, fare sport aiuta molto. Svolgere attività che aiutino a mettere a tacere le voci interiori, uscire a camminare, chiacchierare con altre persone, dipingere, cantare. Occupare la vita in attività diverse e insegnare al corpo a camminare con sicurezza, la sicurezza di stare alla presenza di Dio, che ci viene incontro.
8. Non dimenticare la pazienza
Cambiare i pensieri non è facile, richiede tempo e pazienza. È quindi importante prendersi il tempo necessario e avanzare un giorno dopo l’altro. Iniziamo ad essere consapevoli del presente e a dimenticare i futuri catastrofici. In questi momenti risulta fondamentale cercare consolazione e aiuto negli altri, ma soprattutto in Dio.
9. Parlare con qualcuno che ci mostri realtà che non vediamo
Condividere i nostri problemi con persone vicine è sempre positivo. È bene parlare con qualcuno che ci è vicino e che siamo disposti ad ascoltare, perché questa persona ci aiuti a guardare la nostra vita con obiettività.
10. Scrivere un diario. Scrivere ciò che sperimentiamo quando ci viene in mente un pensiero catastrofico
Per scoprire ed evidenziare che possiamo essere pensatori catastrofici, scrivere un diario in cui riportare le emozioni che sperimentiamo quando il pensiero ci viene in mente è un esercizio eccellente. In questo modo conosceremo il tipo di pensiero che si produce e in quale momento. È un buon modo per elaborare strategie per combatterlo.
A cura di Redazione Papaboys fonte: Aleteia
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