Eppure prima ti ho frustato.
E non ho avuto nessuno scrupolo.
Eppure prima ti ho calcato in testa quella robaccia fatta di spine.
E non ho avuto nessun problema a farlo.
Eppure prima ti ho preso a calci ogni volta che cadevi a terra.
E non ho avuto nessuna remora a farlo.
Anzi, la strada mi è sembrata corta.
Avrei potuto continuare ancora a picchiarti, a insultarti, a torturarti.
Non sei nulla per me.
Ho degli ordini.
Li eseguo.
Fa anche caldo.
Voglio sbrigarmi a tornare all’accampamento.
Ma ora siamo arrivati.
Non so perché e come, ma sei ancora vivo.
Sei un uomo forte, certo.
Saresti stato un buon soldato romano.
Ma ti abbiamo torturato per bene.
È un miracolo che stai ancora in piedi.
Forse, che sei ancora vivo, è uno di quei miracoli che dicono che fai. L’ultimo miracolo che farai.
E ora sei in piedi.
Davanti a me.
Ridotto un ammasso di sangue, ferite e fango.
Siamo alti uguali.
Si, saresti stato un buon soldato.
E anche un buon compagno d’armi.
C’è onestà nel tuo sguardo pesto.
C’è coraggio nelle tue spalle piagate e dritte.
Non ho avuto nessuno scrupolo, problema o remora a torturarti.
Ma ora qui, davanti a te.
Quello disarmato sembro io.
Non riesco a toccarti.
Devo spogliarti ma non riesco a toccarti.
Mi si piegano le ginocchia.
Chi sei tu?
Morirai nudo.
Ultimo sfregio.
Nudo sulla croce.
Che cosa mi succede?
Ho usato le mani per frustrarti.
E ora non riesco a toglierti la veste?
Ti ho messo quelle spine in testa.
E ora non riesco a toccarti?
Ho usato i piedi per prenderti a calci.
E ora non riesco a muovere un passo? Non riesco ad avvicinarmi?
Mi si piegano le ginocchia.
E non è la stanchezza.
E non è il caldo.
È il tuo sguardo.
Hai un occhio pesto e chiuso e l’altro così gonfio che non so come fai a guardarmi.
Eppure non ho mai sentito su di me nulla del genere.
Ho girato tutto il mondo e visto tanti paesaggi, ho conquistato tante terre e tante ricchezze.
Eppure non ho mai provato quello che provo ora.
Non ho mai contemplato quello che contemplo ora, in te.
Chi sei tu?
Vedo bellezza in un uomo che non ha bellezza.
Vedo tanta ricchezza in un uomo che non ha nulla.
Nessuno si avvicini.
Non toccatelo.
Lo faccio io.
Gliela tolgo io la veste.
Ecco. Appoggiati.
Cosa ti ho fatto!
Come ti ho ridotto!
Appoggiati.
Ecco.
Rimani addosso a me.
Ti copro io.
Ma chi sei tu?
Di Don Mauro Leonardi
Questa Via Crucis è fatta dalla prospettiva di uno dei personaggi che, secondo i vangeli, è certo o possibile fosse presente alla Passione del Signore. Lo sguardo dell’ottava stazione è quello del centurione.