Quante forze oscure tramavano contro Giovanni Paolo II e tentavano di denigrare la sua figura, quante forze, anche oggi, vogliono sminuire l’importanza del suo pontificato e magistero!
Un episodio narrato da Wlodzimierz Redzioch, ci aiuta a fare luce sui ‘nemici’ del Papa venuto dall’est. Il 19 ottobre del 1984, esattamente 33 anni fa, il capitano Piotrowski insieme a due complici rapirono p. Jerzy Popiełuszko, cappellano di Solidarność, e dopo averlo torturato, lo ammazzarono buttandolo in un sacco nella Vistola: si compiva così uno dei più odiosi crimini del regime comunista polacco. Tutti e tre gli ufficiali facevano parte dei reparti speciali del Ministero degli Interni, dove lavorano persone profondamente indottrinate, convinte che per il bene del sistema comunista bisognasse combattere con ogni mezzo i nemici ideologici. Per essi assassinare un prete, nemico ideologico, era una cosa normale. Ma rimane sconosciuta un’altra azione di Piotrowski contro la Chiesa e precisamente contro Giovanni Paolo II
, un’azione che, se fosse riuscita, avrebbe gravemente compromesso il suo pontificato.Il Papa venuto dalla Polonia fu il sale nell’occhio dei regimi comunisti, ovviamente anche polacco.
Si sa che vari servizi segreti lavoravano per spiarlo e contrastarlo. Quando l’attentato alla sua vita, il cui esecutore materiale era il turco Ali Agca, non riuscì, i servizi segreti polacchi cercarono in ogni modo di screditarlo. Nel Ministero degli Interni polacco c’era il cosiddetto IV Dipartimento che si occupava della lotta con il clero e la Chiesa. E proprio in quel Dipartimento lavorava il capitano Piotrowski e lì venne concepita un’operazione contro Giovanni Paolo II chiamata in codice “Triangolo” (si è usato proprio la parola in italiano). Si voleva inventare una storia su una presunta relazione di Karol Wojtyla con Irena Kinaszewska, una dipendente del settimanale “Tygodnik Powszechny” (l’allora arcivescovo di Cracovia collaborava con questa rivista). Kinaszewska era una vedova che da sola faceva crescere suo figlio. Per arrotondare il suo stipendio batteva a macchina le tesi di laurea e i discorsi del metropolita di Cracovia.
All’inizio si tentava di estorcerle qualche dichiarazione compromettente. Per questo motivo la donna fu costretta dagli uomini dei servizi di sicurezza all’incontro, le furono somministrate insieme alle bevande delle droghe. Tutta la conversazione fu registrata con una telecamera nascosta, sperando che la donna dicesse qualcosa di imbarazzante sul conto di Karol Wojtyla. Ma la donna chiedeva di lasciarla andare e del Papa diceva sempre: “l’uomo santo”.
Il presunto bacio del corano da parte di Giovanni Paolo II
….attestato da una fotografia ripetutamente pubblicata, circostanza che invece il segretario del Papa, oggi cardinale, Stanislaw Dziwisz (segretario di Giovanni Paolo II e oggi cardinale), ha smentito” in più di una occasione.
La foto del famoso bacio al Corano che circola da anni, soprattutto ad opera di settari protestanti e ambienti tradizionalisti cattolici, è quella che pubblichiamo anche noi ed in effetti la presenza di chi sta vicino al Papa dà l’impressione che quello è un dono per lui, da parte dell’islamico a lui vicino e che il Pontefice lo abbia apprezzato baciandolo. Che in effetti poi quello che il Papa sta baciando sia il corano, è tutto da verificare; la persona a lui vicina, per approfondire, è il presidente del consiglio di amministrazione della Iraqi Islamic Bank
In rete però circola una foto ritagliata!
Più raramente si vede la foto intera, dove alla destra del Papa c’è il Patriarca cattolico di Bagdad, Raphael I Bidawid, che ha guidato la delegazione interreligiosa in udienza da Giovanni Paolo II. Ora con questa foto le cose iniziano a cambiare un po’: il dono è del presidente della Iraqi Islamik Bank (alla sinistra del Papa) oppure del Patriarca cattolico Raphael I Bidawid (alla destra del Papa)? Un patriarca potrebbe donare al Papa un corano? Certo che no!
Ma anche, se il dono è del presidente della Iraqi Islamic Bank è possibile che sia il corano?
Ciò non potrebbe essere una provocazione? Immaginate se il Papa in visita in una moschea o in una sinagoga porti come dono il Vangelo… Poi a differenza di quanto comunemente si vuole far credere, non ci fu solo quel libro come dono, ma ce ne sono stati altri. Nel sito dell’arcidiocesi di Cracovia, si può trovare un’intervista al Cardinale Stanislaw Dziwisz, che dice: “Personalmente, non ho visto che ha baciato il Corano. Ma anche se baciò quel dono, non è mai stato identificato con il libro del Corano!”
Domani, leggeremo insieme come nacquero le giornate della Gioventù e ricorderemo il fiume di giovani che invase, prima Roma, e poi l’intero pianeta, il cui suono ancora oggi… rimbomba nei cuori…!
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