Come ogni polacco, Wojtyla era devoto alla Madonna Nera di Czestochowa, tra le numerose visite da lui effettuate spicca quella del 4 Giugno 1979, nel corso del suo primo viaggio in Polonia. Sostanzialmente alla Madonna Nera Giovanni Paolo II affida le sorti del suo pontificato: “Cari Connazionali, venerabili e dilettissimi Fratelli nell’Episcopato, Pastori della Chiesa in Polonia, Illustrissimi Ospiti e Voi fedeli tutti, permettete che, come Successore di San Pietro, oggi qui presente con voi, affidi tutta la Chiesa alla Madre di Cristo, con la stessa fede viva, con la stessa eroica speranza, con cui lo abbiamo fatto nel giorno memorabile del 3 maggio del millennio polacco.
Permettete che io porti qui, come ho fatto tempo fa nella Basilica romana di Santa Maria Maggiore, e poi in Messico nel Santuario di Guadalupe, i misteri dei cuori, i dolori e le sofferenze, e infine le speranze e le attese di questo ultimo scorcio del XX secolo dell’era cristiana. Permettete che affidi tutto ciò a Maria. Permettete che glielo affidi in modo nuovo e solenne. Sono uomo di grande fiducia. Ho imparato ad esserlo qui.”
L’intero magistero di Giovanni Paolo II, possiamo affermarlo senza dubbio alcuno, è stato essenzialmente ‘mariano’: lo testimoniano la promulgazione di importanti documenti ufficiali quali lettere encicliche, lettere apostoliche, esortazioni apostoliche, ma ha anche, allo scopo di irrobustire la pietà mariana e di approfondire il magistero della Chiesa sulla Madre di Gesù, pronunciato ben settanta catechesi mariane, di mercoledì a mercoledì a partire dal 7 settembre 1995 al 13 novembre 1997.
Significativamente, dopo aver approfondito l’identità e la missione della Chiesa, il Pontefice avvertì il bisogno di volgere la propria attenzione ed il proprio sguardo contemplativo verso la Vergine, colei che ha pienamente realizzato la santità e che costituisce il modello singolare per i credenti e per la stessa Chiesa pellegrina. Nessun Pontefice si era così sbilanciato in termini chiari, ed irreversibili, sulla Madre di Gesù, offrendo un’organica e completa trattazione mariologico – pastorale.
La spiritualità mariana di Giovanni Paolo II
Partendo dal principio che la lex credendi si riflette nella lex vivendi, il Santo Padre Giovanni Paolo II, alla fine dell’enciclica Redemptoris Mater (1987), invitava i teologi a promuovere una lettura nuova ed approfondita della presenza di Maria nell’esperienza spirituale dei cristiani: «Si tratta qui non solo della dottrina della fede, ma anche della vita di fede e, dunque, dell’autentica “spiritualità mariana”, vista alla luce della tradizione e, specialmente, della spiritualità alla quale ci esorta il concilio». Lo studio della realtà di Maria, cioè, non deve limitarsi all’aspetto dottrinale, ma deve estendersi anche a quello esistenziale, dal momento che «la spiritualità mariana, al pari della devozione corrispondente, trova una ricchissima fonte nell’esperienza storica delle persone e delle varie comunità cristiane, viventi tra i diversi popoli e nazioni su tutta la terra»
Il “filo mariano” come filo conduttore di tutta la vita di Karol
La principale fonte della spiritualità mariana di Giovanni Paolo II è il Trattato della Vera Devozione alla Santa Vergine di san Luigi Maria Grignion de Montfort (1673-1716). È il capolavoro di questo santo, la sintesi di tutta la sua dottrina spirituale. Il manoscritto, scoperto solo nel 1842, è stato subito pubblicato e tradotto in molte lingue, ed ha avuto sempre un enorme successo, e soprattutto un grande influsso sui santi dell’epoca moderna, tra i quali il Giovanni Paolo II occupa un posto eminente. Infatti, il motto Totus Tuus, che riassume tutta la spiritualità del Montfort, è stato il filo conduttore di tutta la vita di Karol Wojtyla, “filo mariano” di un lungo e continuo cammino verso la santità. Totus Tuus! Due parole che sono una preghiera indirizzata a Gesù per mezzo di Maria e nel suo Cuore Immacolato. E un atto d ’Amore come dono totale di sé. Nello stesso senso, santa Teresa di Lisieux definisce l’Amore nella sua ultima poesia a Maria: “Amare è dare tutto e dare se stesso”(Perché ti amo, o Maria!, str. 22). “Ti amo” significa: “Mi do tutto a te, sono tutto tuo per sempre”. Il Totus Tuus è la preghiera breve e essenziale che ha animato tutta la vita di Karol Wojtyla, una vita totalmente donata al Signore, alla Chiesa, a tutti gli uom ini, continuamente vissuta con Maria, la Madre di Gesù e Madre nostra.
Luigi Maria di Montfort e Teresa di Lisieux sono, infatti, come due “fari di santità” che hanno illuminato in modo particolare il Pontificato di Giovanni Paolo II, nella grande prospettiva del Concilio Vaticano II tracciata dalla Lumen Gentium, nei capitoli Vili su Maria nel Mistero di Cristo e della Chiesa, e V sulla vocazione universale alla santità. Montfort è il santo che ha influito di più su tutta la vita di Karol Wojtyla, mentre Teresa di Lisieux è l’unica santa dichiarata da lui Dottore della Chiesa.
Domani intanto, leggeremo insieme, un momento cruciale della vita di Giovanni Paolo II: lo sparò che provò ad eliminarlo, ma che provocò in Lui nascita di nuova vita.
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