È il bilancio tracciato dal presidente Volodymyr Zelensky, secondo il quale “l’esercito russo ha già distrutto quasi l’intero Donbass ucraino ed è pronto a continuare a uccidere. Il Donbass era uno dei centri industriali più potenti d’Europa. Ora è semplicemente devastato”. Dall’Europa, intanto, arriva il via libera al sesto pacchetto di sanzioni alla Russia, ma il patriarca ortodosso Kirill si salva. Gli 007 Usa: “Putin ha il cancro, ad aprile si è sottoposto a cure. A marzo è scampato a un attentato”.
Dopo cento giorni di guerra, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky disegna la nuova mappa di un Paese smembrato: “Il 20% dell’Ucraina è in mani russe”. Ma, spiega, “l’esercito russo ha già distrutto quasi l’intero Donbass ucraino ed è pronto a continuare a uccidere. Il Donbass era uno dei centri industriali più potenti d’Europa. Ora è semplicemente devastato”.
Sono almeno 2.603 gli insediamenti urbani controllati dal nemico: “Guardiamo Mariupol: c’era mezzo milione di persone e adesso non sappiamo esattamente quanti cittadini siano stati uccisi dagli occupanti. Almeno decine di migliaia”.
L”Occidente si deve preparare ad una “guerra di usura” a “lungo termine” in Ucraina. Lo ha detto a Washington il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. Intanto, ha aggiunto, stiamo trovando una via “unita” per affrontare le preoccupazioni turche sull’entrata di Svezia e Finlandia nell’Alleanza.
Gli ambasciatori Ue a Bruxelles (Coreper) hanno approvato un sesto pacchetto di sanzioni nei confronti della Russia nella riunione convocata dalla presidenza francese e che si è svolta eccezionalmente a Lussemburgo.
L’intesa lascia fuori dalla lista dei sanzionati il patriarca della Chiesa ortodossa russa Kirill, come richiesto nella giornata di ieri dal governo ungherese che ieri aveva bloccato l’approvazione formale del pacchetto proprio per ottenere questo risultato.
Il sesto pacchetto delle sanzioni anti-russe, che include l’embargo graduale al petrolio in arrivo via mare in Europa dal prossimo anno, con deroghe per il greggio trasportato via oleodotti, è stato adottato dalla riunione degli ambasciatori dei 27 paesi membri. Lo riferisce Bloomberg sottolineando che si è deciso un blocco parziale delle importazioni del petrolio russo. Lo hanno riferito anche fonti europee citate dalla Dpa.
Il pacchetto, dopo un mese di discussioni e rinvii, vede ora luce verde e sarà finalizzato mediante procedura scritta con scadenza questo venerdì mattina alle 9.
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