Di record negativi, l’America Latina ne ha un buon numero. Ad essi si aggiunge quello dell’area dove si registra il maggior numero di vittime tra il clero. Negli ultimi dieci anni, dal 2005 al 2015, gli “operatori pastorali” assassinati sono stati 121 di cui 107 sacerdoti. Se ai dati di questi dieci anni si aggiungono le vittime dei primi quattro mesi del 2016 il totale degli operatori aumenta a 131 e i presbiteri a 111.
Nel decennio 2005/2015 il totale di operatori pastorali cattolici uccisi nel mondo è pari a 259 e perciò i 121 caduti nel continente americano rappresentano il 46,6%.
Nel 2015 i sacerdoti assassinati sono stati 7, più una religiosa, 12 nel 2014, più un religioso e un seminarista,15 nel 2013, 6 l’anno precedente e 13 nel 2011, con due laici ausiliari. Stesso numero nel 2010, più un religioso, 1 seminarista e 3 laici. Il 2009 è stato il peggior anno del decennio, con 18 sacerdoti assassinati, 2 seminaristi, 1 suora e 2 laici. Nel 2008 sono stati assassinati 5 sacerdoti, 6 nel 2007 con un religioso, 6 sacerdoti, un religioso e un laico assassinati nel 2006, 7 nel 2005 più un religioso.
Il movente, quando è possibile determinarlo, avvicina queste morti alla condizione delle popolazioni tra le quali i religiosi vivono: marginalità, insicurezza e violenza soprattutto.
Qualcuno è stato ucciso dalle stesse persone che aiutava, altri hanno aperto la porta a chi chiedeva soccorso e sono stati aggrediti, altri ancora hanno perso la vita durante una rapina, mentre rimane incerto il movente per tante altre aggressioni e rapimenti conclusisi tragicamente, di cui forse non si conosceranno mai le vere cause. In alcuni casi i sacerdoti avevano ricevuto minacce di narcos, in altri si tratta di morti dovute alla situazione di violenza strettamente locale.
Redazione Papaboys (Fonte www.terredamerica.com)