Perché L’Evangelista Matteo inizia la sua narrazione con questo specifico miracolo? Qual è il significato allegorico che ad esso necessariamente si deve dare? Il lebbroso è un escluso dalla comunità. E’ un morto che cammina. Viene escluso per non infettare altre persone. Nell’Antico Testamento l’esclusione era altissimo opera di carità. Si sacrificava una sola persona per la salvezza delle altre. Gesù inverte questo modo di pensare.
L’umanità è una unità inseparabile. Essa deve farsi carico di ogni suo figlio. Nel suo seno deve poter vivere ogni persona. La lebbra può essere di diverse specie: del corpo, dell’anima, dello spirito, dei pensieri, della volontà; può essere di miseria o di ricchezza, di scienza o di ignoranza; di santità o di peccato. Anche la lebbra della santità va accolta nel seno dell’umanità. Un solo figlio che rimane fuori è per l’umanità una sconfitta.
Osserviamo bene la richiesta che il lebbroso rivolge a Gesù: “Signore, se vuoi, puoi purificarmi!”. La stessa preghiera ogni giorno deve essere rivolta all’umanità: “Umanità, se vuoi, puoi purificare i tuoi figli. Hai tutti i mezzi necessari”. La stessa preghiera va rivolta ad ogni uomo: “Uomo, chiunque tu sia, se vuoi, puoi purificare un tuo fratello. Lo puoi trarre fuori della sua condizione miserevole”. Tutto è dalla volontà dell’uomo.
Gesù risponde: “Lo voglio: sii purificato”. L’umanità invece risponde: “Non lo voglio: rimane nella sua lebbra”, Così anche ogni singolo uomo: “Non lo voglio: resta nella tua miseria spirituale”. Cristo Gesù non era uomo, era Dio. Si fece uomo per assumere tutto di noi. Eppure ogni uomo ha tante potenzialità, tanti doni, tanti carismi, tanta ricchezza materiale e spirituale da poter fare molto per i fratelli. L’umanità può tutto per la salvezza dell’uomo. Non vuole. Ogni uomo può tutto per dare vita ad un altro uomo. Non vuole. Il lebbroso siamo noi. Se noi, esclusi ed escludenti, avessimo l’umiltà di gridare a Lui, Lui ci ascolterebbe, ci guarirebbe.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, ricolma ogni uomo con lo spirito di umiltà, perché possa recarsi da Gesù Signore, prostrarsi ai suoi piedi e chiedergli quella guarigione potente, capace di trasformarlo in persona che accoglie e libera ogni suo fratello da ogni lebbra sia spirituale che fisica.
Angeli e Santi, voi che conoscete tutta la potenza della lebbra del peccato che ci rende incapaci di qualsiasi aiuto verso ogni uomo, venite in nostro aiuto. Chiedete a Cristo Gesù che venga, ci guarisca, ci liberi dalla peste che ha reso a brandelli la nostra volontà, perché possiamo operare salvezza oggi e sempre.
È Cristo la guarigione della lebbra della nostra volontà. Il peccato l’ha ridotta a brandelli. Lui la guarirà, la risanerà e noi inizieremo a amare come Lui. Oh se solo avessimo il coraggio di tornare a lui con tutto il cuore. Oh se avessimo il coraggio di riconoscerci bisognosi di Dio e dei fratelli. Oh se avessimo il coraggio di dire: “Signore, ma chi sono io per costruire da solo la mia vita! Signore, chi sono io da poter fare tutto da solo! Signore, vieni presto in mio aiuto. Senza di te non sono nulla e non posso nulla. Sii Tu la mia forza, la mia vita, la mia strada, la verità da seguire. Voglio essere tuo perché con Te voglio rendere il mondo nuovo, più bello. Aiutami Signore e io ce la farò. Amen.
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Don Francesco Cristofaro
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