Beati i poveri in spirito.
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi».
La beatitudine, che è pienezza di vita, è data dalla relazione di verità, giustizia, carità, compassione, speranza, fiducia, fede che l’uomo nutre verso il suo Dio e Signore. Più pura e santa è la relazione, più pura e perfetta è la beatitudine, la gioia. Se invece la relazione è impura, impura è anche la beatitudine. Se essa è morta, finita, finita è anche la beatitudine. Ad essa subentra la morte. Il Salmo ci aiuterà a comprendere.
Beato l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi, non resta nella via dei peccatori e non siede in compagnia degli arroganti, ma nella legge del Signore trova la sua gioia, la sua legge medita giorno e notte. È come albero piantato lungo corsi d’acqua, che dà frutto a suo tempo: le sue foglie non appassiscono e tutto quello che fa, riesce bene. Non così, non così i malvagi, ma come pula che il vento disperde; perciò non si alzeranno i malvagi nel giudizio né i peccatori nell’assemblea dei giusti, poiché il Signore veglia sul cammino dei giusti, mentre la via dei malvagi va in rovina (Sal 1,1-6).
La beatitudine viene raffigurata ad un albero sempre verde, piantato lungo la sponda di un fiume, che produce frutti a suo tempo. Il corso d’acqua è lo Spirito Santo. Piantati in Lui, attraverso la Parola di Dio, siamo nella beatitudine, produciamo frutti di vita eterna per noi e per gli altri. Chi invece non è piantato nello Spirito di Dio, perché si è situato, posto fuori della Parola, è simile a pula che il vento disperde. È cosa inutile a se stesso e agli altri. È senza verità eterna. Una pula non ha verità, non ha stabilità.
Le beatitudini sia nelle modalità di Matteo che di Luca non sono leggi esterne all’uomo come i Comandamenti scritti sulle tavole di pietra. Esse sono invece la nuova natura dell’uomo nuovo, di quell’uomo che Gesù è venuto a creare, questa volta impastandolo con il suo corpo e il suo sangue, ricevuto nell’Eucaristia, rivestendolo di Spirito Santo attraverso gli altri sacramenti. L’uomo nuovo non ha una legge da osservare, deve semplicemente vivere da uomo nuovo. Neanche fa cose nuove, dice cose nuove. Vive ogni giorno secondo la nuova natura. Questa è la sua vocazione e questa la sua missione. Se facciamo del Vangelo una veste esteriore, non conosciamo la sua vera essenza. Ignoriamo la vera novità portata da Cristo Gesù sulla nostra terra.
Oggi si parla molto di “uscire”. Interpretata male questa frase, come spesso accade, si rischia di fare della missione cristiana un’opera e non una vita. La missione non è un’opera, è la stessa nostra vita. Allora da che cosa si deve uscire? Si deve uscire dal vecchio uomo di peccato ed entrare nel nuovo uomo, in Cristo Gesù, per opera dello Spirito Santo. Si deve uscire dalla nostra mente piccola, limitata, incapace ed entrare nella mente di Dio per abbracciare i suoi pensieri di pace, misericordia, pietà, compassione. Si deve uscire da una religione fatta di prestazione ed entrare in una fede fatta di vera vita, della vita di Cristo in noi. Si esce dal nostro essere carnale per entrare interamente nel nostro essere spirituale. Si esce dall’osservanza di qualche comandamento per entrare nella nuova dimensione delle beatitudini. Questa uscita deve essere quotidiana. Dobbiamo essere con gli altri, per gli altri sempre da “usciti” da noi stessi, avendo assunto la forma di Cristo Gesù. Man mano che si assume la forza di Cristo, si diviene mossi come Cristo dallo Spirito Santo, secondo la volontà di Dio. Spesso anche da un ministero dobbiamo uscire perché lo Spirito ci spinge altrove.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci la forma di Cristo Gesù.
Commento del Movimento Apostolico
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