Sono un uomo ricco.
Un uomo potente.
È comodo esserlo a volte.
Gesù, maestro mio.
Signore mio.
Quando eri vivo, ho usato la notte per nascondermi.
Per nascondere la mia vigliaccheria e venire da te.
Ora che sei morto, userò la notte per svelarmi.
Per svelare la mia fedeltà, il mio amore per te.
Ti lascio qui, ora.
Ho visto la tua morte.
Nello sporco.
Nel sangue.
Nella nudità.
Nel disprezzo.
Ora ti lascio qui.
Corro da Pilato.
Mi darà il permesso.
Ti prendo.
Ti stacco i chiodi.
Ti porto giù.
Ti do a lei.
Ti pulirà.
Laverà via sporco e sangue.
Ti coprirà con panni puliti.
Ti copriremo con un sudario d’amore e dolcezza.
Ecco, vieni giù, addosso a me.
Ora ti passo agli altri uomini.
Aspetta.
Ti lascio scivolare giù dalla croce.
Lo so che sei morto e non mi senti.
Ma so che l’amore che mi hai dato quella notte che ho bussato da te, è tutto qui.
Tra noi.
So che quella verità a cui ero vicino quella notte, è tutta qui.
Nascosta tra le tue ferite e il tuo sangue.
Ecco ora ti do a tua madre.
Ti lascio scivolare dall’alto della croce fino a terra nel suo grembo e nelle sue braccia.
Come fece l’angelo dall’alto del cielo fino al suo grembo, 33 anni fa.
Di Don Mauro Leonardi
Questa Via Crucis è fatta dalla prospettiva di uno dei personaggi che, secondo i vangeli, è certo o possibile fosse presente alla Passione del Signore. Lo sguardo della tredicesima stazione è quello di Nicodemo.