Cosa non avrei dato perché una sola persona mi dicesse “Non sono d’accordo con la tua decisione, ma nonostante questo ti voglio bene e sarò qui per aiutarti a risollevarti”!
Come aiutare un amico quando ci dice che vuole divorziare? Non lasciandolo mai solo e agendo come ci ha insegnato Gesù, con misericordia, aborrendo il peccato ma amando profondamente il peccatore. Possiamo non essere d’accordo con la decisione che vuole prendere. Anzi, di fronte a Dio non possiamo sostenere un divorzio in quanto tale, ma questo non ci impedisce di provare un’enorme compassione per quella persona e di accompagnarla con amore, spesso solo in modo spirituale attraverso le nostre preghiere.
E quando ce lo permette e ce lo chiede attraverso saggi consigli che l’avvicinino a Dio e al perdono. È una linea molto sottile e quasi impercettibile, ed è per questo che bisogna chiedere un grande discernimento allo Spirito Santo per saper mostrare sostegno e amore all’amico facendo in modo che non sembri comunque che appoggiamo la sua decisione.
La meravigliosa definizione di Aristotele dice tutto: amare è cercare il bene dell’altro in quanto altro. È vero, se ci riteniamo sul serio suoi amici e vogliamo solo il suo bene non possiamo sostenere che si prenda una decisione che offende innanzitutto Dio e che alla lunga – o a breve termine – porterà ancora più problemi, non solo alla coppia, ma anche ai figli. Una decisione in cui lo spirito soffrirà molto e l’anima sarà a rischio, anche se in quel momento la persona può non rendersene conto.
Dall’altro lato, gli amici devono capire che il divorzio è il risultato di molti, moltissimi fattori, quasi sempre ferite emotive non guarite. Ciò significa che ci portiamo dietro un’anima mutilata da quando siamo bambini, e ovviamente nel matrimonio esplode come dinamite e rende la vita del coniuge assai difficile, con infedeltà, maltrattamenti, eccetera. Ovviamente l’altro desidera solo uscire da un rapporto del genere e opta per il divorzio perché non ha scoperto che la grazia del sacramento fa miracoli quando sappiamo farvi ricorso.
Anni fa, per un caso del destino è apparso sul mio navigatore “certificati come coach di divorzio”.
All’epoca, anche se ero divorziata da mio marito c’era qualcosa dentro di me per la quale non volevo sostenere nessuno che divorziasse, anzi, gli chiedevo di non stancarsi di lottare e di non seguire il mio esempio.
Pensai: “E allora perché voglio prendere questo certificato se un coach di divorzio dà strumenti per portare a termine questo processo? E poi questo programma è carissimo”. Nella preghiera ho trovato la risposta: non voglio che nessuno sperimenti quello che ho sofferto io per mia decisione. Almeno le persone che si rivolgeranno a me non si sentiranno sole, e donerò loro ciò che a me è stato negato: amore, misericordia e compassione.
Il divorzio, nella scala dei lutti, è il numero 2 dopo la perdita di un figlio. La cosa più triste è che in genere questo processo si vive nella solitudine, e spesso nell’abbandono.
Ancora oggi ho sulla pelle la sensazione di impazzire, di non voler vivere più. Poco tempo fa ho trovato il diario che ho scritto in quel periodo, e se sono ancora viva è perché ho senz’altro una grande missione. Mi risulta difficile poter descrivere i sentimenti, quasi tutti negativi, che sperimentavo mentre passavo per il mio processo di divorzio. Era un miscuglio di solitudine, delusione e disperazione.
L’incomprensione della gente, i suoi giudizi azzardati, le critiche nei miei confronti… Persone che si dicevano molto vicine a Dio arrivavano a casa mia senza avvisare per dirmi che ero uno scandalo morale e trattandomi senza alcun tatto né carità, letteralmente come un’appestata. Peggio ancora, senza offrirmi un minimo sostegno per uscire dall’abisso nel quale ero immersa. Le cosiddette amiche mi davano le spalle…
Cos’avrei dato per trovare un abbraccio pieno d’amore, senza giudizi, solo amore! Una sola persona che mi dicesse “Non sono d’accordo con la tua decisione, ma nonostante questo ti voglio bene e sarò qui per aiutarti a risollevarti”!
Perché sapete una cosa? Il fratello caduto non si lapida né si prende a calci. Gli si tende la mano perché si rialzi. E se non sa o non è pronto a prendere la nostra mano in quel momento e a risollevarsi, si aspetta pazientemente che lo sia, sempre con la mano tesa, e si continua ad accompagnare, spesso a distanza, ma non lo si lascia mai solo in una crisi.
E visto che per me tutto è un pretesto per avvicinare le anime a Dio ho preso il certificato. Posso quasi assicurare di essere l’unica coach di divorzio che si dedica ad essere uno strumento di Dio per salvare le coppie, e adoro questo fatto. La gran parte delle coppie che si è rivolta a me ha di fatto deciso di ricostruire il proprio matrimonio e di dimenticare il divorzio.
Come figlia della Chiesa, è stato il mio modo di rispondere al continuo invito di Papa Francesco ad accogliere i divorziati o chi sta divorziando. Utilizzando gli strumenti limitati che ho come “coach spirituale e di vita”, desidero accompagnare le persone che stanno scegliendo il divorzio come soluzione perché si rendano conto che c’è qualcosa al di là del loro dolore, della cecità spirituale che sperimentano in quel momento. È un processo incredibilmente doloroso, ed è importante che nessuno lo viva da solo.
Dico che con la grazia di Dio, la speranza e gli occhi posti solo su di Lui il futuro può sembrare più pieno di speranza. Bisogna lavorare e molto duramente. Con Dio e un arduo lavoro sia personale che di coppia si può ricominciare un matrimonio da zero, anche se si è sposati da anni.
Le coppie felici escano allo scoperto! Le statistiche sono sempre più allarmanti, e abbiamo tutti bisogno di fare fronte comune per sottolineare gli aspetti positivi del matrimonio.
Constato con grande tristezza che sono sempre di più le donne che decidono di andare via di casa per cercare di “vivere”, o meglio per cercare quello che credono sia vita e libertà (come ho fatto io all’epoca). Si sbagliano pensando che visto che non “sentono” più di amare il marito, che questi non le rende più felici o si sentono annoiate questo basti per spezzare il vincolo matrimoniale. Poi passa il tempo, e quando alla fine riescono ad aprire bene gli occhi si rendono conto di molte cose. Il dolore che sperimentano è enorme, e molte perdono anche la voglia di vivere.
È per questo che non possiamo lasciarle sole. Qualsiasi decisione prendano sono figlie di Dio, e sono la loro vita e la loro anima ad essere a rischio. Nel mio ruolo di “coach” le accompagno con amore perché prendano decisioni che diano loro dignità, e non quelle che porteranno la sventura nella loro vita e nella famiglia.
Insisto, se un vostro amico vi dice di voler divorziare ditegli che lo aiuterete, ma a salvare il suo matrimonio. Non sminuite mai i suoi sentimenti, perché sono reali. Con grande tatto e intelligenza, aiutatelo a ritrovare tutto ciò che di buono l’ha unito al suo coniuge. Non vi mettete in cattedra. Parlate poco e ascoltate molto.
La cosa più importante è che il vostro amico ha bisogno di sentirsi amato da voi e mai giudicato. Solo così potrà esserci una finestra aperta di comunicazione. La cosa principale in questi casi è non lasciare la persona sola, e non sostenere mai ciò che offende Dio.
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