Categorie: Corpus et Salus

Ancora molte guarigioni in Basilica: S. Antonio è veramente il santo dei miracoli!

Dall’archivio PAPABOYS 3.0 – Non si fermano, nel tempo, le guarigioni che sono segnalate nella Basilica di S. Antonio di Padova. Oltra alla bimba nata sana dopo una diagnosi di tumore, c’è una coppia sterile che ha avuto un figlio e, negli Usa, una donna paralizzata che ha ricominciato a camminare.

Ovviamente il rettore dei frati del Santo predica prudenza: la chiesa ha delle procedure molto rigide e severe prima di parlare di miracolo. Ma Padova è al centro di pellegrinaggi e richieste che portano persone da tutto il mondo in Basilica.

Una coppia sterile. L’ultimo caso raccontato da Padre Poiana è quello di una coppia che, secondo il racconto che hanno fatto ai frati, non poteva procreare. Gli esami dell’uomo non davano alcuna speranza: sterilità assoluta. La coppia ha iniziato quindi a frequentare il Santo e in particolare la messa celebrata ogni anno la prima domenica di febbraio per le donne incinta o quelle che vogliono avere un figlio. Dopo pochi giorni la donna ha scoperto di essere incinta ed è nato Giovanni.



I due casi negli Usa. C’è anche il caso di un ragazzino di otto anni muto dalla nascita che a settembre a Springfield ha detto per la prima volta “mamma” dopo che una coppia di amici dei genitori aveva pregato sulla reliquia del Santo nella chiesa di Sant’Antonio dei Maroniti. «Di questo caso se ne sta occupando il vescovo di Springfield», ha detto Poiana, «Anche se forse si tratta più di una grazia che di un miracolo, visto che il bimbo non è guarito al cento per cento ma, anche grazie alla logopedia, sta acquistando l’uso della parola».

Ci sarebbe infine un secondo miracolo di Sant’Antonio proveniente sempre dalla cittadina americana e a parlarne è il rettore della basilica del Santo: «Una donna da anni in carrozzella in seguito ad un tumore al cervello ha ripreso improvvisamente a camminare, recuperando per il 70% la sua disabilità, dopo aver pregato Sant’Antonio». L’ex rettore Padre Poiana durante la sua visita a Springfield l’aveva incontrata in sedia a rotelle e aveva pregato con lei sulla reliquia del Santo. «L’indomani la signora si è alzata in piedi e ha camminato. Ha detto che già mentre pregavamo si era sentita una forza, mai avuta, sulle braccia e sulle gambe», continua padre Poiana, «I medici valuteranno anche questo avvenimento ma dagli elementi per ora raccolti si può dire si tratti di un altro miracolo del Santo».

Il caso di Kairyn. Padre Enzo Poiana durante la messa domenicale in cui è stata anche battezzata la piccola Kairyn ha raccontato la sua storia. Una sanissima bimba di tre mesi e mezzo, originaria del Veronese. Miracolo perché, prima di nascere, le condizioni di salute di Kairyn hanno dato di che preoccuparsi ai giovani genitori. Già alla prima visita specialistica venne a galla una grossa macchia scura sul volto del feto che le deturpava il visino. Il medico disse un lipoma o ancora peggio un liposarcoma che avrebbe potuto compromettere la sopravvivenza del neonato. Una seconda visita specialistica non fece che confermare il presagio di sventura, anzi andò peggio perché si aggiunse un’estesa infezione al cervello. E mentre a Verona si susseguivano tra la preoccupazione le visite specialistiche, a Padova c’era qualcuno che pregava Sant’Antonio: la nonna della piccola, molto devota al Santo.




La famiglia decise di rivolgersi ad un luminare di Bologna, al quale chiese un appuntamento, fissato per la fine di agosto. Troppo tardi per poter fare qualcosa per Kairyn. Ma quando tutto sembrava perduto ecco delinearsi i primi tratti di quello che oggi definiamo miracolo. A casa dei genitori della piccola arriva una telefonata da Bologna: la visita è anticipata al 13 giugno, giorno di Sant’Antonio, alle 18, orario della tradizionale processione. La nonna intensifica le preghiere e le visite al Santo, la mamma fa lo stesso e riceve anche alcune benedizioni, finché non arriva il giorno della visita medica e del miracolo. Il luminare visita Kairyn e come per magia sembra tutto scomparso. La macchia e l’infezione sono sparite.


Fonte: Il Mattino di Padova
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