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170 anni dall’apparizione della Madonna a La Salette. Aperta la Porta Santa

Grande gioia oggi nella famiglia Salettina per il 170.mo dell’apparizione della Madonna de La Salette. Il 19 settembre 1846, su una montagna vicina al villaggio francese di La Salette-Fallavaux, due pastorelli di quindici e undici anni, Mélanie Calvat e Maximin Giraud, ebbero l’apparizione della Bella Signora. La Madonna avvolta dalla luce, piangente, seduta su un masso con la testa tra le mani si alzò consegnando un messaggio che invitava il popolo di Dio alla conversione del cuore. Nel Santuario oggi la cerimonia di apertura della Porta Santa giubilare. Ne parla padre Silvano Marisa, superiore generale della Congregazione missionari Salettini, intervistato da Silvonei Protz per Radio Vaticana:

Le misteriose apparizioni di La Salette

R. – L’evento de La Salette è un evento non solamente storico accaduto 170 anni fa, ma anche un evento di carattere spirituale e di carattere pastorale, cioè è una realtà che coinvolge dal di dentro il popolo di Dio. Il messaggio vuole davvero scuotere la coscienza del popolo di Dio e Maria si presenta come l’ambasciatrice, la messaggera di Dio per richiamare questo popolo alla fedeltà, alla propria vocazione cristiana battesimale.

D. – Un messaggio molto attuale…

R. – E’ bello vedere come la Vergine inizia invitando i due ragazzi, Massimino e Melania, ad avvicinarsi. E’ proprio il messaggio di quest’Anno della Misericordia, il messaggio di un Dio che ha un cuore talmente grande che non può tenerlo per sé, ma vuole comunicare il suo amore agli altri. E Maria ha questo compito di aiutare gli uomini ad aprire il proprio cuore a Dio. Maria ha centrato il suo messaggio proprio su Cristo. Il crocifisso che portava sul petto – dicevano i bambini – era talmente luminoso che sembrava vivo. Quindi, per dire che il centro del messaggio è veramente il messaggio cristiano: Cristo che fa da ponte tra noi e il Padre e tra noi e Cristo si pone Maria come mediatrice, perché lei ci è stata affidata come Madre e noi siamo i suoi figli.

D. – Dopo 100 giorni dall’inizio del Giubileo di questo anno straordinario, un’altra porta si apre, una porta nel Santuario della Madonna di Salette…

R. – Noi sappiamo che una porta è una realtà che permette il dialogo, permette l’incontro. E’ una possibilità in più per il popolo di Dio che va a La Salette, che va su in piena montagna, in una corona di montagne tutte attorno – siamo a 1800 metri, sulle Prealpi francesi – per un rinnovamento spirituale. Là la strada finisce, quindi ci si va solamente per uno scopo: quello di incontrare se stessi, Dio e gli altri in mezzo alla natura, la bellezza della natura.

D. – Cuore del messaggio de La Salette è la conversione. Come mettere allora insieme la conversione con la misericordia?

R. – Quando uno decide di varcare la Porta Santa non è certamente un atto magico, ma vuol dire semplicemente: ho una vita passata e, attraversando questa porta, voglio dire un “sì” alla vita nuova… E’ un impegno quindi di conversione.

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D. – Guardando alla presenza adesso dei Salettini nel mondo, quali sono oggi le sfide?

R. – Siamo 950 nel mondo, in 29 Paesi dei cinque continenti. La nostra presenza vuole essere un elemento molto semplice, umile, a servizio della riconciliazione. Laddove il popolo di Dio vive, soffre, ecco noi dobbiamo essere presenti con un richiamo forte alla conversione, in base appunto al messaggio che abbiamo ricevuto dalla Bella Signora a La Salette. Quest’anno, vogliamo sottolineare questo 170.mo con l’apertura di una missione in Tanzania, nella diocesi di Bukoba, in riva al grande Lago Vittoria. Poi, abbiamo anche delle scuole, per esempio nelle Filippine, una grande università per educare le persone affinché possano un giorno diventare loro stesse artefici di riconciliazione e promotrici di unità e comunione.

D. – Com’è la presenza in America Latina?

R. – Siamo presenti anzitutto in Brasile, poi anche in Argentina e in Bolivia e, in America Centrale, ad Haiti. Naturalmente, poi, ci sono gli Stati Uniti. In particolare, i nostri Padri in Brasile stanno facendo un bel lavoro, che è quello di coinvolgere tanti laici in questa missione di riconciliazione.


Redazione Papaboys (Fonte it.radiovaticana.va)

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