L’anno 1986 per Giovanni Paolo II si apre con un viaggio impegnativo dall’altra parte del mondo. Il Pontefice vola verso l’India, una delle nazioni più popolose dell’Asia, dove da tempi immemorabili convivono non sempre in pace le più grandi religioni storiche dell’umanità. Venticinque anni dopo, Benedetto XVI, invia nel grande paese asiatico un suo delegato per commemorare quella indimenticabile visita del Papa polacco. Commenta il Cardinale O’Connor: “È un privilegio e un onore che il papa mi abbia chiesto di rappresentarlo per celebrare i 25 anni del pellegrinaggio apostolico, e per ribadire il lavoro continuo della Chiesa in India nel sostegno ai poveri e agli emarginati”, ha dichiarato l’arcivescovo emerito di Westminster a conclusione della messa di saluto. Alla funzione, tenutasi nella chiesa di S. Bandra a Mumbai, hanno concelebrato anche mons. Salvatore Pennacchio, nunzio apostolico in India, e il card. Oswald Gracias, arcivescovo di Mumbai. Nella sua introduzione, il card. Gracias affermavo che “Benedetto XVI vuole continuare a percorrere il sentiero tracciato da papa Giovanni Paolo II, che si rivolgeva a giovani, laici, donne, famiglie, vescovi, seminaristi, leader di altre confessioni cristiane e altre fedi religiose”.
Il card. O’Connor concluse l’incontro con i giovani affermando:
“Dovete capire che ognuno ha un compito da svolgere ed è chiamato ad avere un ruolo significativo nella vita della Chiesa. Ricordando sempre tre componenti fondamentali dell’essere umano: la mente, il cuore e le mani”. Giovanni Paolo II incontrando i vari rappresentanti delle tradizioni religiose e culturali, puntualizzò:
“Se vogliamo portare avanti il progresso dell’uomo dobbiamo individuare tutto ciò che ostacola e contraddice il suo benessere generale e influenza la sua vita; dobbiamo individuare tutto ciò che ferisce, indebolisce o distrugge la vita, tutto ciò che attenta alla dignità dell’uomo e gli impedisce di raggiungere la verità o di vivere secondo verità. Il perseguimento dell’integrale sviluppo umano invita il mondo a riflettere sulla cultura e a considerarla nel suo rapporto col fine ultimo dell’uomo. La cultura non è solo un’espressione della vita temporale dell’uomo, ma anche un aiuto al raggiungimento della vita eterna”. Non mancò a Calcutta l’incontro con i poveri asiutati e sostenuti da Madre Teresa:
“A Nirmal Hriday il mistero della sofferenza umana incontra il mistero della fede e dell’amore. E in questo incontro sono le più profonde questioni dell’esistenza umana a farsi sentire. Il corpo sofferente e lo spirito gridano: “Perché? Perché morire?”. E la risposta che ottengono, spesso dettata dal silenzio della benevolenza e della compassione, è ricca di onestà e di fede: “Io non posso dare una risposta esauriente a tutte queste vostre domande; io non posso alleggerirvi di tutto il vostro dolore. Ma di questo sono sicuro: Dio vi ama con un amore infinito. Voi siete esseri preziosi per lui. Anche io vi amo in lui. Perché in Dio siamo realmente fratelli e sorelle”.
Video dei Viaggi Apostolici di Giovanni Paolo II nel 1986
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Il 27 ottobre 1986, fu convocata da Giovanni Paolo II una Giornata mondiale di preghiera per la pace, ad Assisi, a cui presero parte i rappresentanti di tutte le grandi religioni mondiali. Vi parteciparono 50 rappresentanti delle Chiese cristiane (oltre ai cattolici) e 60 rappresentanti delle altre religioni mondiali. Per la prima volta nella storia si realizzava un incontro come questo. L’intuizione del Papa fu semplice e profonda: riunire i credenti di tutte le religioni mondiali nella città di San Francesco, ponendo l’accento sulla preghiera per la pace, l’uno accanto all’altro, di fronte all’orrore della guerra. Disse il Papa in quell’occasione: “E’ in sé un invito fatto al mondo per prendere coscienza che esiste un’altra dimensione della pace e un altro modo di promuoverla, che non sono il risultato di trattative, di compromessi politici, economici”. La convinzione era che “la preghiera e la testimonianza dei credenti, a qualunque tradizione appartengano, può molto per la pace nel mondo”. L’appello fu ascoltato, tra l’altro, anche dal “mondo”: per un giorno intero tacquero le armi. Sembra che il clima di fraternità universale respirato nella città di San Francesco, abbia riempito il cuore di tutti. Questa esperienza nel corso degli anni è stata chiamata: ‟Lo spirito di Assisi” e nel messaggio per la Giornata Mondiale della Pace del 1987 è stata chiamata anche ‟La Logica di Assisi”. Durante il primo incontro, dinanzi alla chiesetta della Porziuncola, Giovanni Paolo II ha detto cha ha scelto Assisi come luogo per questa giornata di preghiera per le particolarità e la santità del frate venerato nella Città. In tutto il mondo, infatti, Assisi è conosciuta come simbolo di pace, di riconciliazione e di fratellanza. Quindi il Papa ha deciso di promuovere questa iniziativa proprio in nome del poverello d’Assisi, un uomo piccolo che ha saputo abbattere ogni barriera discriminatoria e che sapeva aprire le porte di ogni cuore riconoscendosi fratello di tutti. Nel 1986, i viaggi internazionali portarono Giovanni Paolo II in India, Colombia, Francia, Bangladesh, Singapore, Isole Fiji, Nuova Zelanda, Australia e Seychelles. Mentre in Italia, Papa Woityla si recò a Prato, Romagna, Valle d’Aosta, Fiesole e Firenze, Perugia e Assisi. di Giovanni Profeta
Video del discorso di Giovanni Paolo II ad Assisi:
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