20° giorno di Avvento. Preghiera da recitare oggi, 21 dicembre 2018
III SETTIMANA DI AVVENTO: VENERDI’
LA NATIVITA’
CONTEMPLANDO IL PRESEPE: IL BUE E L’ASINO
Nella locanda non c’era posto per Giuseppe e per Maria, ma c’era posto nella stalla: il ricovero delle bestie; anche di un bue e di un asino.
Di questi due animali non si trova traccia nei Vangeli Canonici, ma li troviamo all’inizio delle profezie di Isaia, dove è scritto «Il bue conosce il proprietario e l’asino la greppia del padrone, ma Israele non conosce, il mio popolo non comprende…» (1,3).
E’ questa la profezia che ha ispirato la tradizione secondo la quale alla nascita di Gesù erano presenti un bue e un asino, che riconobbero il bambino come Figlio di Dio: i più umili fra gli animali domestici, nella loro semplicità, compresero la verità spirituale che fu invece ignorata dal re Erode e dai potenti del tempo.
Nessuna mente terrena avrebbe mai sospettato che Colui che poteva ordinare al sole di riscaldare la terra avesse un giorno bisogno di essere riscaldato dall’alito di un bue e di un asino; che Colui che rivestiva d’erba i campi potesse esser nudo; che Colui dalle cui mani provenivano pianeti e mondi avesse un giorno braccia così piccine da non poter raggiungere i musi degli animali; che i piedi che avevano percorso i colli eterni fossero un giorno tanto deboli da non riuscire a camminare; che il Verbo Eterno potesse essere muto; che l’Onnipotenza potesse essere avvolta in fasce; che la Salvezza potesse giacere in una greppia; nessuno insomma avrebbe mai sospettato che Dio, al Suo avvento su questa terra, potesse essere così impotente. Ed è appunto per questo che tanti non lo trovano.
La Divinità sta sempre dove non ci aspettiamo di trovarla.
Signore Gesù, da grande e ricco che eri, ti sei fatto piccolo e povero. Tu hai scelto di nascere fuori di casa in una stalla, di essere fasciato in poveri panni, di essere deposto in una mangiatoia tra un bue e un asinello. Abbraccia, anima mia, quel divino presepio, premi le labbra sui piedini di Gesù. Baciali tutti e due. Medita le veglie dei pastori, contempla il coro degli Angeli e canta insieme a loro con la bocca e con il cuore: “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà”.
San Bonaventura (1217-1274)
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