Nel cuore del Giubileo, Papa Woityla, torna alle radici della fede. Il pellegrinaggio di Giovanni Paolo II in Terra Santa dura sette giorni: dal 20 al 26 marzo 2000. Accolto dal re di Giordania Abdallah II e da tutta la famiglia reale, il sommo Pontefice inizia il suo pellegrinaggio giubilare ad Amman, come aveva fatto il suo predecessore Paolo VI. Anche il suo fu un viaggio segnato dal desiderio di portare un forte messaggio di pace e fratellanza: “Non importa quanto difficile, non importa quanto lungo, il processo di pace deve continuare” (dal discorso fatto ad Amman). Nel suo discorso sul Monte Nebo Giovanni Paolo II salutò i presenti e l’inizio del suo viaggio, ricordando le grandi figure di Mosè e Gesù Cristo, al quale dedicò ogni passo del suo pellegrinaggio. Il suo saluto, in quel primo giorno, andò anche ai figli di san Francesco e al loro secolare servizio di custodire i luoghi santi. Giovanni Paolo II arrivò in Terra Santa in un momento storico molto diverso da quello degli anni ’60. Le sue stesse condizioni fisiche segnano una differenza con il suo predecessore, ma è soltanto apparente. Lo spirito e il messaggio sono gli stessi: pace, fraternità e giustizia per tutti gli uomini. Le persone, accorse da ogni angolo per vederlo, gli riservano un caloroso benvenuto. Come d’altronde è caloroso il benvenuto datogli dal Re della Giordania, dal capo di stato di Israele Ezer Weizman e dal presidente della Palestina Yaser Arafat. A Betlemme Giovanni Paolo II ha incoraggiato il popolo palestinese ricordando che la pace è solo possibile quando esiste il rispetto dei diritti umani, ed ha poi esortato la minoranza cristiana a non emigrare. Sorretto dal Custode da una parte e dal Ministro Generale dall’altra ha disceso gli scalini che portano alla grotta della natività, qui si è raccolto in preghiera per alcuni minuti. Importante e molto apprezzato, il suo intervento durante l’incontro interreligioso nell’auditorio del Notre Dame di Gerusalemme, nel quale individuò proprio nel dialogo tra le diverse religioni la via per la pace nel mondo e nella Terra Santa in particolare. Non poteva certo mancare la visita alla Basilica di Nazareth, visto che l’intero pellegrinaggio pare fosse stato organizzato intorno alla ricorrenza della festa dell’Annunciazione. Ad attenderlo all’ingresso il P. Custode Giovanni Battistelli e il Ministro Generale dell’Ordine dei Frati Minori P. Giacomo Bini. Tra i gesti inaspettati che sono passati alla storia la sua visita al Muro Occidentale e la preghiera lasciata in una delle fessure. Ultima visita del Sommo Pontefice è stata quella al Santo Sepolcro del 26 Marzo, ultimo giorno del suo pellegrinaggio giubilare. Dopo aver celebrato la messa al mattino e aver pranzato nella sede del Patriarcato Latino ha richiesto a sorpresa di poter ritornare in forma privata al S. Sepolcro per salire al Calvario, che nella mattinata aveva soltanto guardato sovrappensiero mentre usciva dalla Basilica.
Video dei Viaggi Apostolici del 2000:
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Un altro evento centrale dell’anno giubilare, è stato il Viaggio Apostolico in Portogallo, e precisamente a Fatima. Fu Giovanni Paolo II a decidere di pubblicato e Ratzinger, allora prefetto della Congregazione della dottrina delle fede, ne spiegò il senso, con una memorabile lettera che purifica ogni interpretazione millenaristica del testo, quasi fosse una sorta di film che anticipa il futuro. Nella lettera sottolinea che nessuno è tenuto a credere ai contenuti del terzo segreto, non essendo un dogma di fede. Ratzinger fornisce quello che definisce un “tentativo di interpretazione” e precisa: “Chi aveva atteso eccitanti rivelazioni apocalittiche sulla fine del mondo o sul futuro corso della storia, deve rimanere deluso. Fatima non ci offre tali appagamenti della nostra curiosità, come del resto in generale la fede cristiana non vuole e non può essere pastura per la nostra curiosità”. Nella prefazione del libro di Tarcisio Bertone, scritto con il giornalista del TG1 Giuseppe De Carli “L’ultima veggente di Fatima”, Benedetto XVI spiegò che la decisione di pubblicare il Terzo Segreto venne presa per svelare la verità “nel confuso quadro delle interpretazioni e speculazioni di tipo apocalittico che circolavano nella Chiesa, creando turbamento fra i fedeli più che invitarli alla preghiera e alla penitenza”. La vicenda del Terzo Segreto è stato assai complessa. Due Pontefici, Giovanni XXIII e Paolo VI, preferirono rinviare ai successori ogni decisione. Giovanni Paolo II invece si convinse che il segreto poteva riguardare l’attentato del 1981. E a chi mostrava qualche dubbio rivendicava il diritto di una interpretazione secondo la sua esperienza personale. Wojtyla si fece portare il testo subito in ospedale dopo l’attentato. Era convinto che la mano della Madonna di Fatima aveva deviato la pallottola. Il proiettile adesso è incastonato nella corona della piccola statua della Vergine a Fatima. I segreti sono stati divisi i tre parti. Le prime due erano state rivelate subito. La terza parte invece no. Il 13 luglio 1917 Lucia ricevette un lungo segreto diviso in tre parti. Con una lettera datata 31 agosto 1941 al vescovo di Leiria, la diocesi dove si trova Fatima, monsignor Correla da Silva, che aveva decretato 11 anni prima l’autentica delle apparizioni e ne aveva autorizzato il culto, Lucia ne rivelò due parti, la prima sull’esistenza dell’inferno e la seconda sulla conversione della Russia. La terza parte del segreto fu scritta da suor Lucia il 3 gennaio 1944 su sullecitazione del vescovo di Leiria, che conservò la busta sigillata per un certo periodo. Poi la busta, il 4 aprile 1957, fu consegnata all’Archivio Segreto del Sant’Uffizio. Quando venne pubblicato nel 2000 si scatenarono subito le polemiche, perché attorno alla vicende di Fatima negli anni sono nati una serie di movimenti, associazioni culturali e religiose, si sono spese migliaia di parole e sono stati scritti decine e decine di libri per sostenere la tesi che il Vaticano ha occultato il testo del vero segreto, detto anche “quarto segreto di Fatima” poiché troppo cupo e minaccioso. I fatti naturalmente hanno smentito tutte le previsioni catastrofiste avanzate da chi non ha accettato la rivelazione del terzo segreto come autentico. a cura diGiovanni Profeta