Il Trattato Onu che mette fuorilegge gli ordigni atomici entra in vigore il 22 gennaio. Attesa per le mosse dei «nuovi» Stati Uniti. L’appello di Papa Francesco a favore della pace
Oggi, dopo aver ottenuto la 50esima ratifica il 24 ottobre scorso, entrerà in vigore il Trattato che ne proibisce il possesso, oltre all’impiego.
Una rivoluzione copernicana strategica scrive Avvenire, edizione on line. Le potenze atomiche e i loro alleati, inclusa l’Italia, dopo averlo invano boicottato o guardato con sospetto, hanno rifiutato di aderire al bando. La loro posizione, però, non è solo minoritaria: è ufficialmente illegale. È il «primo strumento giu- ridicamente vincolante che vieta esplicitamente questi ordigni, il cui utilizzo ha un impatto indiscriminato, colpisce in breve tempo una quantità di persone e provoca danni all’ambiente di lunghissima durata », ha detto papa Francesco ieri, al margine dell’Udienza generale.
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E ha aggiunto: «Incoraggio vivamente tutti gli Stati e tutte le persone a lavorare con determinazione per promuovere le condizioni necessarie per un mondo senza armi nucleari, contribuendo all’avanzamento della pace e della cooperazione multilaterale», di cui l’umanità ha tanto bisogno.
Un appello più volte ripetuto da Jorge Mario Bergoglio. «L’uso dell’energia atomica per fini di guerra è, oggi più che mai, un crimine, non solo contro l’uomo e la sua dignità, ma contro ogni possibilità di futuro nella nostra casa comune», aveva detto il 24 novembre 2019 al Memoriale della pace di Hiroshima.
L’«eliminazione totale delle armi nucleari diventa sia una sfida sia un imperativo morale e umanitario », ha ribadito nell’enciclica Fratelli tutti. Non sorprende, dunque, che la Santa Sede sia stata il primo Stato a sottoscrivere il bando Onu. E la sua moral suasion ha contribuito a sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale sull’urgenza di un «disarmo integrale». Costruito grazie a un lavoro di concerto globale. Proprio su quest’ultimo punto qualcosa si muove nello scenario internazionale. Il nuovo inquilino della Casa Bianca ha più volte promesso un ritorno al multilateralismo dopo gli strappi dell’era Trump.