Le confessioni del Papa in una videoconferenza con i ragazzi della rete “Scholas Occurentes”
“Ognuno di noi ha un tesoro dentro. Non bisogna nasconderlo. A volte si trova subito, altre volte no, proprio come nel gioco del tesoro. Ma una volta trovato bisogna condividerlo con gli altri. Solo se lo dividiamo si moltiplica”. Papa Francesco dall’Aula del Sinodo parla ai ragazzi del progetto delle Scholas Occurentes in conclusione del IV Congresso mondiale educativo che si è svolto in Vaticano e spiega loro come si gioca davvero al gioco del tesoro nella vita.
“Tutti voi avete come una scatoletta – ha aggiunto Francesco –dovete aprire questa scatola e farne uscire il tesoro che c’è dentro”.
La rete internazionale di istituti Scholas Occurrentes, nata con pochi giovani in Argentina per volere dell’allora arcivescovo di Buenos Aires, Jorge Mario Bergoglio, conta oggi oltre 400 mila scuole statali o religiose, sparse in tutti i continenti e connesse tra loro attraverso lo sport, l’arte e la tecnologia.
Nel corso della cerimonia, il pontefice si è collegato in videoconferenza con sette ragazzi disabili, in diretta da tutti i continenti.
COSA FAI QUANDO HAI UNA DIFFICOLTA’?
“Che fai – gli ha chiesto Isaias dagli Stati Uniti, un ragazzo con deficit di sviluppo – quando devi affrontare una difficoltà?”.
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“Primo – ha risposto il pontefice – non arrabbiarsi, essere tranquilli; quindi cercare il modo di superarla e poi se non ci riesco, sopportare finchè non arriva l’occasione di superarla. Ma mai, mai – ha ripetuto – impaurirsi“.
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“SONO UN DISASTRO CON IL COMPUTER!”
I ragazzi non sembrano intimoriti dal dialogo con il pontefice ed è Francesco che deve confessare: “sono un disastro con il computer” quando Alicia, la sedicenne con sindrome di down che parla dallaSpagna, gli chiede se è capace di postare foto. “Vuoi che ti dica la verità? – risponde Bergoglio -. Non sono capace di usare il computer. Che vergogna!”. Idem per l’I-pad, la “tableta” che invece l’argentino Bautista – “Bauti per gli amici”, spiega al papa senza imbarazzo – usa con molto disinvoltura nella sua scuola di Madrid.
A Elvira, undicenne madrilena con sindrome di down, invece, piace cantare. “E’ Violetta la mia canzone preferita”, racconta al Papa argentino che a settembre scorso ha incontrato la cantante e protagonista dell’omonima telenovela di Disney più amata dalle bambine di tutto il mondo.
LA PASSIONE PER IL CALCIO
Bergoglio cerca un terreno più sicuro sul calcio e chiede a Pedro, da S.Paolo, a cui manca un avambraccio per una malformazione congenita ma gioca al calcio con passione: “cosa senti quando fai goal?”. “Mi sento molto felice”.
Però la maglia ‘azul-grana’ del Barcellona, fra i sostenitori di Scholas Occurentes, arriva in dono a Bergoglio . Le caratteristiche strisce azzurre e granata del club spagnolo, quasi uguali ai colori della squadra del cuore di Francesco, il San Lorenzo, portano in alto la scritta in catalano di color giallo ‘Papa Francesc’ e sotto il logo dell’Unicef, sponsor della squadra.
UN PATTO EDUCATIVO DA “INCOLLARE”
“Non cambieremo il mondo se non cambiamo l’educazione” ha detto Francesco in conclusione dell’incontro ma oggi “il patto educativo tra le famiglie, la scuola e lo Stato, è rotto, è assai rotto e non si può semplicemente incollare”. L’educazione è affidata, ha spiegato Bergoglio che ha ringraziato i docenti per aver preso “la patata bollente in mano”, a persone che “pagate male devono portare sulle loro spalle questa responsabilità”. Se si vuole avere una chance di ricucire la rottura, è necessario uno sforzo di “armonizzazione” tra tutti i responsabili, che può passare solo attraverso “l’educazione alla bellezza”, attraverso la pittura, la scultura e la letteratura.
“Dobbiamo cercare in ogni popolo le proprie tradizioni, quelle cose che sono all’origine della patria, che sono le fondamenta dell’identità nazionale. La cultura italiana, per esempio – ha concluso il Papa – non può rinnegare Dante Alighieri come fondamento della cultura, come quella argentina non può rinnegare il Martin Fierro“.
A cura di Redazione Papaboys fonte: Aleteia
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