Mons. Franjo Komarica, Vescovo di Banja Luka, ha concesso un’ampia intervista all’Agenzia giornalistica turca “Anadolija”. Durante tale colloquio, egli si è soffermato anche su Medjugorje, il cui fenomeno — ha detto — è incontestabile.
Non soltanto in Bosnia Erzegovina ed in Europa, ma nel mondo intero è risaputo che Medjugorje esiste “de facto” quale fenomeno nell’ambito del mondo cristiano, e che le persone si recano là per motivi diversi. Di più: stando ai dati disponibili, cristiani — ma anche molti non cristiani — vanno là alla ricerca della pace dello spirito ed anzitutto per trovare un senso alla loro stessa esistenza.
«Sentendo che provenivo dalla Bosnia Erzegovina, molte volte in giro per il mondo mi hanno chiesto di Medjugorje. Le persone sanno di Medjugorje e molte di loro mi hanno detto che, quando sono state là, hanno vissuto qualcosa di specifico per quella che poi sarebbe stata la loro futura vita spirituale e la loro vita di impegno sociale nel luogo in cui si trovano a vivere. Questo è un fatto. Non sono un profeta ma, essendo il Vescovo più anziano della Bosnia Erzegovina e avendo avuto, per incarico ufficiale, la possibilità di seguire direttamente Medjugorje, non ho mai dubitato del fatto che, indipendentemente dalla veridicità o meno delle apparizioni — ossia dalle dichiarazioni dei veggenti —, una realtà soprannaturale abbia parlato non solo a molti cuori o a molte anime, ma a decine di milioni di persone di ogni livello culturale e di ogni professione: da sportivi a cantanti, da ingeneri a statisti, da contadini a residenti in città, da lavoratori istruiti a medici.
Dal punto di vista sociologico, già questo sarebbe un fenomeno da valutare più a fondo e, per tirare alcune conclusioni, direi che esso serve proprio all’uomo contemporaneo, che si sta sempre più estraniando da sé e dal posto che occupa in questo mondo, vacilla e non sa cosa fare di se stesso. Nella Sacra Scrittura c’è una frase molto significativa: “Dai loro frutti li riconoscerete”. Noi possiamo riconoscere quanto siamo credibili dai frutti che portiamo, nella misura in cui passiamo dalle parole ai fatti. Uno degli apostoli di Gesù dice che la fede, senza le opere, è morta».
Se andare a Medjugorje serve alle persone, che lo fanno anche diverse volte, non solo per la loro vita spirituale, ma anche in generale, per un loro impegno finalizzato ad un miglioramento dell’ambiente in cui vivono, dice Komarica:
«Ciò non potrebbe avvenire senza un intervento di Dio, che possiamo definire come vogliamo. Perciò, fin da quando sono entrato nella problematica di Medjugorje, la mia convinzione è sempre stata che questo fenomeno persisterà e che quello sarà un luogo di pellegrinaggio per tutti coloro che sanno cosa significa un pellegrinaggio, poiché sono spinti a recarsi là da qualcosa di interiore. Lo conferma il numero di persone che vanno a Medjugorje dal mondo intero, che mettono da parte i soldi per andarvi a trascorrere qualche giorno in silenzio e a confessarsi. Nel Sacramento della Riconciliazione, infatti, l’individuo si pone dinanzi a Dio che gli risana l’anima, per poter poi ascoltare la voce della propria coscienza ed anche la consolazione che gli viene dal ministro di Dio: “O uomo, Dio ti ama, il Cielo ti ama! Tu non sei stato creato per sopravvivere, ossia per esistere solamente qui ed ora, ma sei stato fatto per quel futuro che Cristo Risorto ha realizzato per te”. Perciò abbiamo bisogno di queste oasi, dovunque».
«Penso — dice — che noi non apprezziamo a sufficienza il fatto che questo sia avvenuto proprio in Bosnia Erzegovina. Dopo questa iniziativa della Santa Sede — che io personalmente da tempo attendevo si mettesse in atto, e che comunque doveva essere posta in atto — attendo certamente che anche il Papa reagisca in modo adeguato».
«Qui si tratta anzitutto di fare una diagnosi della prassi pastorale del luogo, ossia della modalità in cui la fede là viene celebrata nelle azioni liturgiche prescritte dal Diritto della Chiesa, e dell’eco che ne scaturisce. Certamente anche il Papa, sulla base delle dichiarazioni rese da testimoni oculari, emanerà direttive adeguate per il futuro di Medjugorje».
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