Prenderò io la tua porpora.
Come presi il tuo mantello quel giorno a Cafarnao.
La riporrò come riposi allora quel mantello.
Eri nella mia casa e mi agitavo per tante cose.
Avevi ragione.
Ora sto ferma. Vedi?
Ora sono qui. Immobile.
Le tue vesti sono così sporche.
Vorrei potermi occupare di te ora. Sempre.
E invece non posso nulla.
Dicevi che mi perdevo la parte migliore.
Sei tu, amore mio, la parte migliore della mia vita.
Sei la mia vita.
E ora sei lì, lontano.
Trascinato. Vinto.
Ti ho portato cibo e vino quella sera.
Vorrei portare anche questa croce che ti hanno messa addosso oggi.
Vorrei proteggere le tue spalle sanguinanti.
Tu ti sei caricato sul cuore le gioie della mia casa, della mia mensa.
Ti sei caricato sul cuore le mie lacrime per Lazzaro
E le hai asciugate.
E hai aumentato, riempito, fatto traboccare, ogni mia gioia.
E ora io non posso fare altro che stare qui.
Con la tua porpora in mano.
Con il tuo dolore nel cuore.
Con la tua croce e le tue spalle piagate negli occhi.
Sei sempre tu.
Il mio Gesù.
Che mi porta la gioia.
Che mi riempie il cuore.
Avevi ragione.
È bello stare immobile davanti a te.
A riempirmi gli occhi di te.
Sei tu la mia parte migliore.
Ora ho capito amore mio.
Possono ucciderti ma non mi verrai mai tolto.
Questa Via Crucis è fatta dalla prospettiva di uno dei personaggi che, secondo i vangeli, è certo o possibile fosse presente alla Passione del Signore. Lo sguardo della seconda stazione è quello di Marta.
Di Don Mauro Leonardi