Italiae et Ecclesia

3 Gennaio 2020 Festa del Santissimo Nome di Gesù

Oggi la Chiesa festeggia il Santissimo Nome di Gesù

Santissimo Nome di Gesù

Martirologio Romano: Santissimo Nome di Gesù, il solo in cui, nei cieli, sulla terra e sotto terra, si pieghi ogni ginocchio a gloria della maestà divina.

LEGGI: Lettura e commento al Vangelo di oggi

La festività

Il Nome di Gesù, fu sempre onorato e venerato nella Chiesa fin dai primi tempi. 

Solo nel XIV secolo il Nome di Gesù cominciò ad avere culto liturgico: il francescano Bernardino da Siena (1380-1444) fu il più grande propagatore del culto del Nome di Gesù. Altri francescani seguirono tale filone, soprattutto i beati Alberto da Sarteano (1385-1450) e Bernardino da Feltre (1439-1494). Nel 1530 infatti, Papa Clemente VII autorizzò l’Ordine Francescano a recitare l’Ufficio del Santissimo Nome di Gesù.

Due secoli dopo, nel 1721, la celebrazione fu estesa a tutta la Chiesa da Papa Innocenzo XIII.

Il giorno della celebrazione variò nel tempo tra le prime domeniche di gennaio, per attestarsi al 2 gennaio fino agli anni Settanta del Novecento, quando la celebrazione fu soppressa.

Papa Giovanni Paolo II la inserì nel Martirologio Romano al giorno 3 gennaio.

Il Salvatore

Gesù, che vuol dire Salvatore, è il nome dato al Verbo Incarnato non dagli uomini, ma da Dio stesso. Apparve infatti l’Angelo del Signore a San Giuseppe e gli disse:

«Giuseppe, figlio di David, non temere di prendere Maria come tua consorte, perché ciò che è nato in lei è dallo Spirito Santo. Darà alla luce un figliuolo, cui porrai nome Gesù, perché sarà Lui che libererà il suo popolo dai peccati».

Nacque il Bambino e otto giorni dopo fu circonciso, e fu chiamato Gesù, cioè Salvatore, come era stato nominato dall’Angelo.

In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati (Atti 4,12)

Gesù! Nome d’allegrezza, di speranza e d’amore.

Nome d’allegrezza – Quando ci affligge la memoria dei nostri peccati, quando il rimorso si fa sentire più forte nella nostra coscienza, quando lo spavento degli eterni castighi ci assale, ed il demonio cerca precipitarci nella disperazione, pensiamo a Gesù, al nostro Salvatore. Una gioia grande entrerà nel nostro cuore e ci conforterà. In Lui troveremo la forza e la luce: la luce che illumina, che salva, che santifica.

Nome di speranza – Gesù stesso ci dice: «Se chiederete qualcosa al Padre in nome mio, Egli ve la darà».

Il Signore pare ci dica «O uomini, di che temete? Se la vostra miseria vi fa arrossire, se temete per i vostri peccati il Padre mio, se non osate chiedere a Lui ciò che a voi sta a cuore, fatevi coraggio: chiedete in nome mio, e tutto vi sarà dato».

Nome d’amore – Chi, pronunciando questo dolcissimo nome, non ricorda quanto sia costata la nostra Redenzione? Chi non si commuove innanzi a un eccesso di tanto amore? È Gesù, Dio uguale al Padre, che si sacrifica su di una croce e agonizza fra atroci tormenti per noi! Egli, l’innocente, muore schernito e vilipeso da quelli stessi per cui dà la vita. Nome d’amore, d’infinito amore, nome che a Lui solo compete, perché solo Lui ha redento il genere umano! E per questo il Padre gli diede un nome che è sopra ogni nome. A questo nome piegano la fronte gli Angeli ed i Beati del cielo, tremano le forze degli abissi, e riverenti si inchinano gli abitanti della terra.

Quel bambino che i profeti da tanti anni preannunziarono, quel bambino di cui parlano le Scritture, quello che l’umanità da tanto tempo aspettava come un liberatore, oggi lo conosciamo: si chiama Gesù, Salvatore. Egli è Colui che ha chiuso le porte dell’inferno ed ha aperto quelle del Paradiso; Colui che dà gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà.

Redazione Papaboys

Fonte www.santodelgiorno.it

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