Categorie: Verbum Domini

Vangelo (3 Maggio 2018) Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo?

Gv 14,6-14
Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo?

In quel tempo, disse Gesù a Tommaso: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò».

Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio

È cosa giusta che noi ci poniamo una domanda: come si giunge alla vera conoscenza di Dio? Quale sono le vie perché la luce del Signore brilli sopra di noi? Insufficienti, carenti sono le vie della teologia, della filosofia, di qualsiasi altra scienza dell’uomo.

Dio si conosce attraverso una scienza empirica, cioè attraverso la manifestazione nella storia della sua grandezza, verità, onnipotenza, signoria universale, governo della natura, profezia sul futuro. Questa via è quella dei profeti. Il primo che l’applicò in un modo straordinario, grandioso, fu Mosè dinanzi al faraone e a tutto il suo popolo.




In seguito, Mosè e Aronne vennero dal faraone e gli annunciarono: «Così dice il Signore, il Dio d’Israele: “Lascia partire il mio popolo, perché mi celebri una festa nel deserto!”». Il faraone rispose: «Chi è il Signore, perché io debba ascoltare la sua voce e lasciare partire Israele? Non conosco il Signore e non lascerò certo partire Israele!». Ripresero: «Il Dio degli Ebrei ci è venuto incontro. Ci sia dunque concesso di partire per un cammino di tre giorni nel deserto e offrire un sacrificio al Signore, nostro Dio, perché non ci colpisca di peste o di spada!». Il re d’Egitto disse loro: «Mosè e Aronne, perché distogliete il popolo dai suoi lavori? Tornate ai vostri lavori forzati!». Il faraone disse: «Ecco, ora che il popolo è numeroso nel paese, voi vorreste far loro interrompere i lavori forzati?». In quel giorno il faraone diede questi ordini ai sovrintendenti del popolo e agli scribi: «Non darete più la paglia al popolo per fabbricare i mattoni, come facevate prima. Andranno a cercarsi da sé la paglia. Però voi dovete esigere il numero di mattoni che facevano finora, senza ridurlo. Sono fannulloni; per questo protestano: “Vogliamo partire, dobbiamo sacrificare al nostro Dio!”. Pesi dunque la schiavitù su questi uomini e lavorino; non diano retta a parole false!».

I sovrintendenti del popolo e gli scribi uscirono e riferirono al popolo: «Così dice il faraone: “Io non vi fornisco più paglia. Andate voi stessi a procurarvela dove ne troverete, ma non diminuisca la vostra produzione”». Gli scribi degli Israeliti si videro in difficoltà, sentendosi dire: «Non diminuirete affatto il numero giornaliero dei mattoni». Usciti dalla presenza del faraone, quando incontrarono Mosè e Aronne che stavano ad aspettarli, dissero loro: «Il Signore guardi a voi e giudichi, perché ci avete resi odiosi agli occhi del faraone e agli occhi dei suoi ministri, mettendo loro in mano la spada per ucciderci!». Allora Mosè si rivolse al Signore e disse: «Signore, perché hai maltrattato questo popolo? Perché dunque mi hai inviato? Da quando sono venuto dal faraone per parlargli in tuo nome, egli ha fatto del male a questo popolo, e tu non hai affatto liberato il tuo popolo!» (Cfr. Es 5,1-23).



Il Signore si manifesta al Faraone compiendo una serie di prodigi attraverso i quali ha manifestato il suo assoluto governo sull’intera creazione. Tutto obbedisce al Signore, finanche la morte. Nessun uomo ha potere sulla morte. Il Signore la governa. Sul modello di Mosè, ma in un modo infinitamente più grande e più universale, Gesù rivela il Padre attraverso tutte le sue opere. Gesù possiede il governo assoluto sull’intero creato. Ma è anche il datore della vita eterna che è il Padre mette tutta nelle sue mani per la salvezza di ogni uomo. Vedere Gesù è vedere Dio, senza alcuna differenza.

Questa stessa via vale per ogni discepolo di Gesù. Lui non dovrà percorrere le vie della scienza e della dottrina. Sono tutte inefficaci. Dovrà invece incamminarsi sulla via della manifestazione di Dio con la potenza di parole, opere, doni dello Spirito Santo.



Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, formateci alla scuola di Gesù.

Commento a cura del Movimento Apostolico

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