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3 milioni di bambini a rischio per le inondazioni nel Sud Asiatico

Le popolazioni di India, Bangladesh e Nepal stanno subendo le gravi conseguenze delle piogge monsoniche. Save the Children denuncia: 3,2 milioni di bambini a rischio, urgente rispondere alla crisi

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People help a woman to move her car through a water-logged road during rains in Mumbai, India, August 29, 2017. REUTERS/Shailesh Andrade

Non c’è pace per le popolazioni di India, Bangladesh e Nepal che da oltre una settimana sono sferzate dalle piogge monsoniche e dalle violente inondazioni che stanno provocando. Ci sono già diverse vittime, si legge su Vaticannews, tra cui molti bambini e l’Ong Save the Children lancia l’allarme preoccupata che il deterioramento delle condizioni meteorologiche possa portare a una grave crisi umanitaria con ulteriori morti, sfollamenti di massa e la potenziale diffusione di malattie trasmissibili con l’acqua. Ad oggi, sottolinea l’Organizzazione, più di 150 persone hanno già perso la vita, ma il numero delle vittime è destinato ad aumentare.


La situazione in India 

Le pioggie hanno inondato oltre 4.000 villaggi nello Stato nord-orientale dell’Assam, in India. L’instabilità ha bloccato le strade principali perciò le operazioni di soccorso diventano ancora più difficili. Le alluvioni hanno colpito direttamente circa 4,3 milioni di persone, tra cui 1,72 milioni di bambini. Save The Children sta cercando di rispondere all’emergenza con aiuti salvavita, come ripari temporanei, acqua, servizi igienici e sanitari, fondamentali per arginare il rischio di diffusione di epidemie.

Bangladesh: a rischio anche i Rohingya

La situazione non è certo migliore in Bangladesh dove i monsoni hanno colpito maggiormente la parte nord-orientale del Paese, al confine con l’India. Le alluvioni hanno colpito quasi un milione di persone, tra cui oltre 400 mila bambini. La calamità ha inondato 17 distretti su 64, nel Paese. “Nonostante in Bangladesh siamo abituati a eventi climatici estremi – dice Luisa Altobelli portavoce di Save The Children – ciò che ci preoccupa maggiormente è la frequenza e l’imprevedibilità con cui si stanno verificando. Crediamo che questo possa essere conseguenza dei cambiamenti climatici. I bambini sono i più colpiti. Ma siamo preoccupati anche per i rifugiati Rohingya, sfollati poiché le loro abitazioni sono stati parzialmente o completamente distrutte”. “A Cox’s Bazar almeno 90 strutture di Save sono state danneggiate, tra cui i nostri centri per l’apprendimento e gli spazi a misura di bambino.

Emergenza sanitaria in Nepal

Un violento nubifragio durato una settimana ha colpito circa 385 mila persone anche in Nepal, tra cui 155 mila bambini. Decine di persone hanno perso la vita, ma il bilancio delle vittime potrebbe aggravarsi ulteriormente. In questo contesto, i bambini sono particolarmente vulnerabili e rischiano di morire o subire lesioni, anche gravi, di contrarre malattie o rimanere vittime di sfruttamento e abusi. È dunque assolutamente indispensabile raggiungere queste comunità prima che la situazione si trasformi in un’emergenza sanitaria. “Vogliamo che si faccia di tutto per supportare le persone più fragili e più in difficoltà. In questo momento così grave – ribadisce Luisa Altobelli – il supporto delle istituzioni, ma anche delle persone è fondamentale per poter operare in fretta in difesa dei più vulnerabili”

Di cecilia Seppia per Vaticannews.va

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