Pensate che il 2015 non sia stato un anno fantastico per voi? Potreste voler iniziare il 2016 leggendo una biografia di Elizabeth Ann Bayley Seton, la prima santa nata in America ad essere canonizzata, per trovare un po’ di “prospettiva”. Dopo tutto, lei stessa ha detto in una delle sue tante prove che “a volte paragonare la propria condizione con quella degli altri diminuisce il dolore personale”.
La moglie, madre, vedova, convertita, amica leale, educatrice, musicista, assistente, volontaria, fondatrice religiosa delle Figlie della Carità era fortunata quando ogni anno della sua vita non implicava perdita, morte, malattia, rovina finanziaria, cuore spezzato e ogni tipo di difficoltà, incluse quelle che ha affrontato quando si è convertita alla fede cattolica. Questa santa può insegnarci molto, ma ecco tre lezioni specifiche della sua vita che vi possono aiutare a rendere il vostro anno nuovo un po’ più felice e santo:
La festa di Santa Elizabeth Ann Seton si celebra il 4 gennaio, vicino a quella dell’Epifania, alla quale era particolarmente legata. La Seton si è convertita da membro di spicco della Trinity Episcopal Church di New York a cattolica romana, una cosa che le signore non facevano all’inizio del XIX secolo.
I cattolici dell’epoca erano infatti considerati “scarti”. Il cattolicesimo era ritenuto la religione degli immigrati, che spesso vivevano nello squallore ed erano considerati miserabili e strani. Per gli amici e i familiari della Seton, la conversione al cattolicesimo era scandalosa e inadatta. Subì varie pressioni in modi sottili e non per mettere in dubbio le convinzioni che aveva abbracciato e restare nella chiesa della sua famiglia.
Dopo un periodo di discernimento e di distrazione con doveri come assistere i propri figli malati di pertosse, tuttavia, Elizabeth si ritrovò – il 1° gennaio 1805 – a tenere tra le mani un libro del gesuita francese e famoso predicatore Louis Bourdaloue. Leggendo il suo sermone sull’Epifania, rimase colpita dalla ricerca dei magi e ancora una volta si chiese dove fosse la vera Chiesa. “La conclusione per la quale quando non discerniamo più la Stella della Fede dobbiamo cercarla nell’unico luogo in cui si può trovare, ‘con i depositari della sua Parola’, sembrava per lei troppo chiara per poter essere ignorata”, ha scritto la sua biografa, Annabelle Melville.
“Seguire la stella” era una consolazione per Elizabeth, che confidava nel fatto che Dio alla fine le avrebbe rivelato la verità e l’avrebbe portata dove doveva andare, anche quando era confusa e scoraggiata. L’Epifania, per Elizabeth, è rimasta sempre una festa speciale e un evento significativo da contemplare, come scrisse alla sua amica Amabilia Filicchi in Italia dopo aver letto il sermone sull’Epifania: “Dov’è la mia stella? Cerco Dio e la sua Chiesa, e mi aspetto di trovare la mia pace in loro”. E così ha fatto.
Forse ciò che ha reso più semplice per Elizabeth seguire la stella è stato il fatto di guardare sempre in alto. “Guardate in alto e siate grati per il bene che resta”, diceva. “Guardate ai cieli blu e amatelo!”
Guardare in alto divenne una pratica che Elizabeth dovette coltivare per superare lo scoraggiamento e l’autocommiserazione. Perse la madre a due anni e a 29 aveva perso il fratello e il suocero (a entrambi i quali era molto legata), molti cari amici e perfino l’amato marito. Prima di morire, a 47 anni, avrebbe perso molti altri cari amici, familiari e anche alcuni figli. Passò dall’essere membro di una famiglia agiata a diventare una vedova che lottava per provvedere ai cinque figli e alle altre persone che dipendevano da lei. Affrontò epidemie, viaggi in mare, incertezze e fraintendimenti – tutte cose che avrebbero potuto facilmente condurla sull’orlo della disperazione.
Per Elizabeth, “guardare in alto” era un semplice gesto del corpo e dell’anima, che le ricordava chi era Colui che provvedeva davvero e dove avrebbe trovato la sua dimora definitiva: in cielo. In un’epoca in cui anche un mal di gola poteva provocare una morte prematura e le donne morivano spesso di parto, Elizabeth era ben consapevole della fragilità della vita, e la sofferenza batteva spesso alla sua porta. Ma lei continuava a guardare in alto, con speranza e fiducia nel fatto che la sua vita era nelle mani di Dio e nelle sue promesse.
Un tema centrale nella vita della Seton è stata la ricerca e l’accettazione della volontà di Dio. Una volta ha scritto: “Dio mi ha dato molte cose da fare, e ho sempre preferito e sperato di preferire la sua volontà a qualsiasi mio desiderio”.
Ed Elizabeth ha avuto davvero sempre molto da fare. Oltre ai propri figli, si è occupata dei fratelli minori del marito William quando è morto suo padre. Quando William ha preso l’attività del padre, ha tenuto tutti i libri contabili e ha aiutato nella gestione. Era attiva nella sua chiesa, faceva volontariato in varie strutture, teneva molta corrispondenza ed era una scrittrice prolifica. In seguito, diventata vedova e non godendo più di buona salute, ha avuto ancor più da fare, ma è riuscita a fondare una nuova comunità religiosa – le Figlie della Carità –, che educavano i figli di tanti immigrati cattolici, a Emmitsburg, nel Maryland.
Elizabeth ha perseguito la volontà di Dio – nelle Scritture, e poi nella vita sacramentale della Chiesa, ma soprattutto nelle circostanze della sua vita –, le lotte, i trionfi, i cambiamenti e le prove di ogni giorno. La sua apertura alla volontà divina l’ha portata alla santità, ed è stata canonizzata come prima santa nata sul suolo americano il 14 settembre 1975 da papa Paolo VI.
Forse il modo migliore di riassumere queste tre pratiche per un anno nuovo più felice è questo: aggrappatevi all’epifania! Guardate in alto e continuate a seguire la stella, e troverete la volontà di Dio per voi nel 2016 – come ha fatto Santa Elizabeth Ann Seton ogni nuovo anno che ha affrontato.
La maggior parte delle citazioni sono tratte dalla biografia Elizabeth Bayley Seton, scritta da Annabelle Melville e pubblicata da Betty Ann McNeil, DC.
Redazione Papaboys (Fonte it.aleteia.org/ )
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