L’inferno è reale, e per i cattolici la sua esistenza è un dogma. Il Concilio di Firenze ha stabilito nel 1439 che “le anime di quelli che muoiono in peccato mortale attuale, o anche solo nel peccato originale, scendono subito nell’inferno”.
Poiché è un luogo solo per coloro che sono morti, non possono avere accesso all’inferno quelli di noi che vivono ancora – almeno in circostanze ordinarie. Molti santi e non santi nel corso della storia della Chiesa hanno affermato di aver avuto vivide esperienze mistiche dell’inferno e hanno scritto al riguardo. Di seguito figurano tre di queste descrizioni.
Il Catechismo afferma chiaramente che il ruolo delle rivelazioni private “non è quello di ‘migliorare’ o di ‘completare’” il deposito della fede, ma quello di “aiutare a viverla più pienamente in una determinata epoca storica”. Il resoconto di queste visioni va quindi letto per vedere se possono aiutare a ispirarci a prendere più seriamente la realtà del regno eterno dei dannati.
La grande santa del XVI secolo Teresa d’Avila era una suora e teologa carmelitana. È uno dei 35 dottori della Chiesa. Il suo libro “Il castello interiore” è ritenuto uno dei testi più importanti sulla vita spirituale. Nella sua autobiografia, la santa descrive una visione dell’inferno che credeva Dio le avesse concesso per aiutarla ad allontanarsi dai suoi peccati:
“L’entrata mi pareva come un vicolo assai lungo e stretto, come un forno molto basso, scuro e angusto; il suolo, una melma piena di sudiciume e di un odore pestilenziale in cui si muoveva una quantità di rettili schifosi. Nella parete di fondo vi era una cavità come di un armadietto incassato nel muro, dove mi sentii rinchiudere in un spazio assai ristretto. Ma tutto questo era uno spettacolo persino piacevole in confronto a quello che qui ebbi a soffrire” […].
“Quello che sto per dire, però, mi pare che non si possa neanche tentare di descriverlo né si possa intendere: sentivo nell’anima un fuoco di tale violenza che io non so come poterlo riferire; il corpo era tormentato da così intollerabili dolori che, pur avendone sofferti in questa vita di assai gravi […], tutto è nulla in paragone di quello che ho sofferto lì allora, tanto più al pensiero che sarebbero stati tormenti senza fine e senza tregua” […].
“Stavo in un luogo pestilenziale, senza alcuna speranza di conforto, senza la possibilità di sedermi e stendere le membra, chiusa com’ero in quella specie di buco nel muro. Le stesse pareti, orribili a vedersi, mi gravavano addosso dandomi un senso di soffocamento. Non c’era luce, ma tenebre fittissime” […].
“In seguito, però, ho avuto una visione di cose spaventose, tra cui il castigo di alcuni vizi. Al vederli, mi sembravano ben più terribili […]. Sentir parlare dell’inferno è niente, com’è niente il fatto che abbia alcune volte meditato sui diversi tormenti che procura (anche se poche volte, perché la via del timore non è fatta per la mia anima) e con cui i demoni torturano i dannati e su altri ancora che ho letto nei libri; non è niente, ripeto, di fronte a questa pena, che è ben altra cosa. C’è la stessa differenza che passa tra un ritratto e la realtà; bruciarsi al nostro fuoco è ben poca cosa in confronto al tormento del fuoco infernale. Rimasi spaventata e lo sono tuttora mentre scrivo benché siano passati quasi sei anni tanto da sentirmi agghiacciare dal terrore qui stesso, dove sono” […].
“Questa visione mi procurò anche una grandissima pena al pensiero delle molte anime che si dannano (specialmente quelle dei luterani che per il battesimo erano già membri della Chiesa) e un vivo impulso di riuscire loro utile, essendo, credo, fuori dubbio che, per liberarne una sola da quei tremendi tormenti, sarei disposta ad affrontare mille morti assai di buon grado” […].
Santa Maria Faustina Kowalska, nota come Santa Faustina, era una suora polacca che affermava di aver avuto una serie di visioni che includevano Gesù, l’Eucaristia, gli angeli e vari santi. È dalle sue visioni, registrate nel suo Diario, che la Chiesa ha ricevuto l’ormai popolare devozione alla coroncina della Divina Misericordia. In un brano della fine di ottobre del 1936, ella descrive una visione dell’inferno:
“Oggi, sotto la guida di un angelo, sono stata negli abissi dell’Inferno. È un luogo di grandi tormenti per tutta la sua estensione spaventosamente grande. Queste le varie pene che ho viste: la prima pena, quella che costituisce l’inferno, è la perdita di Dio; la seconda, i continui rimorsi della coscienza; la terza, la consapevolezza che quella sorte non cambierà mai; la quarta pena è il fuoco che penetra l’anima, ma non l’annienta; è una pena terribile: è un fuoco puramente spirituale, acceso dall’ira di Dio; la quinta pena è l’oscurità continua, un orribile soffocante fetore, e benché sia buio i demoni e le anime dannate si vedono fra di loro e vedono tutto il male degli altri ed il proprio; la sesta pena è la compagnia continua di satana; la settima pena è la tremenda disperazione, l’odio di Dio, le imprecazioni, le maledizioni, le bestemmie”.
“Queste sono pene che tutti i dannati soffrono insieme, ma questa non è la fine dei tormenti. Ci sono tormenti particolari per le varie anime che sono i tormenti dei sensi. Ogni anima con quello che ha peccato viene tormentata in maniera tremenda ed indescrivibile. Ci sono delle orribili caverne, voragini di tormenti, dove ogni supplizio si differenzia dall’altro. Sarei morta alla vista di quelle orribili torture, se non mi avesse sostenuta l’onnipotenza di Dio. Il peccatore sappia che col senso col quale pecca verrà torturato per tutta l’eternità. Scrivo questo per ordine di Dio, affinché nessun’anima si giustifichi dicendo che l’inferno non c’è, oppure che nessuno c’è mai stato e nessuno sa come sia”.
“Io, Suor Faustina, per ordine di Dio sono stata negli abissi dell’inferno, allo scopo di raccontarlo alle anime e testimoniare che l’inferno c’è. Ora non posso parlare di questo. Ho l’ordine da Dio di lasciarlo per iscritto. I demoni hanno dimostrato un grande odio contro di me, ma per ordine di Dio hanno dovuto ubbidirmi. Quello che ho scritto è una debole ombra delle cose che ho visto. Una cosa ho notato e cioè che la maggior parte delle anime che ci sono, sono anime che non credevano che ci fosse l’inferno. Quando ritornai in me, non riuscivo a riprendermi per lo spavento, al pensiero che delle anime là soffrono così tremendamente, per questo prego con maggior fervore per la conversione dei peccatori, ed invoco incessantemente la misericordia di Dio per loro. Gesù mio, preferirei agonizzare fino al termine del mondo, fra le peggiori sofferenze, piuttosto che offenderti con il minimo peccato” (Diario di Santa Faustina, 741).
Suor Lucia non è una santa, ma è una delle destinatarie di una delle più importanti rivelazioni private del XX secolo, avvenuta a Fatima (Portogallo). Nel 1917 era uno dei tre bambini che affermavano di aver sperimentato numerose visioni della Beata Vergine Maria. Dichiarava che Maria le aveva mostrato una visione dell’inferno che in seguito descrisse nelle sue Memorie:
“[Maria] Essa ancora una volta aprì le Sue mani, come aveva fatto i due mesi precedenti. I raggi [di luce] apparvero per penetrare la terra e noi vedemmo come un vasto mare di fuoco e vedemmo i dèmoni e le anime [dei dannati] immersi in esso”.
“Vi erano poi come tizzoni ardenti trasparenti, tutti anneriti e bruciati, con forma umana. Essi fluttuavano in questo grande conflagrazione, ora lanciati in aria dalle fiamme e poi risucchiati di nuovo, insieme a grandi nuvole di fumo. Talvolta ricadevano su ogni lato come scintille su fuochi enormi, senza peso o equilibrio, fra grida e lamenti di dolore e disperazione, che ci terrorizzavano e ci facevano tremare di paura (deve essere stata questa visione a farmi piangere, come dice la gente che mi udì)”.
“I demoni si distinguevano [dalle anime dei dannati] per il loro aspetto terrificante e repellente simile a quello di animali orrendi e sconosciuti, neri e trasparenti come tizzoni ardenti. Questa visione è durata solamente un attimo, grazie alla nostra buona Madre Celeste, che nella sua prima apparizione aveva promesso di portarci in Paradiso. Senza questa promessa, credo che saremmo morti di terrore e spavento”.
Qualche reazione? Possiamo tutti fare affidamento sulla misericordia di Dio in Cristo, ed evitare così qualsiasi cosa che sia anche solo vicina a queste descrizioni, trascorrendo l’eternità in unione con Dio in cielo.
Di Redazione Papaboys fonte: Aleteia
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Sono potentissime schiere che appestano anche le zone e i luoghi dove si devono preparare le anime chiamate a servire Cristo e la sua Chiesa.
Dovrebbero aumentare gli esorcismi pubblici perchè forse non siamo altro che appestati.