Categorie: Italiae et Ecclesia

37.mo anniversario morte Paolo VI. Don Maffeis: ha ispirato Papa Francesco

Ricorre oggi il 37.mo anniversario della morte del Beato Paolo VI. E’ la prima ricorrenza dalla Beatificazione del 19 ottobre scorso. Sull’attualità della figura di Papa Montini e il suo rapporto con Papa Francesco, Alessandro Gisotti ha intervistato don Angelo Maffeis, presidente dell’Istituto Paolo VI:

R. – Noi constatiamo anche nella casa natale di Paolo VI a Concesio che sono aumentati i pellegrini che visitano questo luogo e ne fanno un’occasione per riscoprire l’importanza di questa figura. Mi pare che proprio dopo la Beatificazione di Paolo VI assuma un significato particolare anche il giorno della sua morte, che coincide appunto con la festa liturgica della Trasfigurazione del Signore. Come dice nel pensiero “La morte”, Paolo VI desidera, terminando la vita, di essere nella luce. Credo che anche simbolicamente il fatto che la sua morte abbia coinciso con il mistero della Trasfigurazione diventi ancora più vero con la sua Beatificazione, che lo riconosce nella luce di Dio, ma lo indica anche come una fonte di luce che può illuminare il cammino della Chiesa.

D. – L’Istituto Paolo VI ha pubblicato recentemente un inedito di mons. Montini, probabilmente negli anni in cui era a Roma, in Segreteria di Stato, che si sofferma proprio sulla santità. Effettivamente è una riflessione proprio sulla festa dei Santi…

R. – E’ un testo molto bello, perché probabilmente è stato preparato in vista di una omelia oppure di una meditazione che l’allora sostituto Giovanni Battista Montini ha tenuto. Ed è un pensiero che parte da questa constatazione: “Temo che non diventerò mai Santo, perché la santità è un ideale molto alto, perché la pigrizia impedisce appunto di seguire questa santità”. E poi via, via la meditazione si sviluppa fino a questa conclusione: “Temo che diventerò Santo”. Lo abbiamo pubblicato anche proprio come segno di questa riflessione che ha accompagnato la vita di Montini e che ha trovato il suo suggello nella Beatificazione, ma che indica in qualche modo quel tema che la Costituzione sulla Chiesa ”Lumen Gentium” del Vaticano II, nel capitolo V, indica quando parla della vocazione universale alla santità: che questo è il cammino ed è la vocazione ed il destino di ogni credente.

D. – Papa Francesco, che ha beatificato Paolo VI, ha sempre sottolineato il suo grande amore per Papa Montini. Pensiamo ai numerosi richiami alla “Evangelii Nuntiandi”. Quali sono, secondo lei, gli aspetti che maggiormente legano questi due Pontefici?

R. – Certamente Papa Francesco ha indicato nell’Evangelii Nuntiandi il documento più importante, da un punto di vista pastorale, del post Concilio. E quindi credo che questo lo leghi in fondo al Papa che ha guidato il Concilio alla sua conclusione e ha dato le indicazioni per rinnovare la pastorale della Chiesa negli anni successivi. Mi pare che alla luce dell’ultima Enciclica di Papa Francesco, “Laudato si’”, si possa riconoscere anche un altro legame tra questi due Papi. Mi colpiva il fatto che Paolo VI nella “Populorum Progressio” parli di sviluppo integrale e questo aggettivo “integrale” ritorni anche nell’ultima Enciclica di Papa Francesco, quando parla di una necessità di un’ecologia integrale.

D. – Fra poco più di un mese Papa Francesco parlerà alle Nazioni Unite. Il primo Papa che ha parlato al Palazzo di Vetro di New York è stato proprio Paolo VI…

R. – Certamente. E non è un caso che tutti i Papi successivi abbiano ritenuto di entrare in dialogo con questo organismo, con questo luogo dove i popoli cercano di risolvere i loro conflitti in maniera pacifica. Quindi, nonostante le difficoltà, che spesso la convivenza tra i popoli incontra, mi pare che sia un segno di questa volontà della Chiesa, che continua a dare il suo contributo alla convivenza pacifica tra i popoli, a percorrere strade nuove.

A cura di Redazione Papaboys fonte: Radio Vaticana

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