Non è facile impedire al risentimento di avvelenare il proprio cuore, ma queste straordinarie storie di umanità fanno capire che perdonare – persino gli assassini dei propri genitori – è possibile
Il perdono è un’arma potente, diceva Nelson Mandela. Di sicuro è un atteggiamento sano che ha effetti positivi sulla salute.
Lo sa bene Marina Cantacuzino, fondatrice de The Forgiveness Project, un’organizzazione nata per raccontare le storie di chi all’odio e al dolore ha risposto con il desiderio di riconciliazione e guarigione interiore.
Giornalista freelance dal 1990 al 2004, per anni Cantacuzino ha dato voce alle lotte e alle vittorie di persone ordinarie, raccontando le sfide affrontate nelle relazioni, nella salute e nel lavoro. Nel tempo si è resa conto, vedendo da vicino le vite di chi aveva superato esperienze difficili, che molte storie avevano un elemento in comune: la forza trasformatrice del perdono.
“Nel raccogliere storie di riconciliazione e perdono”, racconta Marina Cantacuzino, “ho notato che il perdono divide l’opinione pubblica in due, come una ghigliottina affilata”.
Sì, perché se ci sono coloro “che vedono il perdono come una nobile ed umile risposta alle atrocità”, c’è anche molta gente “che ride compiaciuta fuori dai tribunali”.
“Colui che non riesce a perdonare distrugge il ponte sul quale egli stesso deve passare; perché ogni uomo ha bisogno di essere perdonato” – George Herbert
L’organizzazione ha realizzato diversi tipi di eventi. Ma si è fatta conoscere soprattutto grazie ad una mostra fotografica, “The F Word“, creata con il fotografo Brian Moody. La mostra fotografica racconta storie di persone distrutte dalla violenza e dall’ingiustizia, che però non hanno permesso al risentimento di mettere radici nel proprio cuore. Presentato per la prima volta nel 2004, The F Word ha avuto luogo in oltre 550 località, in 14 nazioni diverse, raggiungendo un pubblico di più di 70mila persone.
Ne abbiamo fatto una breve selezione, certi che leggere queste testimonianze farà del bene al vostro cuore. Un’alternativa all’odio esiste e non è inaccessibile, sebbene richieda sacrificio ed umiltà (per leggere le storie sfogliate la fotogallery).
Potete leggere le storie complete di Margot, Lorin, Christopher e Jacob – nonché le oltre 140 straordinarie storie di perdono e riconciliazione raccolte nella mostra – su theforgivenessproject.com.
Fonte: it.aleteia.org
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