Senza loro, molto spesso, saremmo persi nel pellegrinaggio della vita..
RELIGIOSI – Troppo spesso ci lamentiamo per il nostro parroco, per quella suora o per quel vescovo. Smettiamola! Ognuno di noi è umano, ognuno di noi è peccatore. Impariamo a pregare per i nostri pastori. Se c’è qualcosa che non ci piace o crediamo che sia profondamente sbagliato l’atteggiamento di uno di loro, andiamo a parlarci di persona con umiltà e amore cristiano. Così facendo non avrai seminato inutile zizzania!
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Mi piace il tuo dinamismo, Signore e per questo voglio imitarti.
Egli è l’Uomo che andava di città in città. Non aveva una stabile dimora l’Uomo Dio, venuto dal cielo e nato dalla Vergine Maria. Fin dalla sua nascita il suo fu un continuo pellegrinare. Nazareth, Betlemme, Egitto, Nazareth e poi, di città in città, “perché ho altre pecore che non sono di quest’ovile; anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore” (Gv 10, 16).
Possiamo dire che il suo andare di città in città, di casa in casa non si è mai esaurito. Egli, infatti, è colui che passa sempre e chiama sempre ed invita sempre tutti ad andare nella sua vigna. Poi manda alcuni come pastori, altri come profeti. A tutti affida un compito ed una missione.
Egli non si è mai fossilizzato in una mentalità o in una consuetudine. Non si è fermato in un Paese né ha posto la sua tenda in una località. Egli va continuamente dove vive l’uomo. Ogni uomo è sua patria e sua casa. Ogni uomo è parte di quel gregge che egli conduce ai pascoli ubertosi. Egli precede tutti. È disposto a dare la sua vita per le sue pecore.
È straordinario questo continuo “andare di Dio”. Non è statico, ma dinamico. Non è legato ad un popolo o ad una tradizione o ad un partito. Si fa trovare da tutti, aspetta tutti, va incontro a tutti. Come un giorno andò in casa di Simone il lebbroso, o in casa di Pietro, o in casa di Marta e Maria o come si mise a disposizione di Nicodemo, quand’era notte, o aspettò, sotto il sole rovente, la Samaritana.
Egli ci insegna l’apertura e la sollecitudine verso tutti i nostri fratelli ovunque vivano.
E se verrò da Te e busserò alla tua porta, non lasciarmi solo, Signore, perché non ho altri che te.
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