Una “neve” di fiori per ricordare il prodigio da cui scaturì l’edificazione del più antico santuario mariano d’Occidente. È quanto avviene oggi a Santa Maria Maggiore, dove stamattina il cardinale Santos Abril y Castelló ha celebrato una Messa per ricordare la Dedicazione della Basilica. Nel pomeriggio, in programma anche la solenne celebrazione dei Vespri. Il servizio di Alessandro De Carolis della Radio Vaticana:
Sullo sfondo di un’estate che l’ha fin qui vista bagnata da innumerevoli piogge, Roma vive un altro eccezionale evento “meteo” fuori stagione, concentrato su uno dei luoghi che meglio racconta il cuore sacro della città.
È “il miracolo della neve”, che ogni 5 agosto attira una folla di fedeli, turisti, curiosi, che rivivono in maniera simbolica la straordinaria scena che, secondo la tradizione, lasciò di stucco Papa Liberio il 5 agosto del 358 e con lui un patrizio romano di nome Giovanni. La notte precedente, avevano sognato la Vergine che chiedeva a entrambi di costruirle una chiesa sul luogo dove l’indomani avessero trovato neve fresca. Teatro del prodigio fu il colle Esquilino dove qualche decennio dopo sorgerà quella che a oggi è la più antica basilica della cristianità, Santa Maria Maggiore, le cui fattezze odierne risalgono al tempio voluto da Sisto III nel 431.
Ed è qui che, simulando l’antico miracolo, la Basilica si copre di petali di fiori, caduti sulle persone presenti alla Messa e ai Vespri. Anche in questa circostanza, il pensiero corre a Papa Francesco, che in Santa Maria Maggiore ha posto in certo modo la “prima pietra” del suo ministero, inginocchiandosi subito dopo l’elezione e ogni volta possibile davanti all’icona della Salus Populi Romani.
Dopo le liturgie solenni in Basilica, il “miracolo” tornerà anche all’esterno, sulla facciata di Santa Maria Maggiore, con lo spettacolo di luci multicolori ideato dall’architetto Cesare Esposito e con le macchine spara-neve che imbiancheranno la piazza come nell’agosto di 1650 anni fa. La neve, afferma l’architetto, “scenderà come messaggio di pace e di speranza”, la stessa che Papa Francesco – al quale la scenografia è dedicata – ha portato “all’umanità” commuovendo “il mondo” con la sua difesa degli “umili”.
A cura di Redazione Papaboys