Sancta Sedes

50.000 giovani arrivano a Roma in queste ore per l’incontro con Papa Francesco. Il programma

Sabato 11 e domenica 12 agosto a Roma il grande appuntamento preparato da tanti cammini. Coinvolte 195 diocesi italiane

Quarantamila giovani in cammino. Settantamila previsti nell’incontro con Papa Francesco sabato pomeriggio al Circo Massimo. 195 diocesi coinvolte sulle 226 presenti in Italia. 120 vescovi che hanno garantito la loro presenza. Sono questi i numeri (alcuni) del grande evento organizzato per l’11 e 12 agosto dal Servizio nazionale per la pastorale giovanile della Cei. Il direttore del Servizio, don Michele Falabretti, presente il cardinale Gualtiero Bassetti, ha illustrato ieri l’intenso programma della “due giorni”.

Il programma di sabato e domenica a Roma
Alcuni giovani che si sono messi in cammino, ha spiegato, arriveranno a Roma venerdì sera e dormiranno nelle parrocchie, ma la maggior parte arriverà sabato mattina per convergere al Circo Massimo, che sarà aperto dalle 13.

Alle 16.30 l’accoglienza e il saluto, con la testimonianza e la musica del gruppo musicale “The Sun” e l’arrivo di papa Francesco, che farà il giro dell’area e salirà sul palco, per un tempo di dialogo e di confronto “botta e risposta” con i giovani, che presenteranno in gruppo al Papa le loro riflessioni.

Alle 19.45 l’inizio della Veglia per il Sinodo. Francesco lascerà il Circo Massimo alle 20.30, subito dopo per i giovani ci sarà lo spazio della cena, con un “box lunch” che comprende la cena del sabato, la colazione e il pranzo della domenica. Tutto il materiale è biodegradabile e grazie ad un accordo con Ama – ha puntualizzato don Falabretti – già nel pomeriggio i ragazzi raccoglieranno i rifiuti strada facendo. Il cibo avanzato non sarà buttato via ma riciclato per chi ne ha bisogno.

Alle 21.30 il momento di festa, che sarà aperto dalla Banda Rulli Frulli che canterà con i Perturbazione, poi i più famosi Clementino, Alex Britti e Mirkoeilcane. Presenta Andrea Delogu. Subito dopo il concerto, la Notte bianca in 19 chiese romane, con confessioni, adorazione, incontri e scambi di riflessione. Particolarmente significativa quella ospitata nella Chiesa del Gesù, dove padre Guido Bertagna dialogherà su perdono e giustizia riparativa con Giovanni Ricci (figlio di uno dei poliziotti della scorta di Aldo Moro uccisi a via Fani) e il brigatista dissociato Franco Bonisoli.

Domenica 12, piazza San Pietro sarà aperta dall’alba. Alle 9.30 la messa celebrata dal cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, che terminerà con l’Angelus del Papa, atteso in piazza mezz’ora prima.

Al termine della preghiera mariana, Francesco benedirà i doni che la Chiesa italiana fa a Panama per la prossima Gmg, in programma a gennaio del 2019. Don Falabretti ha anche reso noto che all’evento di sabato pomeriggio al Circo Massimo assisteranno anche autorità civili (la sindaca Virginia Raggi e il governatore del Lazio Nicola Zingaretti), esponenti del Dicastero vaticano per i laici e la famiglia della Segreteria del Sinodo dei vescovi, nonché una delegazione dal Panama guidata dall’arcivescovo José Domingo Ulloa Mendieta.

Bassetti: i giovani chiedono di essere riconosciuti
Tutta la Penisola è «invasa da un esercito pacifico» di decine di migliaia di giovani che sono in cammino per Roma dove sabato e domenica incontreranno papa Francesco in vista del Sinodo. È questa l’immagine offerta dal cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, per descrivere l’evento che vede coinvolte ben 195 diocesi su 226. Evento dal grande valore pedagogico, perché «il camminare insieme – ha spiegato a proposito dei pellegrinaggi che i giovani stanno compiendo in questi giorni dal Nord al Sud della Penisola – è formativo per i ragazzi: lo stare gli uni accanto agli altri, il silenzio per rientrare in sé lontano dalla frenesia della vita quotidiana…».

Nella conferenza stampa per presentare l’iniziativa il cardinale ha ribadito che «i giovani non sono un oggetto di cui la Chiesa si interessa, ma un soggetto vivo». «Saranno loro a dirci cosa vogliono dalla Chiesa» – ha aggiunto –, infatti «Paolo VI diceva che i giovani e la Chiesa hanno un’affinità, perché la Chiesa è sempre giovane e si rinnova continuamente con la forza dello Spirito Santo. Giovani e Chiesa devono sempre più sentirsi alleati». «Ci aspettiamo molto da questo incontro», ha rimarcato il presidente della Cei. «Non perché abbiamo voglia di contarci –, ha precisato, – ma perché abbiamo voglia di ascoltare un messaggio fresco, dal Papa e dai giovani, che vanno verso una primavera della storia e dell’umanità. E noi ci andiamo con loro».

Il cardinale Bassetti poi ha affermato che la Chiesa in Italia, con Papa Francesco, non ha una visione «pessimista dei giovani». «Il mondo attuale è segnato dal soggettivismo, non dall’incredulità – ha affermato – e tutto questo soggettivismo porta a una visione di vita sganciata dalla fede». La «scommessa grande», allora, «per il Papa, per la Chiesa, per gli educatori è riagganciare al soggettivismo le esigenze della fede».

«Penso che anche il Papa la veda così – ha osservato il presidente della Cei, secondo il quale Francesco – non ha una visione pessimistica, ma realistica dei ragazzi. Se ho una visione pessimistica dei giovani, io li chiudo; se ho una visione realistica, li apro alla speranza». «Che cosa chiedono i ragazzi?», si è chiesto Bassetti: «Non chiedono tante cose: chiedono di essere riconosciuti». «E noi non siamo capaci di dare loro questo riconoscimento», così «ci sono tanti ragazzi che rimangono in un angolo, che stanno aspettando il loro turno, e forse il loro turno non arriva». «C’è bisogno di dialogo, – ha ribadito il cardinale – e mi sembra che papa Francesco stia facendo questo».

Nel corso della conferenza stampa il cardinale ha anche osservato, con amarezza, che «l’Italia, così come è ora, è sempre meno un Paese per giovani». In Italia infatti, «si stanno invertendo i tempi come nel passato i nonni dei nostri ragazzi migravano per lavoro, poi c’è stata la generazione del benessere che ha caratterizzato i loro genitori. Adesso i giovani sono tornati a fare quello che facevano i loro nonni».

Al termine il cardinale Bassetti ha ringraziato don Michele Falabretti, responsabile del Servizio Nazionale per la pastorale giovanile, per l’impegno profuso nell’«accurata» organizzazione dell’evento. Don Falabretti da parte sua ha osservato che «la cosiddetta generazione Gmg, per come noi l’abbiamo conosciuta, per certi versi è finita», infatti ai giovani di oggi bisogna spiegare cosa siano le Giornate mondiali della gioventù mentre «dieci o quindici anni fa questa cosa non accadeva».

«Quindi per fare una esperienza oggi con i giovani – ha spiegato – è necessario da una parte far evolvere quello che si è vissuto con la Gmg», cioè «di dare a quella esperienza anche delle forme e dei significati nuovi», e dall’altra «trovare il modo di coinvolgere i territori e le Chiese» particolari». Ecco nascere così l’itinerario di preparazione dei pellegrinaggi delle diocesi italiane verso Roma, in modo da «pregare insieme per il Sinodo». Per Falabretti è quasi inevitabile che con i giovani oggi emerga «una certa depressione pastorale: i giovani stanno da un’altra parte, sono lontani». In realtà «la questione pastorale è seria», ma non si può risolvere però nel «non si può più fare niente». Bisogna insomma «escogitare modi nuovi per far entrare il Vangelo tra i giovani di questo tempo».

Fonte: Avvenire on line

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