Tra i santi. «Pio XII tra i santi» è il titolo del convegno che il Comitato Papa Pacelli Associazione Pio XII organizza assieme alla Postulazione della causa il 9 ottobre nel cinquantasettesimo anniversario dalla morte.
I lavori — presieduti dal vescovo Giuseppe Sciacca, segretario aggiunto del Supremo tribunale della Segnatura apostolica — si svolgono a Roma nel convento di Santa Maria sopra Minerva. Uno dei partecipanti ha sintetizzato per il nostro giornale le linee guida del suo intervento. Il giorno successivo al termine dei lavori il cardinale Giovanni Lajolo celebrerà la messa presso l’altare alla tomba di san Pietro, nelle Grotte vaticane.
(Dominiek Oversteyns) Nell’archivio della famiglia spirituale L’Opera si trova una collezione di circa 500 grandi fotografie in bianco e nero che appartenevano a Pio XII e furono regalate da madre Pasqualina Lehnert alla comunità. Guardandole ci si accorge che dopo ogni grande celebrazione i fotografi ufficiali del Vaticano hanno regalato alcuni degli scatti migliori al Pontefice. Quasi tutte queste fotografie riguardano beatificazioni e canonizzazioni, udienze private e generali, incontri durante l’anno santo del 1950, la celebrazione eucaristica e la preghiera del Papa nella sua cappella privata, visite in diverse chiese a Roma, colloqui del Pontefice, spesso con volto sorridente, con i fedeli e così via.
Pio XII proclamò 162 nuovi beati in 36 occasioni e 33 nuovi santi in 21 celebrazioni da lui presiedute. Ci sono quattro gruppi con 129 martiri beatificati: due gruppi di cinesi (85), un gruppo del Vietnam (58) e un gruppo di martiri della rivoluzione francese (19). Per i 33 beati non martiri di solito venne beatificata una persona alla volta. Tra i più famosi vi furono Vincenzo Pallotti (22 gennaio 1950) e Innocenzo XI (7 ottobre 1956). Durante la seconda guerra mondiale, dal maggio 1940, Papa Pacelli sospese le festose celebrazioni di beatificazione e canonizzazione, con l’eccezione di Maddalena di Canossa, beatificata il 7 dicembre 1941, e della canonizzazione di Margherita d’Ungheria il 19 novembre 1943, quest’ultima però in modo equipollente e quindi senza atto solenne. Soltanto nel 1946 furono riprese le cerimonie festive in basilica, cominciando con la prima santa cittadina statunitense, Madre Francesca Saverio Cabrini. Mentre oggi generalmente un vescovo o un cardinale celebra il rito della beatificazione nel Paese d’origine del beato, al tempo di Pio XII la beatificazione si svolgeva normalmente nel modo seguente: la domenica mattina un vescovo o un cardinale celebrava la messa nella basilica di San Pietro e, prima del Gloria, si compiva il rito della beatificazione. Nel tardo pomeriggio il Papa faceva una visita in “modo privato” per venerare le reliquie del nuovo beato. “Modo privato” vuole dire che il Pontefice, portando il rocchetto, la mozzetta e la stola, veniva accompagnato dai membri della sua nobile anticamera segreta e pregava inginocchiato davanti alle reliquie poste sull’altare, mentre la basilica era piena di fedeli; seguiva un’adorazione del Santissimo Sacramento e quindi un ringraziamento di gruppi di devoti. Il giorno successivo, Pio XII teneva un’udienza speciale con un discorso in onore del nuovo beato. Le canonizzazioni venivano celebrate normalmente la domenica mattina. Solo Maria Goretti e Pio X furono canonizzati durante i vespri del sabato sera. Alcune volte ebbe luogo la canonizzazione di una persona sola, ma spesso anche di un gruppo. Il gruppo più numeroso fu canonizzato il 13 giugno 1954, quando cinque beati furono iscritti tra i santi. La maggior parte dei santi canonizzati da Pio XII furono fondatori di comunità, religiose o chierici. Tra i più noti figurano Gemma Galgani (2 maggio 1940), Margherita d’Ungheria (19 novembre 1943), Nicolao della Flüe (15 maggio 1947), Luigi Grignion de Montfort (20 luglio 1947), Catarina Labouré (27 luglio 1947), Gaspare del Bufalo (13 giugno 1954) e Domenico Savio (13 giugno 1954). Due persone furono beatificate e canonizzate da Pio XII: Maria Goretti e Pio X. Le fotografie ci mostrano che durante le beatificazioni in quel tempo c’era l’abitudine di porre l’immagine del beato davanti alla finestra dello Spirito Santo, coperta con un drappo. Al momento della beatificazione questo veniva tolto e simultaneamente venivano accesi i candelabri elettrici nel santuario, simbolizzando così la gloria celeste della persona elevata all’onore degli altari. La sua immagine era accompagnata da due arazzi appesi sui balconi sopra la Veronica e l’Elena, che raffiguravano miracoli avvenuti per sua intercessione. Anche per la canonizzazione furono appese sui balconi già menzionati delle immagini dei miracoli. Per la canonizzazione di due santi furono usati tutti e quattro i balconi delle colonne centrali per appendere gli arazzi con due miracoli attribuiti a ogni santo. Così avvenne per la canonizzazione di Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa (18 maggio 1950). La finestra dello Spirito Santo non fu utilizzata durante la liturgia della canonizzazione per porvi davanti un’immagine, appunto perché la gloria della persona presso Dio era già stata riconosciuta con la sua beatificazione. In entrambe le cerimonie invece tutta la basilica era illuminata da innumerevoli lampade e candele. Per esempio, per la beatificazione di Raffaella Maria del Sacro Cuore (18 maggio 1952) tutto l’altare dello Spirito Santo fino alla finestra dello Spirito Santo, coperta con l’immagine della nuova beata, era illuminato: uno splendore raramente visto. Dopo l’adorazione in ringraziamento della beatificazione, al Papa venivano offerti un reliquario, un’immagine e una biografia del beato in splendida rilegatura, insieme a un mazzo di preziosi fiori artificiali. Le fotografie, custodite dallo stesso Pio XII, sono testimonianze tuttora interessanti per la storia del pontificato di Pacelli. Esse mostrano le grandiose cerimonie in tutti i loro particolari, fanno vedere la sistemazione nella basilica e sulla piazza, ricordano i pregiati paramenti e altri oggetti liturgici usati in uno dei più solenni atti della Chiesa, ma soprattutto testimoniano l’intensa devozione del Pontefice per i santi e i beati che egli ha voluto dare al Popolo di Dio come fratelli e sorelle maggiori sulle vie della santità alla quale tutti sono chiamati.
Redazione Papaboys (Fonte L’Osservatore Romano, 9 ottobre 2015)