Il 6 gennaio, solennità dell’Epifania, è anche la Giornata Missionaria dei Ragazzi, che vede bambini e adolescenti protagonisti nella solidarietà e nell’impegno di diffondere il Vangelo ai loro coetanei. Le offerte raccolte in tutte le chiese in quest’occasione andranno a finanziare diversi progetti in tutto il mondo.
Il tema scelto quest’anno è: “Poveri come Gesù”, che ripropone il titolo della Giornata Missionaria Mondiale 2015: “Dalla parte dei poveri”. Ma che cosa si vuol trasmettere ai più giovani con questo slogan? Lo spiega al microfono di Adriana Masotti per Radio Vaticana, don Michele Autuoro, direttore delle Pontificie Opere missionarie per l’Italia:
R. – Innanzi tutto si vuole insegnare a guardare a Gesù che anche in questi giorni abbiamo contemplato nella povertà di Betlemme, ma anche alla condizione di tanti bambini del mondo. Questa giornata è nata da un vescovo francese nella meta del 1800 che, ascoltando anche le lettere di tanti missionari della Cina, rimase colpito dalla condizione di tanti bambini e quindi anche dalla loro povertà. Dopo l’incontro con la fondatrice francese di un’altra opera missionaria – quella della Propagazione della Fede – Paulina Jarico, ebbe questa intuizione di coinvolgere i bambini nell’essere solidali nell’aiutare altri bambini del mondo e allo stesso tempo educare i bambini alla missionarietà.
D. – C’è un motivo particolare per cui è stata scelta la festa dell’Epifania per questa Giornata?
R. – Certamente. È stata scelta la festa dell’Epifania perché il protagonista della festa è sempre Gesù, del bambino Gesù; poi è anche la festa dei doni da parte dei Magi, i Magi venuti da lontano. Infatti tutti i popoli sono chiamati a riconoscere Gesù come il Re, il Signore.
D. – Come ogni anno nel corso della Giornata ci sarà la raccolta di offerte. C’è una destinazione particolare questa volta?
R. – Tutto ciò che viene raccolto in questa Giornata, ma anche attraverso tante attività che i ragazzi fanno durante il tempo dell’Avvento, confluisce in un fondo universale di solidarietà. Poi, attraverso il Segretariato internazionale delle Pontificie Opere, vengono segnalati i progetti da aiutare. Una caratteristica delle Pontificie Opere Missionarie è proprio questa: avere uno sguardo universale e soprattutto partire da coloro che hanno più bisogno. Certamente in questo momento i bambini dove ci sono conflitti in atto sono sempre quelli che hanno maggiori necessità.
D. – Al di là dell’aiuto concreto, come lei ha già accennato, c’è anche un aspetto educativo in questa iniziativa…
R. – Sì, sì. Vorrei citare una frase di Papa Francesco nel discorso che nel novembre del 2014 ha tenuto alle realtà missionarie delle diocesi italiane. Diceva così: “La missione è compito di tutti i cristiani, non solo di alcuni. È compito anche dei bambini! Nelle Pontificie Opere Missionarie i piccoli gesti dei bambini educano alla missione”. Allora questa Giornata, ma anche tutte le attività che si svolgono durante l’anno, hanno il compito di educate i bambini e i ragazzi alla loro identità missionaria. Ma i bambini stessi sono anche educatori dei grandi, educatori di mondialità, proprio ad aprire delle finestre sul mondo: questa è la nostra identità di cristiani.
D. – Educatori di mondialità, è importante sottolineare questa educazione all’apertura verso gli altri, quando oggi vediamo che si ergono muri a difesa delle frontiere, ad esempio …
R. – Certamente. Soprattutto in questo momento, in questa Giornata si ricorda che la terra è di tutti, che tutti abbiamo diritto ad una pienezza di vita e che Gesù è venuto proprio per abbattere i muri, per unire, per costruire una grande fraternità universale. Il bene è proprio in questo: nella condivisione, nella comunione dei beni, nella fraternità, nella giustizia. Perché condividere molto spesso non è solo carità, ma è anche giustizia.
Redazione Papaboys (Fonte it.radiovaticana.va)
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