Il primo incontro tra don Karol Wojtyla, futuro Giovanni Paolo II e Padre Pio, avvenne nell’aprile del 1948. Nel documento autografo contenuto nel libro “il Papa e il frate” (di Stefano Campanella, edizioni Padre Pio), Giovanni Paolo II, tre anni prima della sua morte, il 5 aprile 2002, racconta l’incontro avvenuto con il giovane frate cappuccino.
Il testo è la dichiarazione del Papa, due mesi prima della canonizzazione di Padre Pio, dettata e scritta in polacco, che porta in calce la sua firma autografa. Un prezioso documento di cui poco si è parlato ma che custodisce il rapporto tra i due santi.
Si tratta di una testimonianza autografa, sul suo incontro con Padre Pio, indirizzata ai frati cappuccini di San Giovanni Rotondo per il loro archivio, da non pubblicare prima della morte.
Campanella nel suo libro spiega che il giovane sacerdote aveva un grande desiderio di conoscere personalmente il cappuccino stigmatizzato per tre motivi: vedere Padre Pio, partecipare alla sua Messa e confessarsi da lui.
L’incontro avvenne probabilmente nella settimana “in albis” tra il 29 marzo ed il 4 aprile 1948. Il sacerdote polacco arrivò a San Giovanni Rotondo “nella serata di un giorno di aprile”. Lo attestò quando tornò per la seconda volta da cardinale nel 1974, con una frase scritta di suo pugno nel registro dei visitatori illustri del convento.
Don Karol, da qualche mese sacerdote (1 novembre 1947), riuscì ad incontrare Padre Pio poco dopo il suo arrivo, scambiando con lui “qualche parola”.
Il giorno dopo, partecipò alla messa nella chiesetta antica. Una messa “lunga”, durante la quale vedeva “sulla sua faccia che soffriva profondamente”. Vide “le sue mani che celebravano l’Eucaristia”. Le stimmate erano coperte con “una fascia nera”. Nella chiesa “si aveva la consapevolezza che sull’altare a San Giovanni Rotondo si compiva il sacrificio di Cristo stesso, il sacrificio incruento e, nello stesso tempo, le ferite sanguinose sulle mani” facevano “pensare a tutto quel sacrificio a Gesù crocifisso”.
Gli rimasero impresse nella memoria “la sua persona, la sua presenza, le sue parole“.
Dopo la messa il sacerdote polacco e il cappuccino stigmatizzato si ritrovano in intimità nel sacramento della riconciliazione. Giovanni Paolo II lo rivelò pubblicamente durante l’omelia della messa di canonizzazione, il 15 giugno 2002, dopo aver affermato che Padre Pio era stato “generosamente dispensatore della Misericordia Divina rendendosi a tutti disponibile attraverso l’accoglienza e la direzione spirituale specialmente l’amministrazione del Sacramento della Penitenza”. Il Papa in quella occasione aggiunse, parlando a braccio, “anch’io ho avuto il privilegio nei miei anni giovani di approfittare di questa sua disponibilità di penitenza”.
Di quelli incontri di più non si sa. Di certo il giovane prete polacco venne conquistato da quel confessore “che aveva un semplice e chiaro discernimento e che trattava il penitente con un grande amore”
Papa Giovanni Paolo II chiude il documento con una frase significativa: “questo primo incontro con lui ancora vivente e stigmatizzato, a San Giovanni Rotondo, lo considero come il più importante e ringrazio, in modo particolare, la provvidenza per esso“.
Fonte: teleradiopadrepio.it
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