La prima “Giornata internazionale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone” sarà celebrata in tutte le diocesi e le parrocchie del mondo, nei gruppi e nelle scuole, il prossimo 8 febbraio 2015, festa di Santa Giuseppina Bakhita, schiava sudanese, liberata e divenuta religiosa canossiana, canonizzata nel Duemila. L’iniziativa – riporta l’agenzia Fides – è promossa dal Pontificio Consiglio per la Pastorale dei Migranti, dal Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, e dalle Unioni internazionali, femminili e maschili, dei Superiori/e Generali.
Nel comunicato si evidenzia che l’obiettivo “è innanzitutto quello di creare, attraverso questa Giornata, maggiore consapevolezza del fenomeno e riflettere sulla situazione globale di violenza e ingiustizia che colpisce tante persone, che non hanno voce, non contano, non sono nessuno: sono semplicemente schiavi. Al contempo provare a dare risposte a questa moderna forma di tratta di esseri umani, attraverso azioni concrete”.
Il fenomeno riguarda il mondo intero. Secondo i dati ufficiali circa 21 milioni di persone, spesso povere e vulnerabili, sono vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale o lavoro forzato, espianto di organi, accattonaggio forzato, servitù domestica, matrimonio forzato, adozione illegale e altre forme di sfruttamento.
Ogni anno, circa 2,5 milioni di persone sono vittime di traffico di esseri umani e riduzione in schiavitù. Questa attività criminale rende complessivamente 32 miliardi di dollari l’anno a trafficanti e sfruttatori, ed è il terzo “business” più redditizio, dopo il traffico di droga e di armi.