Gesù.
Forse pensano che un ragazzo non dovrebbe vedere tutta questa violenza.
Forse pensano che, visto quanto ci amiamo io e te, non dovrei vedere tutto questo.
Forse pensano che ora mi passerà la voglia di seguirti, il desiderio di essere come te.
Ma io non voglio essere come te.
Io voglio essere con te.
E se, allora, tu sei nella polvere, io sono con te. Nella polvere.
Sto con te come posso.
Sto vicino a tua madre.
Faccio in modo che la folla non la schiacci.
Che il dolore non la faccia cadere.
Che la violenza e le urla non la sconvolgano.
E poi, ogni tanto, cedo io ed è lei che tiene me.
Sei di nuovo a terra.
La terza volta.
Ho imparato così tanto da te.
Che non mi basterebbero tutti i libri del mondo per raccontarlo.
Eppure vederti cadere e vederti rialzare e poi ricadere e poi rialzare e fermarti e poi riandare.
Mi ha insegnato più di ogni miracolo, più di ogni parabola.
Sono solo un ragazzo che sa solo tacere o fare domande.
Eppure mi hai tenuto con te, con gli altri uomini.
E mi hai fatto vedere tutto di te.
Tutto: gloria, e ora la polvere.
Miracoli, e ora la disfatta.
Guarigioni e risurrezioni, e ora tortura e morte.
Non mi hai nascosto nulla di te.
Ora sei qui schiacciato per la terza volta e io non voglio altro che stare qui nella polvere con te. Accanto a tua madre.
Pietro voleva rimanere sul Tabor.
Io vorrei piantare una tenda qui.
Nella polvere con te.
Perché ho poggiato il capo sul tuo petto e so cosa voglio ora.
Voglio essere un uomo col cuore come il tuo.
Voglio vivere appoggiato al tuo petto.
Nella gloria e nella polvere.
Dove tu sei.
Anche io sono.
Anche se sono solo un ragazzo.
Io l’amore lo riconosco perché ho conosciuto il suono del suo battito.
Di Don Mauro Leonardi
Questa Via Crucis è fatta dalla prospettiva di uno dei personaggi che, secondo i vangeli, è certo o possibile fosse presente alla Passione del Signore. Lo sguardo dell’ottava stazione è quello di Giovanni.