E’ da poche ore in funzione a Roma la “Lavanderia di Papa Francesco”, un servizio offerto ai più poveri, in particolare i senza dimora, che gratuitamente vi potranno lavare, asciugare e stirare indumenti e coperte. L’iniziativa è dell’Elemosineria Apostolica e a gestire il servizio sarà la Comunità di Sant’Egidio.
Nei locali adibiti a lavanderia in funzione sei lavatrici e sei asciugatrici di ultima generazione con relativi ferri da stiro, il tutto donato da una grande azienda del settore, come forniti gratuitamente da un gruppo industriale sono i detersivi per il bucato. L’iniziativa della “Lavanderia di Papa Francesco” è però dell’Elemosineria Apostolica che, spiega in un comunicato mons. Konrad Krajewski, anche con questo segno intende “dare forma concreta alla carità e al tempo stesso intelligenza alle opere di misericordia per restituire dignità a tante persone”.
La lavanderia è collocata all’interno del “Centro Genti di Pace” della Comunità Sant’Egidio, presso l’antico complesso ospedaliero del San Gallicano. E sarà proprio la S. Egidio a gestirla. Ascoltiamo Carlo Santoro, uno dei responsabili del servizio per i senza dimora della Comunità:
“Io penso che sia un passo ulteriore che noi facciamo verso i poveri e soprattutto verso le persone che stanno per la strada, perché noi sappiamo che molti di loro hanno la necessità – come ognuno di noi – di cambiare i propri vestiti, di arrivare a una dignità che riguarda la cura della persona. Noi già avevamo una piccola lavanderia; con questo ‘sforzo’ del Papa e dell’Elemosineria, questa struttura viene raddoppiata e così, in questa maniera, noi potremmo avere quasi 400 poveri che potranno usufruire di tutti questi servizi. Questo è molto bello perché è frutto di una collaborazione e in fondo io penso che questa città debba riappropriarsi del rapporto con i poveri: spesso, infatti, manca questa accoglienza. Per esempio, bisogna valutare che a Roma non ci sono bagni, bagni pubblici, e se sei povero nessun bar ti fa entrare. Questo per dire come spesso anche le cose banali per i poveri diventino difficilissime”.
La Comunità di Sant’Egidio offre già da tempo preso il “Centro Genti di Pace” altri servizi di accoglienza e di assistenza alle persone più povere. Nei prossimi mesi se ne aggiungeranno altri: docce, barberia, guardaroba, ambulatori medici e distribuzione di generi di prima necessità. Ancora Santoro:
“Sì, certo: il nostro tentativo è quello di accogliere sempre più poveri; dare una risposta per noi vuol dire sempre un avvicinarsi a ciascuna singola persona provando a capire come aiutarla, qual è il problema … Però, questo è uno sforzo che ognuno deve fare per provare a comprendere i poveri”.
A conclusione del Giubileo della Misericordia, nella Lettera apostolica Misericordia et misera, il Papa aveva scritto: «Voler essere vicini a Cristo esige di farsi prossimo verso i fratelli, perché niente è più gradito al Padre se non un segno concreto di misericordia. E ancora «è il momento di dare spazio alla fantasia della misericordia per dare vita a tante nuove opere, frutto della grazia». Tante le realtà ecclesiali che si sono sentite e si sentono interpellate da questo invito:
“Assolutamente sì! C’è stato un moltiplicarsi di associazioni, ma anche di singoli cittadini, tanta gente che si interroga sul proprio rapporto con i poveri, sulla propria amicizia con loro… Quando il Papa parla, appunto, di una Chiesa povera per i poveri, è esattamente questo: una Chiesa che si ritrova per la strada, una Chiesa che apre le porte ai poveri, perchè i poveri sono parte della Chiesa in quanto sono per noi esattamente Gesù!”.
di Adriana Masotti per la Radio Vaticana