La Misericordia apre la porta della mente per comprendere meglio il mistero di Dio e della nostra esistenza personale – sono le parole di Papa Francesco prima della preghiera del Regina Coeli in questa domenica dedicata alla Divina Misericordia. Fa capire che la violenza, il rancore, la vendetta non hanno alcun senso, e la prima vittima è chi vive di questi sentimenti, perché si priva della propria dignità.
La misericordia apre anche la porta del cuore e permette di esprimere la vicinanza soprattutto con quanti sono soli ed emarginati, perché li fa sentire fratelli e figli di un solo Padre.
Le parole di Papa Francesco al Regina Coeli
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Noi sappiamo che ogni domenica facciamo memoria della risurrezione del Signore Gesù, ma in questo periodo dopo la Pasqua la domenica si riveste di un significato ancora più illuminante. Nella tradizione della Chiesa, questa domenica veniva chiamata “in albis”. L’espressione intendeva richiamare il rito che compivano quanti avevano ricevuto il battesimo nella Veglia di Pasqua. A ciascuno di loro veniva consegnata una veste bianca – “alba” – per indicare la nuova dignità dei figli di Dio. Ancora oggi ai neonati si offre una piccola veste simbolica, mentre gli adulti ne indossano una vera e propria come abbiamo visto nella Veglia pasqual. Quella veste bianca, nel passato, veniva indossata per una settimana, fino alla domenica in albis, quando veniva deposta, e i neofiti iniziavano la loro nuova vita in Cristo e nella Chiesa.
Nel Giubileo dell’Anno 2000, san Giovanni Paolo II ha stabilito che questa domenica sia dedicata alla Divina Misericordia. E’ stata una bella intuizione! (…) Da pochi mesi abbiamo concluso il Giubileo straordinario della Misericordia e questa domenica ci invita a riprendere con forza la grazia che proviene dalla misericordia di Dio. Il Vangelo di oggi è il racconto dell’apparizione di Cristo risorto ai discepoli riuniti nel cenacolo (cfr Gv 20,19-31). Scrive san Giovanni che Gesù, dopo aver salutato i suoi discepoli, disse loro: «Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi». Detto questo, fece il gesto di soffiare verso di loro e aggiunse: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati» (vv. 21-23). Ecco il senso della misericordia che si presenta nel giorno della risurrezione di Gesù come perdono dei peccati. Gesù Risorto ha trasmesso alla sua Chiesa, come primo compito, la sua stessa missione di portare a tutti l’annuncio concreto del perdono.
Questo segno visibile della sua misericordia porta con sé la pace del cuore e la gioia dell’incontro rinnovato con il Signore. La misericordia alla luce di Pasqua si lascia percepire come una vera forma di conoscenza
Sappiamo che si conosce attraverso tante forme: i sensi, l’intuizione, la ragione e altre ancora. Bene, si può conoscere anche attraverso l’esperienza della misericordia! Essa apre la porta della mente per comprendere meglio il mistero di Dio e della nostra esistenza personale. Fa capire che la violenza, il rancore, la vendetta non hanno alcun senso, e la prima vittima è chi vive di questi sentimenti, perché si priva della propria dignità. La misericordia apre anche la porta del cuore e permette di esprimere la vicinanza soprattutto con quanti sono soli ed emarginati, perché li fa sentire fratelli e figli di un solo Padre. Essa favorisce il riconoscimento di quanti hanno bisogno di consolazione e fa trovare parole adeguate per dare conforto. La misericordia riscalda il cuore e lo rende sensibile alle necessità dei fratelli con la condivisione e partecipazione. La misericordia, insomma, impegna tutti ad essere strumenti di giustizia, di riconciliazione e di pace. Non dimentichiamo mai che la misericordia è la chiave di volta nella vita di fede, e la forma concreta con cui diamo visibilità alla risurrezione di Gesù.
Maria, la Madre della Misericordia, ci aiuti a credere e a vivere con gioia tutto questo.
I saluti del Santo Padre dopo il Regina Coeli
ieri a Oviedo, in Spagna, è stato proclamato Beato il sacerdote Luis Antonio Rosa Ormières. Vissuto nel secolo diciannovesimo, spese le sue tante qualità umane e spirituali al servizio dell’educazione, e per questo fondò la Congregazione delle Suore dell’Angelo Custode. Il suo esempio e la sua intercessione aiutino in particolare quanti lavorano nella scuola e nel campo educativo.
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