Un quesito molto profondo posto al direttore di Famiglia Cristiana – In Italia e nel mondo vi è un altissimo spaccio di droga che, oltre ad avvelenare e uccidere le persone, crea un grave danno alla società. Però pochi ne parlano, anche nella Chiesa. Quanto sopra vale, in parte, anche per la prostituzione. (Z.V.)
DON ANTONIO RISPONDE: In effetti sembra che ci siamo assuefatti a considerare “normale” il fenomeno droga. È come se ci fossimo arresi alle mafie, che hanno nel traffico di stupefacenti un’entrata fondamentale. I media, anzi, sembrano dar loro man forte spingendo verso la liberalizzazione delle droghe leggere. Si vorrebbe così togliere questo mercato alle mafie, ma si rischia l’effetto contrario, aprendo la via al consumo di altre sostanze, fino all’eroina, all’ecstasy, alla cocaina. La droga, però, non è mai una soluzione, ma una via di fuga o un’illusoria scorciatoia per superare le difficoltà. Serve un impegno educativo da parte di tutti. E la proposta di valori veri, di alto profilo, che diano senso alla vita. Chiunque si impegna in questo senso, e la Chiesa è spesso in prima fila, fa del bene all’intera società.
Circa la prostituzione, in queste settimane proporremo un servizio sulle tante minorenni, soprattutto nigeriane, che finiscono sulla strada. Un fenomeno di moderno schiavismo, dove i colpevoli sono non solo i trafficanti, ma anche i clienti che alimentano questo turpe traffico.
Fonte www.famigliacristiana.it