Uno dei vizi che fa più strage morale in mezzo all’umanità, è la lussuria, cioè il piacere sensuale. Questo vizio si suole anche chiamare disonestà, immoralità o impurità.
Iddio ci ha dato un corpo fornito di sensi ed un’anima intelligente e volitiva. Il corpo ha delle funzioni particolari, stabilite dal Creatore, funzioni che se si compiono contrariamente all’ordine voluto da Dio, sono un male molto grande.
Per la qual cosa il Signore ha messo nel Decalogo due comandamenti espliciti, uno che riguarda le azioni: « Non commettere atti impuri » e l’altro che riguarda i pensieri: « Non desiderare la persona degli altri ». Chiunque manca volontariamente contro questi comandamenti, commette sempre peccato mortale, non ammettendo la lussuria parvità di materia.
Funeste conseguenze.
La lussuria è un vizio così potente, che guai a lasciarsene dominare! La schiavitù delle impure passioni è infatti la più vergognosa ed umiliante.
Davanti a questo vizio si sacrifica la propria dignità e si diventa simili alle bestie senza ragione; si sacrifica la salute, per cui si va a finire al manicomio, oppure si va alla tomba prima del tempo. Si sacrifica il denaro, la pace della famiglia, la pace del cuore; e più che tutto si sacrifica l’anima rendendola un tizzone d’inferno.
Al tempo di Noè il Signore punì questo brutto vizio con il diluvio universale; ed al tempo di Abramo punì le città delle Pentapoli mandando il fuoco dal cielo, che incenerì tutti gli abitanti. Se riflettiamo bene, possiamo convincerci che buona parte dei mali che oggi affliggono l’umanità, sono dovuti, al dilagare della disonestà.
PUREZZA
Alla disonestà si oppone la purezza, che è chiamata « la bella virtù » per eccellenza; essa è detta anche virtù angelica, virtù sublime, compendio di ogni virtù.
Il simbolo di questa virtù è il giglio, fiore candido e profumato; infatti l’anima che possiede la purezza, è come un giglio che attira sopra di se gli occhi di Dio.
Gesù Cristo.
Nella Sacra Scrittura Gesù è chiamato l’Agnello che si pasce tra i gigli. Prendendo Egli forma umana, volle un corpo purissimo e lo prese da Maria Vergine, la più pura delle creature. Volle un custode o Padre Putativo e lo scelse nella persona di Giuseppe, il fabbro di Nazaret, uomo oltremodo puro, degno di stare a fianco di Maria Santissima.
Volle un Precursore, cioè uno che gli preparasse la via in mezzo al popolo ebreo, e lo trovò in Giovanni Battista, uomo austero, di costumi illibati, e che mori’ poi martire della purezza.
Gesù si circondò degli Apostoli, uomini ben costumati, ed amò stare tra i piccoli perchè innocenti e puri, dicendo con enfasi: Lasciate che i pargoli vengano a me!
Davanti alla moltitudine che lo ascoltava estasiata, esclamò: Beati i puri di cuore, perché essi vedranno Dio!
Il Signore permise che i suoi nemici invidiosi lo chiamassero impostore, bestemmiatore, indemoniato … ma non permise che lo tacciassero riguardo alla purezza, tanto che potè sfidare pubblicamente i suoi avversari, dicendo: Chi di voi può accusarmi di peccato? e tutti tacquero.
Purezza matrimoniale.
Tutti abbiamo il dovere di essere puri, ciascuno secondo il proprio stato. C’è la purezza matrimoniale e quella verginale. Coloro che sono uniti col vincolo matrimoniale, hanno degli obblighi gravi, ai quali non devono mancare. Si ricordino che anche per essi c’è il sesto e il nono Comandamento. Per gli sposati il mancare contro la virtù della purezza importa una gravità maggiore che non per i celibi. Purtroppo la santità matrimoniale è profanata con tanta facilità. Iddio vede tutto e darà a suo tempo a ciascuno il dovuto castigo.
Nella vita di S. Caterina da Siena si legge che il Signore in una rivelazione le disse essere molto offeso per i peccati che si commettono dai coniugati.
è bene perciò che gli sposati esaminino la propria coscienza, per vedere se c’è da correggere qualche cosa.
Purezza verginale.
Chiamasi purezza verginale quella che devono osservare tutti coloro che sono liberi dal vincolo matrimoniale.
Per praticare bene questa virtù ci vuole buona volontà; il premio però è grandissimo.
Un’anima vergine dà a Dio molta gloria e si arricchisce continuamente di meriti per il Cielo.
Non mancano nel mondo queste anime generose, che sacrificano ogni umano diletto per amore del regno dei Cieli. Costoro godono in terra le gioie pure dello spirito ed avranno nell’altra vita un premio particolare.
San Giovanni Evangelista in una visione vide il Paradiso ed i Beati vicino al trono di Dio. Scorse una schiera di anime che seguivano festanti l’Agnello Immacolato, Gesù Cristo, dovunque Egli andasse, e cantavano un inno, che solamente a loro era permesso di cantare. San Giovanni chiese: Chi sono costoro? Gli fu risposto: Sono le anime vergini, che hanno lavato la loro stola nel Sangue dell’Agnello.
Attratti dalla sublimità di questa virtù, tante anime fanno il voto di purezza, o temporanea o perpetua. Prima però di emettere un tal voto, si domandi il parere al proprio Confessore, poiché è facile in un momento di fervore offrirsi al Signore, ma non è sempre facile essere puri come si deve. Si sappia che chiunque fa il voto di purezza, guadagna doppio merito delle opere buone che compie riguardo a questa virtù. Però se manca volontariamente contro la purità, o nei pensieri o nelle parole o nelle opere, commette allora doppio peccato grave, uno contro il Comandamento di Dio e l’altro contro il voto emesso. In Confessione si deve dire: Padre, ho peccato contro la purità; però ho anche il voto.
Dal voto di purezza temporanea, cioè per mesi o per anni, si può ottenere la dispensa dal Vescovo o da altro Sacerdote che ne abbia facoltà. Dal voto di purezza perpetua, cioè di tutta la vita, si può ottenere la dispensa solamente dalla Santa Sede. Però, se il voto perpetuo è stato fatto prima dei diciotto anni, non occorre rivolgersi alla Santa Sede per la dispensa.
Il corpo.
Se vogliamo essere puri, dobbiamo custodire il corpo, il quale è il più grande nemico della purezza.
Pur dando al corpo quanto gli spetta, non gli si conceda troppa libertà. Chi non riesce a dominare con facilità i propri sensi, presto o tardi perderà la bella virtù.
Iddio ci ha dato gli occhi affinché potessimo servircene in bene. Essi però sono chiamati le finestre dell’impurità; difatti guardare, pensare e peccare, sono spesso indivisibili.
Non è lecito guardare ciò che non è lecito desiderare. Si custodiscano dunque gli occhi e non si posino maliziosamente nè sopra oggetti nè sopra persone. Uno sguardo cattivo può dare la morte all’anima. Eppure, con quanta facilità si profanano gli occhi! …
Dovremmo essere tanto grati a Dio per il dono della lingua; invece la maggior parte delle persone se ne serve in male. Quante parolacce triviali e libere si pronunziano nella rabbia, oppure nello scherzo! Quante frasi equivoche si mettono fuori per fare dello spirito!
Tuttavia ciò che costituisce un grande male, è il discorso disonesto o vergognoso. Il parlare scandalosamente è la rovina della propria purezza e dell’altrui e costituisce per lo più un grande male.
Bisognerebbe fare una lotta spietata al parlare immorale, rimproverando senza tanto riserbo chi ha la sfacciataggine d’intavolare certi discorsi … che fanno vergogna.
è necessario mortificare la curiosità di sapere e di sentire ciò che non è conveniente.
Siccome le orecchie non si possono chiudere, come si fa per gli occhi, la miglior cosa è allontanarsi da chi tiene cattivi discorsi. Nè si pensi che l’ascoltare chi parla scandalosamente sia cosa insignificante, poiché si comporta male chi fa il discorso disonesto e chi l’ascolta volentieri.
Il corpo è tempio dello Spirito Santo; si rispetti perciò come una cosa sacra. Il senso del tatto sia delicatamente custodito e si porti grande rispetto alla propria ed all’altrui persona, evitando ogni libertà illecita con se e con gli altri. Il cuore è fatto per amare; perciò non tutti gli amori sono leciti.
Quando ci si accorge che il cuore tende ad un amore non buono, bisogna subito troncare gli affetti, diversamente le fiamme amorose aumenteranno sempre più e si svilupperà un incendio inestinguibile. Il cuore umano non tenuto a freno, porta nell’abisso della impurità e poi nell’abisso infernale.
Pensino a custodire bene il cuore specialmente le donne, le quali sono tanto facili ad amare!
I pensieri.
Ad una certa età, quando cioè si esce dalla fanciullezza, i pensieri cattivi cominciano a disturbar la mente. Non è il caso di preoccuparsi per tali pensieri, perchè non sono mai peccato quando la volontà è contraria.
Chi ha nella mente cattivi pensieri ed impure immaginazioni, ma senza badare al male che fa, unicamente per distrazione ed inavvertitamente, non commette peccato alcuno.
Chi si ferma nei brutti pensieri con poca avvertenza, oppure senza la piena volontà, commette un semplice peccato leggero.
Chi invece si pasce di pensieri e desideri illeciti e fa ciò con piena conoscenza e con piena volontà, è colpevole di grave peccato contro la purezza.
Coloro che si accorgono del cattivo pensiero e subito lo scacciano, o fanno ad esso l’atto contrario, non peccano, ma guadagnano merito davanti a Dio. Si confortino perciò le anime tentate, pensando che neppure i più grandi Santi sono stati esenti da simili assalti.
La cattiva abitudine.
Tutte le abitudini cattive sono funeste; ma l’abitudine del peccato impuro è la più disastrosa. Infelice chi cade e ricade con frequenza in questo peccato! O l’anima si rimette sulla buona via o andrà inesorabilmente perduta.
Ci sono dei mezzi efficaci per troncare l’abitudine dell’impurità. Il primo è la buona volontà. Il demonio suggerisce che è impossibile rompere la catena della cattiva abitudine; ma ciò non è vero. Chi vuole può. Quanti infatti, già schiavi del brutto vizio, si sono corretti ed hanno fatto penitenza! Maddalena, la Samaritana, Sant’Agostino, Santa Taide, Santa Maria Egiziaca, ecc…. furono anime grandemente peccatrici e scandalose, ruppero però la catena della rea abitudine ed ora sono degne di pubblica venerazione sugli Altari.
Il secondo mezzo è la preghiera. Pregando, si rafforza la volontà ed aumenta l’energia spirituale. E’ bene anche far celebrare qualche Santa Messa.
Un mezzo potente assai è la Confessione frequente e ben fatta, unita alla Santa Comunione. Se è il caso, ci si confessi ogni giorno. Commesso un peccato impuro, non si aspetti che se ne faccia un altro prima di andare a confessarsi. Se si ritarda a mettersi in grazia di Dio, il demonio farà moltiplicare i peccati e sarà poi più difficile il rialzarsi. La Confessione sia fatta bene, cioè sincera e col dovuto dolore. Purtroppo, chi cade nell’impurità, non di raro per vergogna tace in Confessione ciò che è tenuto a manifestare al Ministro di Dio e così commette il sacrilegio. Altri invece, pur confessando tutto, non hanno il vero dolore per detestare il peccato impuro e così non ricavano utilità dalla Confessione. Riporto una visione di San Giovanni Bosco.
La corda limacciosa.
Dice il Santo: Mi trovai in una grande sala illuminata, ed ecco comparire una schiera di bellissimi giovanetti come Angeli, che tenevano nelle mani dei gigli e li distribuivano qua e là, e coloro che li ricevevano si sollevavano da terra. Domandai alla mia guida che cosa significassero quei giovani che portavàno il giglio e mi fu risposto: Sono quelli che seppero conservare la virtù della purità.
Scomparve la bellissima luce ed io rimasi al buio. Di poi vedevo facce rosse, quasi infuocate. Vidi alcuni giovani che si affaticavano attorno ad una corda limacciosa, pendente dall’alto, e si sforzavano di arrampicarsi ed andare in alto; ma la corda cedeva sempre e veniva giù un poco, di modo che quei poverini erano sempre a terra con le mani e la persona infangate. Meravigliato di ciò, domandai cosa volesse significare quello che vedevo. Mi fu risposto: La corda è la Confessione; chi sa bene attaccarvisi, arriverà al Cielo, e questi sono quei giovani che vanno sovente a confessarsi e si attaccano a questa corda per potersi innalzare; ma vanno a confessarsi senza le dovute disposizioni, con poco dolore e poco proponimento.
Vidi in seguito un altro spettacolo più desolante. Certi giovani di aspetto tetro avevano attorcigliato al collo un gran serpentaccio, che con la coda andava al cuore e sporgeva innanzi la testa e la posava vicino alla bocca del meschino, come per mordergli la lingua, se mai aprisse le labbra. La faccia di quei giovani era così brutta che mi faceva paura; gli occhi erano stravolti; la loro bocca era torta ed essi erano in una posizione da mettere spavento. Domandai il significato di ciò e mi fu detto: Il serpente stringe la gola a quegl’infelici e, per non lasciarli parlare in Confessione, sta attento se aprono la bocca per morderli. Poveretti! Se parlassero, farebbero una buona Confessione ed il demonio non potrebbe più niente contro di loro. Ma per rispetto umano non parlano, tengono i loro peccati nella coscienza, tornano più e più volte a confessarsi, senza mai osare di mettere fuori il veleno che racchiudono nel cuore. Va’ a dire ai tuoi giovani che stiano attenti e racconta loro quello che hai visto.
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La penitenza.
Tra i rimedi per vincere la cattiva abitudine del peccato impuro, è da mettere la mortificazione o penitenza. Il corpo è come un cavallo furioso e bizzarro, che ha bisogno della frusta e degli speroni per essere tenuto a bada.
Chi vuol correggersi, si privi di tanto in tanto di piaceri anche leciti, faccia qualche penitenza speciale, come sarebbe un digiuno, il battere il corpo con qualche strumento, il portare un piccolo cilizio … Se facevano questo i Santi, i quali non ne avevano tanto bisogno, perchè non hanno da farlo coloro che facilmente cadono nell’impurità? … Si è provato che la penitenza del corpo mette in fuga la disonestà.
In conclusione, chi vuol correggersi davvero, ogni qual volta ha la disgrazia di cadere nel brutto peccato, s’imponga una qualche penitenza corporale. Ad ogni nuova caduta, una nuova penitenza. E’ impossibile non correggersi con tale rimedio.
Consigli per custodire la purezza.
Per custodire il giglio della purezza si procuri di tenere occupata la mente in buoni pensieri. Si stia sempre occupati, perchè l’ozio è il padre dei vizi. Si pensi che vicino a noi c’è l’Angelo Custode, notte e giorno, e perciò non deve farsi mai cosa alcuna che sia indegna della sua presenza.
Si pensi spesso che Iddio vede tutto, anche i pensieri più nascosti, e non si abbia la spudoratezza di fare alla presenza del Signore, quel male che non si farebbe alla presenza dei genitori o di persona riguardevole. Quando la tentazione assale e minaccia di aumentare l’energia, è bene interrompere l’occupazione che si ha per mano, mettersi a passeggiare, lasciare la solitudine cercando un poco di onesta compagnia, cantare lodi sacre, ecc….
Se con tutto ciò la tentazione ingigantisce, il che è molto raro, non rimane altro che gettarsi in ginocchio, baciare il Crocifisso o la medaglia, fare la Croce possibilmente con l’acqua benedetta e dire con fede: Prima la morte, o Signore, anzichè peccare!
Fuga delle occasioni.
E’ occasione di peccato tutto ciò che esternamente sollecita la volontà a peccare, sia persona, sia oggetto, sia luogo. L’occasione può essere remota e prossima. Si dice remota, quando non è tale da spingere fortemente la volontà alla colpa grave; è prossima, quando ordinariamente trascina al peccato mortale.
Chi si mette in una data occasione, ad esempio, dieci volte, e sempre o la maggior parte delle volte cade nella colpa grave, allora si trova nella vera occasione prossima di peccato. Si tenga bene in mente questo: Chiunque si mette nell’occasione prossima di grave peccato volontariamente e senza una forte ragione, commette peccato mortale volta per volta, anche se casualmente non acconsentisse alla tentazione!
Attenzione a certe persone.
Occasione di peccato contro la purezza sogliono essere le persone di sesso differente. Si eviti dunque la compagnia di coloro che sono poco timorati di Dio e che non hanno stima della purezza.
Le donne si guardino anche dai parenti e specialmente dai cognati e dai cugini.
Un’occasione grave, ma necessaria, è il fidanzamento; si abbia perciò la massima vigilanza per non deturpare il giglio della purezza. I fidanzati non stiano mai soli, abbiano un grande rispetto vicendevole e siano disposti a dispiacere alla creatura anziché offendere il Creatore. I fidanzati tengano lontano il pensiero della fuga vergognosa, perché è peccato mortale contro la purezza. Commettono anche grave peccato coloro che hanno il dovere e la possibilità d’impedire questa fuga e non lo fanno, coloro che in qualche modo l’aiutano e quelli che la consigliano oppure l’approvano.