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Sono i giovani a confermare che la strada presa da Papa Francesco per rinnovare la Chiesa è giusta

Il 2018 sarà l’anno del Sinodo dei giovani. “Incontrare, accompagnare, prendersi cura di ogni giovane, nessuno escluso”, la prospettiva del documento preparatorio del secondo Sinodo convocato da Papa Francesco dopo quello sulla famiglia, che comincia ad ottobre 2018 e può già contare su un apposito sito.

Lo ha ricordato il 12 agosto proprio il Papa, con un tweet, invitando alla partecipazione: “Cari giovani, voi siete la speranza della Chiesa. Come sognate il vostro futuro? Partecipate al #sinodo18! http://goo.gl/WghUvl“.

In un tempo segnato dall’incertezza, dalla precarietà, dall’insicurezza, Francesco – come un anno fa a Cracovia – cerca continuamente l’abbraccio con i giovani, con i quali dialoga spesso a braccio. Ecco alcuni degli interventi più recenti, raccolti in “dieci frasi”.

Gli occhi, lo specchio e la poltrona

“Avere una bella storia alle spalle non serve per camminare con gli occhi all’indietro, non serve per guardarsi allo specchio, non serve per mettersi comodi in poltrona! Non dimenticare questo: non camminare con gli occhi all’indietro, farete uno schianto! Non guardarsi allo specchio! In tanti siamo brutti, meglio non guardarsi! E non mettersi comodi in poltrona, questo ingrassa e fa male al colesterolo!”. (30 aprile 2017, discorso all’Azione Cattolica Italiana)

I nonni, la parrocchia e l’oratorio

“Parlare con i nonni, giocare con gli amici e andare in parrocchia e in oratorio. Perché, con queste tre cose, tu pregherai di più”. (25 marzo 2017, visita pastorale a Milano)

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

La “grande” politica

“Sentite forte dentro di voi la responsabilità di gettare il seme buono del Vangelo nella vita del mondo, attraverso il servizio della carità, l’impegno politico. Mettetevi in politica, ma per favore nella grande politica, nella Politica con la maiuscola”. (30 aprile 2017, discorso all’Azione Cattolica Italiana)

Un bagno di popolo

“È bene ricevere un bagno di popolo. Condividere la vita della gente e imparare a scoprire quali sono i suoi interessi e le sue ricerche, quali sono i suoi aneliti e le sue ferite più profonde; e di che cosa ha bisogno da noi. Ciò è fondamentale per non cadere nella sterilità di dare risposte a domande che nessuno si fa”. (27 aprile 2017, discorso al Congresso del Forum internazionale dell’Azione Cattolica)

Il coraggio di rischiare…

“Noi siamo in cammino, verso il Sinodo e verso Panama. E questo cammino è rischioso. Ma se un giovane non rischia, è invecchiato. E noi dobbiamo rischiare. Voi giovani dovete rischiare nella vita. Oggi dovete preparare il futuro. Il futuro è nelle vostre mani. Nel Sinodo, la Chiesa, tutta, vuole ascoltare i giovani: cosa pensano, cosa sentono, cosa vogliono, cosa criticano e di quali cose si pentono. Tutto. La Chiesa ha bisogno di più primavera ancora, e la primavera è la stagione dei giovani”. (8 aprile 2017, discorso alla Veglia di preparazione alla Gmg)






…e quello di cercare la verità

“Una delle prime forme di coraggio che voi dovete avere è domandarvi: ‘Ma questo è normale o questo non è normale?’. Il coraggio di cercare la verità. È normale che ogni giorno cresca quel senso di indifferenza? Non mi importa quello che succede agli altri; l’indifferenza con gli amici, i vicini, nel quartiere, al lavoro, nella scuola… È normale che molti dei nostri coetanei, migranti o provenienti da Paesi lontani, difficili, insanguinati da egoismi che conducono alla morte, vivono nelle nostre città in condizioni veramente difficili? È normale questo? È normale che il Mediterraneo sia diventato un cimitero? È normale questo? È normale che tanti, tanti Paesi – e non lo dico dell’Italia, perché l’Italia è tanto generosa – tanti Paesi chiudono le porte a questa gente che viene piagata e fugge dalla fame, dalla guerra, questa gente sfruttata, che viene a cercare un po’ di sicurezza… è normale? Se non è normale io devo coinvolgermi perché questo non succeda”. (27 maggio, visita pastorale a Genova)

Non c’è futuro senza sacrifici

“Le nuove generazioni hanno il diritto di poter camminare verso mete importanti e alla portata del loro destino in modo che, spinti da nobili ideali, trovino la forza e il coraggio di compiere a loro volta i sacrifici necessari per giungere al traguardo, per costruire un avvenire degno dell’uomo, nelle relazioni, nel lavoro, nella famiglia e nella società”. (10 giugno 2017, discorso al Quirinale)

 

L’adolescenza non è una patologia

“L’adolescenza non è una patologia che dobbiamo combattere. Fa parte della crescita normale, naturale della vita dei nostri ragazzi. Dove c’è vita c’è movimento, dove c’è movimento ci sono cambiamenti, ricerca, incertezze, c’è speranza, gioia e anche angoscia e desolazione”. (19 giugno 2017, discorso al Convegno della diocesi di Roma)

In missione nelle periferie

“Andate, raggiungete tutte le periferie! Andate, e là siate Chiesa, con la forza dello Spirito Santo”. (30 aprile 2017, discorso all’Azione Cattolica Italiana)

Lasciare un’impronta

“Come la giovane di Nazareth, potete migliorare il mondo, per lasciare un’impronta che segni la storia, quella vostra e di molti altri. La Chiesa e la società hanno bisogno di voi. Con il vostro approccio, con il coraggio che avete, con i vostri sogni e ideali, cadono i muri dell’immobilismo e si aprono strade che ci portano a un mondo migliore, più giusto, meno crudele e più umano”. (21 marzo 2017, videomessaggio per le prossime Gmg).




Fonte agensir.it/M Michela Nicolais

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