Nel corso del suo ministero pubblico, Gesù ha guarito innumerevoli malattie: tra le patologie curate da Cristo, alcune ricorrono ciclicamente. Eccone nove tra le più frequenti.
Quando guariva sulle strade della Palestina, Gesù aveva cura di chiedere ai suoi “pazienti” di tenere una condotta discreta e di non rivelare la grazia di cui avevano beneficiato. Sconvolti, schiacciati dalla riconoscenza, furono comunque numerosi a non obbedire all’ingiunzione di Cristo – cosa che non avrebbe mancato di attizzare l’ira degli scribi e dei farisei. Ma così, due millenni dopo, grazie ai Vangeli, è possibile sapere quali erano i mali più frequenti di cui soffriva la gente.
Oltre alle malattie fisiche, Cristo liberava numerosi posseduti, che una prospettiva esegetica troppo secolarizzata potrebbe considerare persone toccate da turbe psichiatriche: al contrario, invece, è con una presenza demoniaca che Gesù si confronta in questi episodi. Una presenza simile a quella che ancora oggi esige la presenza di preti esorcisti.
La cecità. «Passando, Gesù vide un uomo cieco dalla nascita. I suoi discepoli lo interrogarono: “Rabbi, chi ha peccato – lui o i suoi genitori – perché egli nascesse cieco?”. Gesù rispose: “Né lui né i suoi genitori hanno peccato. È così perché si manifestino in lui le opere di Dio. Bisogna che lavoriamo alle opere di Colui che mi ha mandato, finché è giorno; giunge la notte, quando più nessuno potrà operare. Finché sono nel mondo, sono la luce del mondo”. Ciò detto, sputò a terra e fece del fango con la saliva; poi applicò il fango sugli occhi del cielo e gli disse: “Va’ a lavarti alla piscina di Siloé” – che significa “inviato”. Il cieco dunque andò e si lavò. Quando tornò ci vedeva» (Gv 11, 1-7).
L’edema. «Un giorno di sabato, Gesù era entrato nella casa di un capo dei farisei per pranzarvi, e questi lo osservavano. Ora, ecco che c’era davanti a lui un uomo malato di idropisia. Prendendo la parola, Gesù si rivolse ai dottori della Legge e ai farisei per chiedere loro: “È lecito, sì o no, fare una guarigione in giorno di sabato?”. Ma quelli rimasero zitti. Toccando allora il malato, Gesù lo guarì e lo lasciò andare. Poi disse loro: “Se uno di voi ha un figlio o un bue che cade in un pozzo, non va subito a tirarlo fuori di là, anche in giorno di sabato?”. E furono incapaci di rispondergli» (Lc 14, 1-6).
La camptocormia (schiena ricurva). «Ecco che c’era lì una donna posseduta da uno spirito che la teneva malata da diciott’anni; era tutta curva e assolutamente incapace di raddrizzarsi. Quando Gesù la vide la interpellò e le disse: “Donna, eccoti liberata dalla tua malattia”. E le impose le mani. In quello stesso istante tornò dritta e rendeva gloria a Dio. Allora il capo della sinagoga, indignato al vedere Gesù che faceva una guarigione in giorno di sabato, prese la parola e disse alla folla: “Ci sono sei giorni per lavorare; venite quindi a farvi guarire in quei giorni, e non di sabato”. Il Signore gli ribatté: “Ipocriti! Ciascuno di voi, di sabato, non stacca dalla mangiatoia il proprio bue o il proprio asino per portarlo a bere? E questa figlia di Abramo, che Satana teneva legata da diciott’anni, non bisognava scioglierla da tale vincolo perché oggi è sabato?”. A queste parole di Gesù, tutti i suoi avversari furono coperti di vergogna, e tutta la folla fremeva di gioia a causa delle azioni meravigliose che compiva» (Lc 13, 11-17).
La paralisi. «Dopo queste cose, ci fu una festa ebraica e Gesù salì a Gerusalemme. Ora, a Gerusalemme – presso la porta delle pecore – c’era una piscina che viene chiamata in ebraico “Betesda”. Ha un portico a cinque colonnati, sotto i quali stava sdraiata una folla di malati, ciechi, zoppi e paralitici. C’era un uomo malato da trentotto anni. Gesù, vedendolo sdraiato là, e venendo a sapere che era in quello stato da parecchio tempo, gli disse: “Vuoi essere guarito?”. Il malato gli rispose: “Signore, non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l’acqua ribolle; intanto che ci arrivo io, già qualcun altro è arrivato prima di me”. Gesù gli disse: “Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina”. E subito l’uomo fu guarito. Prese il suo lettuccio e camminava. E quel giorno era sabato» (Gv 5, 1-9).
La lebbra. «Gesù era in una città quando sopraggiunse un uomo coperto di lebbra; vedendo Gesù, cadde con la faccia a terra e supplicò: “Signore, se tu lo vuoi puoi purificarmi!”. Gesù stese la mano e lo tocco, dicendo: “Lo voglio: sii purificato”. In quello stesso istante, la lebbra lo lasciò» (Lc 5, 12-13).
Le atrofie. «Ora, si trovava lì un uomo con la mano atrofizzata. E chiesero a Gesù: “È lecito fare una guarigione durante il sabato?”. Lo chiedevano per poterlo accusare. Ma egli disse loro: “Se uno tra voi possiede anche solo una pecora e quella cade in un pozzo in giorno di sabato, forse non va a vedere di tirarla fuori? E quanto più di una pecora vale un uomo! Certo che è lecito fare il bene in giorno di sabato!”. Allora Gesù disse all’uomo: “Stendi la mano”. L’uomo la stese e ridivenne normale e sana come l’altra» (Mt 12, 10-15).
La sordità. «Gesù lasciò il territorio di Tiro; passando per Sidone, prese la direzione del mare di Galilea e si diresse nel territorio della Decapoli. Dei tipi gli condussero un sordo che aveva pure difficoltà a parlare e supplicarono Gesù che gli imponesse le mani. Gesù lo condusse da parte, lontano dalla folla, gli mise le dita nelle orecchie e, con la saliva, gli toccò la lingua. Poi, con gli occhi alzati in alto, sospirò e gli disse: “Effata”, vale a dire “Apriti”. Le sue orecchie si aprirono; la sua lingua si sciolse e parlava correttamente. Allora Gesù ordinò loro di non dire niente a nessuno; ma più dava quest’ordine più quelli lo proclamavano. Estremamente colpiti, dicevano: “Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e parlare i muti”» (Mc 7, 31-37).
Le emorragie. «Ora, una donna che aveva perdite di sangue da dodici anni, e che aveva speso tutti i suoi beni in giro per dottori, senza che nessuno avesse potuto guarirla, gli si avvicinò da dietro e toccò la frangia del suo vestito. In quello stesso istante, la sua perdita di sangue si arrestò. Ma Gesù disse: “Chi mi ha toccato?”. Poiché tutti si schermivano, Pietro gli disse: “Maestro, la folla ti spinge e ti schiaccia dappertutto». Ma Gesù rispose: “Qualcuno mi ha toccato, ho sentito una forza che usciva da me”. La donna, vedendosi scoperta, venne, tutta tremante a gettarsi ai suoi piedi; raccontò davanti a tutto il popolo perché l’aveva toccato e come era stata guarita all’istante. Gesù le disse: “Figlia mia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace”» (Lc 8, 43-48).
La possessione. «Quindi uscirono, ed ecco che presentarono a Gesù un ossesso che era sordomuto. Quando il demonio venne espulso, il sordomuto si mise a parlare. La folla fu ammirata e diceva: “In Israele non si è mai visto qualcosa di simile”» (Mt 9, 32-33).
Fonte it.aleteia.org