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Offrì la sua vita per quella della mamma. Il piccolo Peppino sarà uno dei beati più giovani della Chiesa.

Sarà presto beatificato Giuseppe Ottone, un bambino morto a dodici anni offrendo la propria vita per la salute della madre adottiva. Peppino nacque l’8 marzo 1928 a Benevento. Di padre ignoto, si sa solo che la madre rimase incinta dopo una violenza sessuale.

Stava per essere abortito, ma un’amica fece desistere la madre, e a novembre il bambino venne adottato da Domenico Ottone e Maria Capria. Per timore che la madre naturale si pentisse, la famiglia decise di trasferirsi a Napoli.

Grazie alla madre adottiva, Peppino crebbe nella fede e in tante altre virtù. Sincero, disciplinato, sempre allegro, prima di entrare a scuola passava in chiesa per una breve visita a Gesù sull’altare. Era il primo della classe.

La madre era molto buona, pia e paziente, contrariamente al padre, al quale piaceva bere e che aveva una carattere forte e collerico. Giuseppe era un angelo di pace in famiglia, e aiutava la madre a sopportare la violenza del padre, che si ubriacava continuamente.

Era anche molto misericordioso, e di nascosto aiutava i poveri con le monetine che riusciva a risparmiare. Spesso donava la merenda che gli veniva data per la scuola a che ne aveva bisogno. Ogni mattina un anziano aspettava il pranzo che gli portava di nascosto, e di tanto in tanto invitava un amichetto meno fortunato a mangiare a casa sua.

Con grande fervore ricevette la Prima Comunione a 7 anni. Spesso andava in bicicletta fino a Pompei per pregare la Madonna del Rosario, per la quale nutriva una grande devozione. Gli piaceva leggere, inventava avventure con i suoi amici e sognava di diventare militare della Marina.

Ma arrivarono i tempi più duri. Era l’epoca della I Guerra Mondiale, e sua madre, malata, dovette essere ricoverata per sottoporsi a due interventi molto delicati, soprattutto all’epoca. Per questo e per il grande amore che nutriva per la madre adottiva, Peppino si angosciò moltissimo. Temendo per la sua vita, pensò di offrirsi al Signore in cambio della madre.




Il giorno in cui la donna doveva essere operata, il bambino trovò per strada un’immaginetta della Madonna di Pompei. La raccolse, e baciandola disse: “Madonna mia, se deve morire mamma, prendi me”. Furono le sue ultime parole, perché in quello stesso momento impallidì e cadde a terra privo di sensi.

Venne portato d’urgenza nell’ospedale in cui si trovava la madre. La donna, informata, non si operò e corse al capezzale del figlio, che morì il giorno dopo. Maria, invece, è morta a 88 anni nel 1983.

Gesù ha accettato il sacrificio del piccolo Peppino portando la sua anima nobile al cielo eterno.




Fonte it.aleteia.org/Maria Paola Daud

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